a cura di Leo Vitale
Michele Traficante è nato a Rionero in Vulture
(PZ) il 5 dicembre 1934 da modesta famiglia di contadini, di cui è stato sempre
fiero. Ha seguito con i sacrifici paterni i corsi regolari degli studi che gli
hanno fatto conseguire nel 1957 il diploma di Abilitazione Magistrale presso
l’Istituto “E. Gianturco” di Potenza; ha insegnato nella scuola elementare sino
all’anno scolastico 1995-96, anno del suo pensionamento.
Ha subito iniziato la
sua carriera scolastica, con il servizio prestato presso l’Istituto Educativo
“Il Misericordioso” di Rionero retto dai Frati Minori Conventuali. È stato
anche istruttore presso il Centro di Formazione Professionale di Rionero nei
corsi per “Tipografi compositori a mano” dal novembre 1958 al gennaio 1964.
Vincitore del concorso per l’immissione in ruolo nella scuola elementare,
sostenuto a Bari nel 1964, ha prestato servizio presso le scuole elementari di
Minervino Murge (Ba). L’anno successivo è rientrato nella provincia di Potenza
insegnando prima a Maschito e poi a Rionero in Vulture. Nello stesso tempo ha
curato la sua formazione professionale, conseguendo attestati e diplomi per
aver frequentato corsi di didattica, d’insegnamenti pratici d’interesse locale,
di cultura artistica e storica regionale, di dizione e di fisiopatologia.
Attratto da questa disciplina, ha partecipato con profitto nel 2001 al
seminario di aggiornamento su “Gli addotti dei cancerogeni con il DNA e le
proteine” e, preso il C.R.O.B. di Rionero, su “Il trattamento dell’anemia nel
paziente oncologico”, riportando i relativi attesati di merito.
Iscrittosi nel 1964
all’Università degli Studi di Bari, Facoltà di Magistero – Corso per la laurea
in Pedagogia, ha dovuto interrompere gli studi per motivi economici di famiglia
(padre di cinque figli e con moglie a carico).
È stato assicuratore
prima con una sub-agenzia della SAI e poi con un’agenzia della Compagnia
Intercontinentale. In seguito si è impegnato nel tempo libero alla
commercializzazione di articoli pubblicitari, dando vita all’azienda di
famiglia “Serilar Pubblicità”, subito retta con successo dai due figli Antonio
e Vincenzo.
Le sue doti di mente lo hanno portato ad
interessarsi delle diverse problematiche culturali che negli anni ’70 gli hanno
consentito di svolgere indagini demoscopiche ed approfondite inchieste
sull’emigrazione meridionale in molti comuni della Basilicata e della Campania
per conto di Istituti di ricerca nazionali, quali Doxa e Demoskopea.
Per la sua conoscenza del mondo agricolo,
maturata sul campo al seguito di suo padre, fu responsabile della sezione
“Studio del mondo contadino” in seno al Centro di Cultura Popolare
dell’U.N.L.A. (Unione Nazionale Lotta Analfabetismo).
Tra i fondatori dell’emittente televisiva
Telecento di Rionero, giornalista pubblicista dal 1990, iscritto all’Ordine dei
Giornalisti di Basilicata, ha scritto per diversi giornali locali e regionali: L’Informatore del Vulture, Città Domani, Lucania, La Parola, Corriere del Sud, Avvenire Basilicata, Partecipare,
Valori, La Nuova Basilicata, Controsenso,
Il Balcone del Conte. Si è distinto come direttore del periodico “Il Toccasana”, edito a Taranto da Diadema,
e del settimanale “Etcetera” edito a
Rionero in Vulture da Gasma, fornendogli tutta l’esperienza necessaria per
essere dal 2000 Direttore responsabile
del bimestrale “Notiziario Ruvese”,
edito dal Comune di Ruvo del Monte, al quale offre con impegno la sua
esperienza professionale e il contributo della sua vasta cultura in favore di
quella comunità, ricca di storia e di significative tradizioni, la quale per la
laboriosità. la generosità e la genuina disponibilità dei suoi abitanti merita
tanta attenzione e considerazione.
Il suo impegno nel campo dell’editoria lo
ha portato ad essere attualmente redattore del settimanale “Controsenso”,
ed in passato caporedattore d del settimanale
“Il Balcone del Conte”, entrambi settimanali a diffusione regionale
editi a Potenza.
Di notevole spessore culturale sono i
diversi libri pubblicati, che rivelano il suo amore per la città natale e la
riverenza per gli uomini che l’hanno innalzata di rango: Le Ferrovie Ofantine, Il Borghetto, Rionero 1996; (con Donato
Mazzeo) Michele Granata fra i martiri
lucani della Repubblica Napoletana del 1799, Promoidea, 1998; Municipio e Paese, Il Borghetto, Rionero
2000; (con Leo Vitale) Corrispondenze di
Giustino ed Ernesto Fortunato. Lettere inedite a Vincenzo Granata e
Michele Mennella,
Associazione Culturale Forum, Rionero 2008; nello stesso anno 2008 con Padre
Carlo Palestina Giuseppe Catenacci.
L’uomo dal multiforme ingegno, Litostampa Ottaviano, Rionero. Con altri ha curato
Guida Basilicata, Edizioni
TNV-Telenova, Rionero 1989; Aglianico del
Vulture. Storie di Vite, Arché 2004.
Le
sue pubblicazioni rivelano l’influenza che hanno avuto su di lui le letture di
personalità come Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti, Raffaele Ciasca,
Tommaso Pedio, Nino Calice, Enzo Cervellino ed altri autorevoli studiosi della
nostra storia meridionale, ma più di tutti l’ing, Giuseppe Catenacci, che gli
ha inculcato lo smisurato amore per la sua terra.
Si è cimentato anche in politica
partecipando nel 1970 alle elezioni per il Consiglio Regionale di Basilicata,
nel 1975, a quelle per il Consiglio Provinciale di Potenza e nel 1976 per il
Consiglio comunale di Rionero in Vulture, riportando nelle tre le competizioni,
pur non essendo eletto, un buon numero di voti di preferenza con grande
soddisfazione personale.
Un lato poco conosciuto di Michele
Traficante è la maestria musicale che riversa con il suo pianoforte. Di pronta intelligenza, di fine intuito e di
gusto prevalente per il ritmo romantico e popolare, da autodidatta, fornito
delle sole nozioni scolastiche, ha iniziato negli anni sessanta con continue
esercitazioni dapprima con la chitarra e poi, presso l’Istituto Educativo “Il
Misericordioso” di Rionero, dove prestava servizio come insegnante istitutore,
con l’armonium, proseguite quindi sino al 1977 con la pianola elettrica e
dall’anno dopo con il pianoforte. Le
tante ore di esercizio per diversi anni gli hanno consentito di raggiungere
risultati soddisfacenti sia quanto ad abilità manuale sia quanto a padronanza
della tastiera. Dal 2000, purtroppo, diverse contingenze esistenziali gli hanno impedito il
contatto costante con la musica, ma non hanno smorzato del tutto la sua
passione, pur consapevole – come egli afferma – che il pianoforte è come una
bella donna: se la trascuri, ti tradisce. Il suo auspicio è che i suoi amatissimi
nipotini abbiano passione per la musica e siano degni continuatori del nonno.
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