PRESENTATO A MATERA PROGETTO ADA-UILP “UN AMICO IN FAMIGLIA”

Migliorare i rapporti e le relazioni interpersonali delle persone anziane e fornire una risposta ai bisogni di sicurezza e di socializzazione per migliorare la qualità della vita individuale e sociale delle donne e degli uomini anziani: è l'obiettivo del progetto “Un amico in famiglia: Saper essere nella relazione di aiuto” che l’ADA (Associazione per i Diritti degli anziani) di Matera e la Uil Pensionati hanno presentato oggi a Matera. 

Nel corso dell'esistenza l'individuo – è stato sottolineato - può trovarsi ad affrontare nuove difficoltà e di conseguenza momenti di crisi che necessitano l'attivazione di molte energie per affrontare positivamente la situazione. Bisogna prendere atto che quando ci si avvia verso l'età anziana e soprattutto quando si vive soli, sorgono anche altri problemi che riguardano la ridotta capacità comunicativa, l'impoverimento delle relazioni amicali, la necessità di gestire mutate responsabilità familiari (relazioni tra i coniugi o con i figli e nipoti). In certi momenti della vita queste relazioni presentano dei "momenti critici", che richiedono un aiuto per affrontarli con maggiore serenità. Pertanto l'individuazione di un contesto dove si possa portare la propria realtà di vita, e i vari problemi, mettendo in comune ascolto ed informazioni – ha sottolineato Michele Delicio presidente Ada Matera - ci sembra rappresenti un'opportunità per affrontare e cercare di risolvere alcune situazioni. In particolare- ha spiegato – abbiamo promosso un corso di volontari operatori sociali focalizzato sulla conduzione di gruppi di auto-aiuto finalizzati al sostegno e alla promozione delle risorse dei genitori e dei nonni nell'affrontare le relazioni con i figli e i nipoti. Normali compiti che in certi momenti si presentano come "eventi critici" per la famiglia, nel senso che richiedono un cambiamento ed una riorganizzazione delle dinamiche interne alla famiglia. 


Da una ricerca condotta nella provincia di Matera e promossa dalle istituzioni locali – è stato detto - emerge in primo luogo la percezione di una condizione di solitudine dell’anziano, intesa non solo come solitudine reale ma anche come condizione psicologica di disagio, come “sindrome dell’isolamento”. La solitudine dipende talvolta dalla scarsa presenza dei familiari ma molto più spesso è una conseguenza della scarsa capacità comunicativa dell’anziano in una fase difficile della vita che si ripercuote sul rapporto con i familiari. Emerge diffusamente per l’anziano la difficoltà di gestire le relazioni interpersonali e la scarsa capacità di comunicare soprattutto con le generazioni successive. Il volontario che l’A.D.A. vuole formare deve essere in grado di facilitare e stimolare la comunicazione e le relazioni interpersonali dell’anziano per favorire una vita sociale e relazionale migliore.


Obiettivi specifici: 
Attraverso la formazione qualificare i volontari, fornire   conoscenze ed abilità, e quelle  competenze indispensabili per ricoprire il ruolo di assistente domiciliare garantendo la qualità nelle prestazioni e nei servizi erogati.
Fornire all’anziano un’assistenza adeguata per  livello di professionalità. 
Favorire e sostenere la domiciliarità degli anziani:  il permanere dell’anziano nella sua abitazione va valorizzata come strumento fondamentale per una migliore qualità della vita . 
Andare incontro al BISOGNO DI SOLLIEVO DELLE FAMIGLIE (Spesso la presenza in casa di un anziano crea problemi soprattutto quando i componenti della famiglia hanno impegni di lavoro e sono nell’impossibilità di soddisfare da soli le esigenze del familiare anziano) .
Formare il volontario attraverso lezioni pratico-teoriche;
Stimolare il confronto tra i partecipanti al corso sulla relazione di aiuto;
Accrescere le competenze dei volontari sul lavoro di gruppo,
Il progetto si basa su una metodologia fortemente innovativa che mira alla strutturazione di un modello d’intervento di aiuto della persona in condizioni di disagio e che pone al centro dell’attenzione lo sviluppo delle capacità relazionali, basato soprattutto sul rapporto di relazione “empatico” tra volontario ed anziano, profondamente diverso dal modello operativo dominante in molte realtà, invece fortemente assistenzialista e limitato alla sola cura di alcuni aspetti della vita del soggetto in difficoltà. Lo scambio interpersonale costituisce l’aspetto più innovativo del progetto.
All'incontro hanno partecipato il segretario generale Uil Basilicata Carmine Vaccaro, il dirigente provinciale di Matera ADA Michele Delicio, Franco Coppola, segretario responsabile Uil provinciale Matera, Vincenzo Tortorelli, segretario generale Uilp Basilicata. 
Nelle conclusioni il segretario generale nazionale Uilp Romano Bellissima ha illustrato le novità introdotte dall'intesa con il Governo sulle pensioni che – ha detto – segna la ripresa del confronto  accogliendo alcune delle rivendicazioni portate avanti nel corso degli ultimi anni a difesa dei diritti degli anziani e pensionati del nostro Paese, come la quattordicesima mensilità per le pensioni più basse e l’equiparazione della no tax area a quella dei lavoratori dipendenti. L'iniziativa di Matera – ha aggiunto – testimonia l'impegno oltre che in difesa del potere d'acquisto dei pensionati sulle condizioni di vita degli anziani per rafforzare il welfare e quindi i servizi accrescere la solidarietà nei confronti dei ceti sociali più deboli.

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