Lavello 17 febbraio 2017. Teatro San Mauro. Risate a non finire con lo spettacolo: " Completamente Spettinato" di Paolo Migone

Un 17 febbraio da ricordare al Teatro San Mauro. Nell’ambito della rassegna “Su il Sipario” a cura direzione tecnica Tequila Service e della direzione artistica Circuito Cicolella, un successo ha riscossso lo spettacolo di cabaret: "Completamente spettinato" con Paolo Migone, monologhista uscito dal cilindro di Zelig, che ha raccontato in maniera comica l'eterno gioco fra uomini e donne
rendendo palpabile l'abisso che separa le realtà maschili da quelle femminili, incapaci fra di loro di comunicare ma che alla fine comunque si uniscono in matrimonio perchè attratti tra di loro.
Il comico ha portato per mano attraverso la sua vita alla ricerca di quelli che sono stati i momenti salienti della sua vita di coppia. Forte di un’esperienza teatrale di anni, attore, regista, autore televisivo, artista camaleontico, dallo stile visionario, sul palco di Lavello ha avuto la capacità di raccontare, attraverso una gestualità essenziale,situazioni e immagini, rievocandole con l’ausilio di uno stile di scrittura sobrio e di grande impatto. In "Completamente spettinato" alla risata si sono alternati momenti di riflessione sulla vita e le storie che la condizionano. 


Apprezzamenti da tutta la platea che ha manifestato con applausi e risate il gradimento dello spettacolo. Il pubblico gradisce questi spettacoli: “Una grande stagione teatrale e una realtà cinematografica finalmente presente non solo a Lavello ma in tutto il Vulture-Melfese. Spettacoli sempre entusiasmanti, ottima alternativa al solito sabato in pizzeria. La bravura di Vidio direttore tecnico, è una garanzia per serate da trascorrere all'insegna del divertimento in famiglia e non”. Prossimo appuntamento il 23 febbraio alle ore 21,00 con “Uno Sguardo dal Ponte”, protagonista Sabastiano Somma in una storia che riprende una delle pagine più drammatiche del sogno americano vissuto da milioni di italiani approdati in America, nella New York degli anni ’50.


Lorenzo Zolfo

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