AMBIENTE. LA LOTTA CONTINUA DA PARTE DEL "COMITATO NO RADAR" MONTE LI FOJ

In Basilicata, dopo mesi di incontri e manifestazioni, si ritorna a parlare di ambiente e della lotta contro l'installazione di un radar meteorologico sul Monte Li Foj di Picerno, in provincia di Potenza. Lo scorso martedì 14 febbraio, è stata pubblicata la sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Potenza sul ricorso proposto dal Comune di Picerno contro la Protezione Civile,
il Ministero della Difesa e la Regione Basilicata, riguardo alla triste vicenda di un ricorso che il sindaco della città, Giovanni Lettieri, su spinta dei cittadini e del "Comitato No Radar", aveva depositato per conto del Comune lo scorso 24 aprile. Nei giorni passati il Tar si è pronunciato reputando necessaria la valutazione d'Incidenza ambientale da parte dell'Ufficio Compatibilità Ambientale, una tesi avvalorata da sempre dallo stesso comitato che sulla vicenda tiene a ricordare, in una nota stampa che "l'ufficio fa capo al Dipartimento Ambiente e Territorio e che non ha dimenticato il trattamento che gli è stato riservato presso il Dipartimento, dall'assessore regionale, Francesco Pietrantuono, il quale ricevuta una delegazione promise di chiarire la vicenda nel giro di alcuni giorni, ma mai nessuna risposta è pervenuta e, inoltre, scaricò le responsabilità su altri dipartimenti, solo dopo diversi solleciti dello stesso comitato". A quanto pare - continua la nota - una sola delle più illogicità contenute nel ricorso è stata presa in considerazione, appunto quella della VIncA, dove non si è tenuto conto del "principio di precauzione", richiamato nell'appello, poichè non ci sarebbero prove che escluderebbero possibili danni alla Zona Speciale di Conservazione comunitaria da parte dell’impianto. Si è sorvolato, anche, su alcuni dubbi rilevati dai progetti - si aggiunge - il calcolo troppo approssimativo delle piante da tagliare nella faggeta, le erronee distanze dai centri abitati e dalle abitazioni più vicine dove tutto ciò non risulterebbe oggetto di alcuna contestazione". Infine, nelle mappe delle simulazioni era evidente la carenza dei rilevamenti sulla Val d'Agri, forse unica zona seriamente a rischio di esondazione, ma anche ciò non sarebbe aggravante, in un'inutile e oneroso progetto, come più volte ha evidenziato il comitato. Tuttavia, la vicenda ha dato valore alla lotta protrattasi sino ad oggi, dal "Comitato No Radar", e si conclude - "ma non è tempo di cantar vittoria, ci si aspetta una mossa in appello dalla controparte, oppure una doverosa valutazione da parte degli uffici "adesso" ritenuti competenti". 

di Rocco Beccerobexdj@gmail.com

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