Venosa 20 aprile 2017.I.I.S.S. "Quinto Orazio Flacco."Presentazione libro su Bob Dylan, classicoin occasione del 31^ Certamen Horatianum

Lo scorso 20 aprile presso l’Aula Magna dell’IISS Quinto Orazio Flacco, il dirigente scolastico, prof.ssa Mimma Carlomagno, ha inaugurato la XXXI edizione del Certamen Horatianum con la presentazione del volume “Dylan classico. Fonti antiche di un poeta on the road”, Osanna Edizioni, della Prof.ssa Antonia Piva, dirigente scolastico presso il Liceo Statale “Duca degli Abruzzi” di Treviso.
La prof.ssa Patrizia Del Puente, docente di Glottologia, dell’Università degli Studi della Basilicata, ha introdotto il saggio, analizzando l’originalità dell’analisi svolta e sottolineando come l’autrice abbia “miscelato mirabilmente biografia, opera e interpretazione”, offrendo ai lettori il premio Nobel statunitense sotto una nuova luce. La Piva poi, raccontando alcuni aneddoti della vita privata dello schivo cantante, ha spiegato le radici arcaiche del pensiero di Dylan, che cita nei suoi testi illustri classici, tra cui Orazio con cui condivide, oltre che la fama, anche le umili origini. “Ho scritto questo libro su Dylan perché amo la poesia e ricerco tracce classiche, avendo saputo che Dylan ha frequentato studi classici. Frequentava biblioteche a studiare e sfogliare libri e cita Orazio,Ovidio,Cicerone, Leopardi.Poi mi sono messa a leggere un libro sulla sua autobiografia, un testo molto raro, che ci da delle considerazioni sul proprio destino nel mondo.Dylan si rende conto che a 20 anni, è già consapevole del proprio destino, non poteva contare solo sulla musica. Esaminando le sue composizioni, ha lasciato tracce di sogni e visioni, in una dimensione dinamica.Dylan ha sempre sostenuto che la musica eleva, dove ognuno è chiamato alla sua vocazione.Per lui l’arte è vocazione e destino.Fare 150 concerti in un anno, lo fa per onorare fino in fondo questo destino ricevuto.E’ un poeta molto sentenzioso. Ha scritto più di 600 testi”.Tra gli interventi, il prof. Nicola Perrotta ha detto: “ mi ha molto colpito sapere che Dylan abbia studiato il latino. E’ una ennesima conferma del ruolo importante che questa lingua classica può avere nella formazione dei nostri giovani”. Il prof. Vaccaro, delle edizioni Osanna, ha aggiunto: “questo volume poteva essere scritto anche 20 anni fa, o tra 10 anni. La presentazione del libro coincide con l’assegnazione del premio Nobel ricevuto da Dylan. Il libro si fa leggere per la sua persistenza”. I classici così continuano a vivere nelle parole “rubate” dai loro successori. 

Lorenzo Zolfo

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