Le condizioni di vita e di salute dei
pensionati, il crescente disagio socio-economico e della povertà, le novità della riforma pensioni, il progetto
“staffetta generazionale”: sono i temi al centro del Consiglio Regionale della
Uil Pensionati che si riunisce domani a Sant’Arcangelo (Centro
Congressi Il Mulino, ore 10).
I lavori – introdotti dal segretario regionale
Uilp Vincenzo Tortorelli e conclusi dal segretario confederale Carmine Vaccaro
– consentiranno un aggiornamento sulla riforma delle pensioni. Ai lavoratori
pubblici e privati con più di sessantatré anni, a partire dal 1° maggio, sarà
possibile richiedere tre diverse prestazioni (ognuna dotata di requisiti
diversi) che garantiranno un reddito ponte fino alla decorrenza della pensione
di vecchiaia. Il reddito potrà essere costituito da un vero e proprio prestito
sulla futura pensione con tassi e condizioni agevolate e con la partecipazione
dello stato degli oneri finanziari a essi collegati (Ape volontario), da una
indennità finanziata dallo Stato (Ape sociale) per soggetti che versano in uno
stato di difficoltà (causato da prolungata disoccupazione, disabilità), da una
nuova prestazione erogata dalle forme di previdenza complementare (Rita) che permetta
di godere prima dei requisiti tradizionali già accantonati presso il proprio
fondo. In questo panorama, l'Ape privato registra anche una propria variante,
aziendale, più economica delle misure già messe in campo dalla riforma Fornero
del 2012, che consentirà alle imprese di partecipare all'anticipo pensionistico
riducendo il peso del piano di ammortamento fino a neutralizzarlo, in accordo
con il lavoratore. Per potere prendere il via in termini effettivi, le tre
misure necessitano di due decreti del presidente del Consiglio dei ministri e
di un accordo quadro dedicato agli aspetti finanziari e assicurativi.
Quello che più ci preoccupa – dice
Tortorelli spiegando che la decisione di tenere riunioni decentrate sul
territorio risponde all’obiettivo di favorire partecipazione e protagonismo dei
pensionati lucani – è il futuro previdenziale delle giovani generazioni, oggi giovani precari, domani anziani
poveri: il 65% andrà in pensione con meno di mille euro. La “generazione mille
euro” a fine carriera avrà ancora meno. Il 40% dei lavoratori dipendenti di
25-34 anni ha una retribuzione netta media mensile fino a mille euro. E in
molti si troveranno ad avere dalla pensione un reddito più basso di quello che
avevano a inizio carriera.
Se continua così, i giovani precari di oggi diventeranno
gli anziani poveri di domani. Per questo la Uil sta mettendo a punto una
proposta per un patto generazionale che consenta di dare stabilità ai giovani e
flessibilità in uscita agli anziani, realizzando le condizioni per una sorta di
staffetta tra generazioni.
A Sant’Arcangelo – conclude Tortorelli – ci
occuperemo ovviamente anche dei problemi di chi è già in pensione e deve fare i
salti mortali per vivere con poche centinaia di euro al mese e magari aiutare i
nipoti negli studi all’Università.
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