San Fele, Ruvo e Rapone: scuole amiche dell’Unicef


Natale si avvicina e le scuole di San Fele, Ruvo e Rapone sono impegnate nei preparativi per il Natale. L’11 dicembre la giornata e fredda e il sole è coperto dalle nubi. Mario Coviello, presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, è accolto dal sorriso delle insegnanti Maddalena Girardi della scuola primaria e Sabrina Fezzuoglio della scuola media che con palloncini colorati, scritte, festoni addobbano l’ingresso. Alle 9,30 si festeggia la pigotta, la bambola dell’Unicef che viene adottata e salva la vita di milioni di bambini in pericolo con cibo, medicine, istruzione. 

Gli alunni nel salone dell’Istituto Comprensivo di San Fele 

Gli alunni delle scuole elementari e medie di San Fele, Ruvo e Rapone hanno lavorato con i genitori e i nonni a casa e a scuola e ora le bambole di pezza sono pronte per sfilare sul palco prima di essere adottate dalle classi. Con i pulman arrivano da Ruvo e Rapone alunni e insegnanti e si può cominciare. Il dirigente scolastico Lorenzo Rispoli ringrazia tutti per aver aderito al progetto Scuola Amica Unicef e sottolinea che con un piccolo gesto si può fare molto per aiutare chi ha bisogno, chi è in pericolo. In sala sono presenti quattro degli oltre novanta minori non accompagnati che sono ospitati in tre strutture di accoglienza di San Fele e Ruvo del Monte. Dal 2015 queste Amministrazioni si distinguono per la capacità che hanno avuto di aiutare minori del Ghana, Marocco, Bangladesh, Pakistan, Eritrea, Etiopia, Sierra Leone, Nigeria, Mali, Gambia, Sudan. Ad essi hanno garantito dalla prima accoglienza, alle procedure di accertamento della minore età e di ricongiungimento familiare. 


Il sindaco di San Fele Donato Sperduto ha dichiarato che “La sfida principale consiste nel determinare un modello di accoglienza aperto e flessibile che sia inclusivo e non solo integrante, adatto alle esigenze del minore.” La tre scuole hanno raccolto questa sfida difficile anche con “Libriamoci”, un progetto di lettura come strumento di educazione alle emozioni. Libriamoci ha consentito a molti immigrati di raccontare ai compagni, a scuola, la loro storia, quella “vera” - “la loro traversata nel Mediterraneo”. I ragazzi sono riusciti a tirar fuori le loro emozioni, aprendosi agli altri che empaticamente li hanno accolti. Gli alunni della terza D della scuola media di San Fele hanno presentato, con l’aiuto di slides, il dramma dei bambini soldato, delle spose bambine, dei bambini “invisibili”, di quelli che vivono nei tombini nelle grandi città. Daniele Russo della quinta della scuola primaria di San Fele ha raccontato la storia di Cristina, una bambina che è costretta a fuggire da un paese in guerra e le fa compagnia Camilla, una bambola di pezza che le ha cucito la mamma. La bambola per Cristina è come una sorella con la quale gioca e così “riesce ad affrontare tutte le difficoltà che incontra nel suo viaggio della speranza.” Sempre di quinta è Chiara Rinaldi che racconta l’amicizia di George e Michel, che da grandi si perdono di vista ed è proprio la pigotta che hanno cucito da piccoli Azzurra che li fa ritrovare e li fa andare in Africa come volontari Unicef. 

 La maestra Maddalena Girardi al lavoro con i suoi alunni. 

L’incontro volge al termine il video con la canzone “I nostri cuori battono ancora” dei bambini di Aleppo e il canto “Goccia dopo goccia”, intonato da tutti i presenti in piedi, ci ricorda che “ Non è importante se non siamo grandi /Come le montagne, come le montagne; Quello che conta è stare tutti insieme /Per aiutare chi non ce la fa…

Mauro Coviello

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