Le osservazioni critiche che la UIL ha fatto al Jobs act partirono proprio dal
tema degli ammortizzatori e, in particolare, dalla scelta, sbagliata, di ridurre la
protezione sociale nelle fasi di ristrutturazione aziendale attraverso la
cancellazione della mobilità e della cassa in deroga e il maggior costo per le
imprese per la cassa integrazione. Se a questo aggiungiamo la norma entrata
in vigore già da qualche giorno, che prevede un tetto alle ore autorizzabili di
cassa straordinaria per le ristrutturazioni, si profila, purtroppo, un rischio di
incentivo ai licenziamenti collettivi che deve assolutamente essere respinto. La
Uil lucana e il Centro Studi Sociali e del Lavoro sono impegnati a monitorare la
situazione per verificare le ricadute in Basilicata e per tenere alta l’attenzione
in occasione della ripresa politico-sindacale di settembre in tema di protezione
sociale.
Secondo gli ultimi dati aggiornati del nostro VI Rapporto sulla cassa
integrazione, si pensi che al primo semestre 2017 sono state oltre 1 milione
714 mila le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Basilicata. Le più
numerose sono risultate le ore di cigs per contratti di solidarietà (oltre 662mila)
seguite dalle ore di cigo (643mila). Sempre nel primo semestre dell’anno i posti
di lavoro salvaguardati dalla cig in regione sono stati 1.681 (650 cig solidarietà,
631 cigo, 283 cig in deroga, 117 cigs riorganizzazione e crisi).
Va sempre considerato che dai numeri, che mensilmente diffonde l’Inps,
restano ancora totalmente assenti i dati relativi al FIS (Fondo di integrazione
salariale) che dovrebbe proteggere i lavoratori di imprese, prevalentemente
piccole e piccolissime, che non sono tutelati da altri strumenti. In
controtendenza, rispetto alla flessione di cassa integrazione, la crescita delle
domande di Naspi che deve spingerci, essendo questo uno strumento che
protegge chi il lavoro lo ha perso, a fare una riflessione sul tema se il venir
meno di alcuni istituti di politica passiva (indennità di mobilità) e le restrizioni
su altri (cassa integrazione), apportate dalla riforma del lavoro, concorrano,
insieme alla insufficiente crescita, a tale aumento. Il legislatore, lo scorso anno,
ha già previsto deroghe per rendere meno rigido lo strumento, ma queste
eccezioni valevano solo per le aree di crisi complessa ed è da qui che si deve
ripartire per una modifica legislativa.
Monitorare e valutare gli effetti delle riforme è dunque necessario per
comprendere “se” e “dove” intervenire per prevenire impatti negativi sul
mercato del lavoro. Fino a considerare se e come rivedere le norme sulla cassa
integrazione in senso meno restrittivo per evitare di veder crescere il numero
dei disoccupati.
Nelle prossime settimane si aprirà un confronto con il Governo sui temi della
crescita e del lavoro. Naturalmente per noi non ci può essere antagonismo tra
la protezione sociale nel e per il lavoro (ammortizzatori sociali) e le politiche
attive convinti che l’obiettivo prioritario non può che essere “far lavorare, bene,
il maggior numero di persone”.
Carmine Vaccaro, segretario regionale UIL Basilicata
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