INDUSTRIA 4.0, la sfida passa dalla formazione dei lavoratori

Ragioniamo di 4° rivoluzione industriale come di una sfida che deve ancora avvenire, senza considerare che la stessa è già in atto. La fase di digitalizzazione ed automatizzazione del lavoro è in essere già da tempo, senza, però, il supporto di strumenti di conoscenza e, soprattutto, di regolamentazione.
Tuttavia ci sono tutte le condizioni perché la Basilicata si candidi a promuovere, incentivare, realizzare sul proprio territorio lo sviluppo della cosiddetta ‘Industria 4.0’ che trova riferimenti specifici nel Manifesto del Lavoro di Cgil, Cisl, Uil. E’ quanto sostiene una nota della Uil lucana che aggiunge: crediamo che questa debba costituire anche l’occasione per aprire ad una stagione di ridefinizione sociale prima, contrattuale e normativa poi, di “nuovi lavori” nati dal digitale e dall’evoluzione tecnologica che sono già in atto. Pur essendo noto che processo formativo delle leggi ed evoluzione tecnologica corrano a due velocità diverse, ciò, secondo noi, non deve e non può giustificare un vuoto della politica e del Governo su alcuni processi evolutivi/involutivi del nostro mercato del lavoro. Spesso la contrattazione si è dimostrata, nulla togliendo alla politica, più consapevole del cambiamento del mercato del lavoro, della nascente esigenza di maggior flessibilità organizzativa delle aziende e dei lavoratori. Una dimostrazione ne sono, oltre a innovazioni in sede di rinnovo di molti contratti collettivi nazionali – sottolinea la Uil - i numerosi accordi sullo smart-working, nati, in via sperimentale, molto prima che si approvasse la recente legge. Non c'è dubbio che dall’evoluzione dei processi di digitalizzazione e di innovazione produttiva, ne deriverà una diversa organizzazione del lavoro, dei sistemi di orario, e una definizione di nuovi profili professionali e di inquadramento. Il ruolo delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva, a tutti i livelli, dovranno essere necessariamente da sostegno e di governo a tali processi affinché, sul versante del lavoro, non si assista ad un aumento delle diseguaglianze, della disoccupazione e ad una più complessiva dequalificazione. Industria 4.0. pone tutti gli attori, siano essi Istituzioni piuttosto che Parti Sociali, verso la sfida della maggiore competitività del nostro Paese. Ma per ora siamo in presenza di un contenitore vuoto che va riempito senza, però, conoscere cosa ci riserverà nel prossimo futuro lo sviluppo tecnologico, né, come sistema Italia, verso quale direzione di sviluppo economico-industriale intendiamo andare. Non è pensabile che vi sia un doppio binario evolutivo delle nostre imprese. Per tale motivo, e per permettere a tutti di seguire il cambiamento, è necessario un adeguamento calibrato e graduale che non può che passare per un cammino formativo continuo, sia degli imprenditori che dei lavoratori. L’adeguamento delle competenze e professionalità alla realtà che cambia, passa per un sistema formativo e di istruzione che va calibrato rafforzando, innanzitutto, le competenze trasversali ma, anche, attraverso un sistema di istruzione/formazione che permetta di fronteggiare le diverse esigenze e peculiarità del mercato del lavoro e della produzione: ITS, Fondi Interprofessionali, apprendistato e alternanza scuolalavoro. Ciò che da subito riteniamo essere necessario, è una formazione e riqualificazione di chi è oggi occupato in aziende interessate da trasformazioni tecnologiche. La formazione continua deve essere vista come un investimento a lungo termine e come tale dovrebbe assurgere a “diritto soggettivo”, come ha valorizzato il recente Contratto Collettivo dei Metalmeccanici. La Basilicata ed il Mezzogiorno – conclude la nota della Uil - devono candidarsi, oltre ogni impaccio e visione di retroguardia, ad essere uno degli snodi cruciali di questa nuova rivoluzione industriale anche in funzione del rilancio dell’obiettivo della piena e buona occupazione.

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