Riadeguare il Piano regionale AIB (antincendi boschivi) per la programmazione delle
attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi; definire un programma
di bonifica e rimboschimento del patrimonio forestale danneggiato; prevenire il
rischio idrogeologico nelle aree interessate da incendi boschivi.
Sono questi gli
obiettivi indicati da Italia dei Valori Basilicata per gestire l’attuale seconda fase estiva
evitando di estendere il disastro ambientale specie nel Parco del Pollino e al tempo
stesso pensare agli ulteriori danni che si verificheranno in autunno con i fenomeni di
dissesto del suolo.
Il nostro patrimonio boschivo – sottolinea il segretario regionale di IdV Angelo
Rosella – è stato duramente colpito. Si può dire che nessuna area è stata risparmiata
dalle fiamme, compresa la pineta di Metaponto. La Protezione Civile, secondo il
rapporto di Legambiente, stima che negli ultimi 30 anni sia andato perso il 12% del
patrimonio forestale del Paese. Con inestimabili danni agli ecosistemi colpiti ed
effetti sulla già precaria tenuta idrogeologica del territorio e sul fronte della lotta ai
cambiamenti climatici. E se le temperature torride e la scarsa manutenzione dei
boschi rappresentano un mix esplosivo per l’innesco del fuoco, boschi, macchia
mediterranea, pinete bruciano per colpa della mano criminale dell’uomo, per il
perseguimento di interessi economici. Il trend è in crescita. Già nel 2016, secondo il
rapporto Ecomafia sempre di Legambiente, gli incendi di origine dolosa o colposa
erano quasi raddoppiati rispetto al 2015: 4.635 incendi (con dolo o colpa accertati)
contro i 2.250 del 2015.
Per questa ragione va raccolto l’appello di Legambiente – dice Rosella – a non
lasciare il patrimonio naturalistico in mano a piromani e criminali che speculano
sempre di più di anno in anno. È fondamentale che vi sia una concreta assunzione di
responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti nel controllo, la prevenzione e la
mitigazione del fenomeno, a cominciare da Regioni e Governo.
E mentre l’Italia brucia, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM)
sta conducendo un’istruttoria decisiva sul sistema degli appalti per i servizi di
antincendio boschivo (AIB) e di elisoccorso (HEMS, Helicopters Emergency Medical
Service). Lo sta facendo dal marzo di quest’anno, da quando cioè ha ricostruito una
presunta “intesa anticoncorrenziale” in atto dal lontano 2000 tra alcuni dei principali
operatori del mercato. Stanno emergendo – aggiunge il segretario di IdV – particolari
allarmanti come “aggiudicazioni all’unico offerente in gara (in forma singola o
associata) con ribassi sovente prossimi allo zero”, aggiudicatari che “si alternano
nelle varie gare, singolarmente o in compagini collettive, distribuendosi in misura
abbastanza omogenea nelle varie regioni italiane”, operatori che tendono a
“mantenere il pregresso bacino di dominanza o ad alternarsi per conservare la propria
quota di mercato”. Di qui l’esigenza che anche la Regione Basilicata si doti di un
proprio autonomo servizio aereo anticendio tenuto conto che l’unico elicottero messo
a disposizione con base a Viggiano è risultato ampiamente inadeguato a far fronte alle
centinaia di chiamate.
Infine non sottovalutiamo l’invito del Capo Dipartimento ai presidenti delle regioni e
delle province autonome, ai prefetti, all’Anci e all’Unione delle Province Italiane
richiamando l’attenzione sulla necessita’ di prevenire il rischio idrogeologico nelle
aree interessate da incendi boschivi. Le raccomandazioni operative sollecitano tutte le
autorita’ interessate a intervenire prontamente nelle aree interessate da incendi
boschivi, valutando le eventuali azioni di protezione civile necessarie laddove il
passaggio del fuoco abbia determinato o aggravato situazioni di criticita’
idrogeologica. Le alterazioni delle condizioni naturali del suolo causate dagli incendi,
infatti, oltre alla perdita di suolo fertile e di vegetazione, possono favorire fenomeni
di dissesto dei versanti provocando, in caso di piogge intense o prolungate, l’erosione
del terreno e il possibile innesco di frane o di caduta massi improvvisa. Si pensi solo
a quanti posti di lavoro stabile – conclude Rosella – si creerebbero nella nostra
regione utilizzando in maniera efficace risorse finanziarie pubbliche nell’attuazione
di un piano straordinario di difesa del suolo.
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