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Il soldato Mangone torna a Muro Lucano
Lo scorso fine settimana a Muro Lucano
(PZ), si è svolta una toccante cerimonia nel corso della quale, le spoglie
mortali del soldato Giovanni Mangone classe di leva 1913, sono rientrate
nel suo paese nativo dopo 75 anni. “Chiamato alle armi ed impiegato in
zona dichiarata in stato di guerra”, come riporta il suo foglio matricolare,
il Soldato Mangone perse la vita il 28 agosto del 1942 in Grecia, a Vati
per essere poi sepolto a Rodi. Dopo alcuni anni, le sue spoglie vennero
traslate presso il Sacrario Militare dei “Caduti Oltremare” di Bari dove
hanno riposato accanto ai resti di oltre 70.000 soldati morti durante i due
conflitti mondiali, in terra balcanica, in Grecia, in Africa Settentrionale ed
Orientale.
Grazie all’interessamento del Ministero della Difesa
( Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra), la
famiglia d’origine del Soldato Mangone, ha potuto riabbracciare
idealmente il proprio congiunto, a distanza di tanti anni. Le spoglie sono
giunte in una piccola urna avvolta dal Tricolore, sabato 18 novembre
scorso a Muro Lucano (PZ) città natale del militare, per essere tumulate
nel cimitero cittadino.
Ad accoglierle, quasi a voler festeggiare un così atteso ritorno, oltre
all’intera cittadinanza, a numerose scolaresche, Autorità civili e militari,
Associazioni Combattentistiche e d’Arma, è intervenuto anche il
Colonnello Lucio Di Biasio, Comandante Militare Esercito “Basilicata”
unitamente ad una rappresentanza del medesimo Comando.
Hanno fatto
seguito una veglia d’onore presso la sala consiliare del Comune di Muro
Lucano ed una messa in suffragio. Durante il suo discorso di commiato, il
colonnello Di Biasio ha ripercorso idealmente le tappe della vita militare
del soldato Mangone, ricordando il sacrificio compiuto da tantissimi nostri
connazionali caduti in tutte le guerre. ”Voglio sottolineare, ha affermato il
Colonnello Di Biasio, riferendosi anche alle numerose scolaresche presenti, l’importanza del significato di “Patria” e di tutti quei valori legati
al giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana che accomunano i
soldati di ieri e di oggi e che portano, se necessario, a sacrificare la
propria vita per il bene comune, in difesa della libertà e della
democrazia”.
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