Etica del calcio, integrazione e solidarietà: a Filiano l’altra faccia della competizione

Etica e sport dovrebbero essere due tematiche così vicine, eppure negli ultimi decenni procedono su due vie completamente differenti. Un tentativo di farle ricongiungere, prendendo in esame lo sport più diffuso in Italia – il calcio -, è stato fatto presso il Centro sociale “Prof. G. Lorusso” di Filiano lo scorso 17 ottobre, grazie a un incontro intitolato “L’etica del calcio tra competizione, solidarietà
e razzismo”, promosso e organizzato dall’Associazione Pro Loco di Filiano in collaborazione con l’U.S.D.
Vitalba Filiano e patrocinato dal Comune di Filiano, dal Comitato Regionale Basilicata della FIGC-L.N.D. e dal Comitato UNPLI di Basilicata. 
«L’idea che ci ha spinto ad organizzare questo incontro – dichiara il curatore dell’evento Vito Sabia della Pro Loco Filiano - è scaturita dalla voglia di ripensare il calcio come luogo di aggregazione, crescita e cultura etica. Non era una sfida facile quella di riportare lo sport, e il calcio in particolare, all’interno di prospettive etiche finalizzate al bene di tutta la società civile, ma l’incontro alla fine è riuscito a cogliere molte sollecitazioni su tale tematica, attraverso i molti spunti dei relatori di spessore da cui trarre riflessioni e approfondimenti. Un momento in cui non si è sprecata l’occasione inseguendo la sterilità degli slogan, tutt’altro, ogni contributo si è inserito in una profonda lettura dell’universo calcio».


Assolutamente condivisibili ed altamente ricchi di significato i contenuti espressi dal professore Francesco Bochicchio - insignito del premio "Nino Ferri-Fair Play nello sport" nel 2015 e da 45 anni l’anima sportiva e sociale di Avigliano alla cui scuola di vita e di sport si sono formati intere generazioni di ragazzi della sua e di altre comunità - nella sua dettagliata relazione: «Bisogna insistere sui sogni, sulla passione e sul rispetto necessari per raggiungerli, sull’autorità morale che non appiattisce le differenze, ma valorizzi le individualità. Il problema non è vincere con ogni mezzo, ma accumulare meriti sufficienti per poter ottenere il successo. Bisogna recuperare l’umanità che il calcio ha perso, in una specie di mutazione genetica da sport a semplice ramo dell’intrattenimento televisivo, definendo il primato dell’etica su quel fondo di ‘fascismo’ che si annida dietro la filosofia del risultato a tutti i costi».


L’apporto più significativo è venuto grazie alla presenza del calciatore di Avigliano, attualmente in forza all’U.S. Catanzaro 1929, Roberto Sabato che ha contribuito in modo rilevante alla vittoria dell’Italia alle Universiadi svoltesi in Corea del Sud nel 2015. Sul razzismo: «Nella mia carriera ho sempre cercato di dare una mano ai compagni di gioco di colore perché capisco tutte le problematiche che affrontano». Sul concetto della vittoria ad ogni costo: « Nella mia vita sportiva ho cercato sempre di essere di buon esempio per il mio compagno, per il ragazzo che viene a vedermi, per le persone che seguono questo sport. Anche se in Italia ci sono delle cattive abitudini nel cercare le scorciatoie, ho imparato che quello che alla fine paga sempre – nella vita come nel calcio - è il sacrificio e il lavoro.»
Oltre ai saluti istituzionali dell’assessore del Comune di Filiano, Domenico Pace, l’incontro ha visto inoltre la testimonianza del presidente Giovanni Romaniello e dell’allenatore Fausto La Capra dell’U.S.D. Vitalba Filiano: società che ha come obiettivo primario quello di fare aggregazione a partire dalla Scuola calcio, e dove viene sempre insegnato il rispetto degli avversari e degli arbitri. Società sensibile anche sul tema del razzismo, il Vitalba ha nella sua rosa un giovane calciatore proveniente dal Senegal, Saga Lamine, anche lui presente all’incontro con la sua testimonianza.
«I temi (etica, razzismo e solidarietà) che apparentemente possono apparire slegati tra di loro, hanno una matrice comune ovvero quella educativa e culturale.» Così il Consigliere e Responsabile comunicazione del Comitato regionale Basilicata della FIGC-LND, Gianluca Tartaglia, nelle sue conclusioni. Su Roberto Sabato «è un esempio positivo a cui fare riferimento come esempio di vita. Un figlio di questa terra che ha vissuto e vive la propria vita personale e sportiva all’insegna di quell’etica e di quei valori che dovrebbero guidare anche la vita di voi ragazzi e giovani.» 
Tartaglia termina con un invito a tutti i giovani che si avvicinano al calcio: «Vivere avendo un’etica significa battersi ogni giorno – nella vita come in un campo di calcio – affinché sia sempre il merito a prevalere, senza furbizie, ma solo rispettando le regole. È una questione culturale prima di tutto.» e con un monito «Nel nostro paese purtroppo non abbiamo una cultura sportiva sviluppata. Il rispetto è un valore spesso dimenticato. Il messaggio che il mondo del calcio – compreso quello dilettantistico – è netto: tolleranza zero contro ogni forma di razzismo e discriminazione. Compresa quella territoriale.»
A moderare il vivace dibattito la giornalista Elisa Casaletto, conduttrice del programma di calcio “A Bordo Campo” su Radio Color.
Al termine del dibattito, ampio spazio dedicato al numeroso pubblico presente – oltre ai giocatori della società Vitalba e agli allievi della Scuola Calcio, hanno partecipato diversi genitori (papà e mamme) – per le foto di rito con il calciatore Sabato, insieme al massimo alloro di cui si è fregiato alle Universiadi. 

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