TRACCE di Rocco Brancati: Francesco Paolo Volpe


24 NOVEMBRE 1779 a Matera nasce da Eustachio e Angela Saveria de Surcis, Francesco Paolo Volpe, canonico, storico e dottore in "utroque iure". E' stato un attento, appassionato, erudito, ricercatore di "cose patrie", delle origini e degli eventi che hanno caratterizzato la storia della città. Le sue "Memorie storiche profane e religiose su la città di Matera", pubblicate nel 1818, furono da subito un punto di riferimento storiografico. Studiò nel seminario vescovile materano. Dopo l'ordinazione sacerdotale si trasferì a Napoli dove cominciò a frequentare Castel Capuano dove era conservato il patrimonio documentario fin dall'epoca Angioina e prima dell'Archivio Generale del Regno, istituito il 22 dicembre del 1808 (con il direttore Michele de Dominicis), per consultare le pergamene medievali e i catasti onciari del Regno (voluti per un riordino fiscale da re Carlo di Borbone - non ancora Carlo III - nella prima metà del XVIII secolo) apprendendo le tecniche una buona metodologia di ricerca. 


Nella capitale visse, da ventenne, la breve e drammatica esperienza della Repubblica napoletana del 1799 e dell'eccidio di piazza Mercato, luogo storicamente deputato alle esecuzioni [l'altro luogo fu l'attuale piazza dei martiri a Procida] dove furono "giustiziati" dalla repressione borbonica (quasi tutti per impiccagione ma per i nobili per decapitazione) 119 uomini e 3 donne tra congiurati e "rei di Stato". Di quegli eventi Francesco Paolo Volpe, tornato a casa, lascerà una testimonianza nelle sue "Cronachette delle cose più notabili avvenute in Matera dal 1799 a tutto il 1821". [Sugli stessi eventi scrisse anche Arcangelo Copeti il cui manoscritto fu pubblicato solo un secolo dopo.] 


Per il ventennio successivo Francesco Paolo Volpe continuò a produrre dando alle stampe i suoi numerosi studi durante il lungo periodo nel quale svolse le mansioni di canonico-teologo. A tarda età, nel 1854 fu nominato pro-vicario generale e, successivamente, vicario della Cattedrale di Matera con l'arrivo, il 23 marzo del 1855. del vescovo Gaetano Rossini. Francesco Paolo Volpe morì tre anni dopo, il primo settembre del 1858, due mesi prima del suo ottantesimo compleanno. Tra le sue numerose pubblicazioni di rilievo sono, oltre alle "Memorie": "Vita di San Giovanni da Matera..."(1831), "Descrizione ragionata di alcune Chiese de' tempi remoti esistenti nel suolo campestre di Matera" (1842), "Esposizione di talune iscrizioni esistenti in Matera e delle vicende degli Ebrei nel nostro reame", "Proseguimento della storia di Matera. Saggi intorno agli Schiavoni stabiliti in Matera nel secolo XV" (1852) E ancora, postumo, "Cenno circa la festività e incoronazione avvenuta nel 2 luglio 1843 della Immagine sotto il titolo di S. Maria della Bruna" (1884). Nell'Archivio Storiografico di Raffaele Giura Longo recentemente inaugurato a Matera tra i numerosi studi dell'illustre storico scomparso nel 2009, c'è anche quello dedicato agli Schiavoni (gli slavi) giunti in città nel secolo XV, documentati nel saggio di Francesco Paolo Volpe. [Uno schiavone serbo-croato fu anche tra coloro che la sera del 29 dicembre 1514 uccisero il conte Gian Carlo Tramontano in una strada vicino la Cattedrale oggi denominata "via Riscatto"]. Dedicando il suo lavoro di ricerca nelle "Memorie" a monsignor Camillo Cattaneo della Volta dei marchesi di Montescaglioso l'abate Volpe scriveva: "Eccellenza, la sublimità del suo ingegno, la nobiltà del suo lignaggio, e quell'illustre grado che occupa nella Chiesa di Dio, mi rendono animoso a tributarle questo qualunque mio lavoro sulla Storia di Matera. A tanto ardire mi auguro cortese compatimento, non essendo, che il prodotto di ferma fiducia che l'E.V. sarà per aggradire un tratto di quel profondo rispetto, con cui la legge del dovere alla degnissima di lei persona m'incatena qual mio Superiore.." Francesco Paolo Volpe ha conosciuto Onofrio Tataranni, il teologo della rivoluzione napoletana, morto il 27 marzo del 1803 [lo cita nelle "Memorie"], anche lui un grande personaggio [noto è il suo "Catechismo nazionale per il Cittadino" al quale ha dedicato un accurato studio il prof. Antonio Lerra, ordinario di Storia Moderna all'Università della Basilicata e presidente della Deputazione lucana di Storia Patria].

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