REFERENDUM: BASILICATA POPOLARE PROMUOVE COMITATO PER IL NO

Un comitato di cattolici, popolari e riformisti per il NO al referendum costituzionale sarà presentato sabato 24 settembre a Potenza presso la Sala 3 del Consiglio Regionale della Basilicata (ore 10). L’iniziativa parte da Basilicata Popolare, movimento fondato da Antonio Flovilla ed altri nel 2009.
E’ lo stesso Flovilla a spiegarne le motivazioni: la Basilicata ha bisogno di recuperare il senso civico della partecipazione per esprimere al meglio le sue potenzialità. E dopo le amministrative Basilicata Popolare guarda al nuovo appuntamento elettorale referendario come appuntamento importante per rilanciare la partecipazione democratica che è seriamente a rischio con la riforma costituzionale voluta da Renzi e sostenuta da buona parte del Pd. La Costituzione non si cambia né a colpi di voti di fiducia in Parlamento e tanto meno con patti trasversali e sicuramente poco trasparenti. La posizione assunta da numerosi ed insigni costituzionalisti che esprimono perplessità di metodo e di merito è una buona base per un confronto che intendiamo animare dalle prossime settimane ed in primo luogo con i cittadini. La posta in gioco tra il Sì e il No nel prossimo referendum costituzionale non è il Senato ma è l’abbandono della Costituzione vigente e la sua sostituzione con un sistema di democrazia dimezzata in cui i valori e i diritti riconosciuti nella prima parte della Carta, da cui dipendono la vita, la salute e il benessere sociale dei cittadini. Mettendo mano alla Costituzione – continua Flovilla – c’è chi vuole riaprire vecchie questioni di democrazia risolte da tempo e da cui non si può tornare indietro: divisione dei poteri, sovranità popolare, fiducia parlamentare ai governi senza vincolo di disciplina di partito, libertà e diritti sottratti all’arbitrio dei poteri, anche se espressi dalle maggioranze. Si sarebbero dovute fare riforme rivolte al futuro sui diritti al lavoro e a condizioni economiche e sociali che non impediscano il pieno sviluppo della persona; diritti pur sanciti in Costituzione, non si sono mai realizzati. È questa domanda che avrebbe risvegliato la coscienza pubblica, a cominciare dai giovani oggi così disperati, e avrebbe consentito di curare la piaga sociale dell’assenteismo e dell’indifferenza. La Costituzione è un bene comune e, pur provenendo ciascuno da parti diverse, comune deve essere la battaglia di uomini e donne per la sua cura e la sua difesa, ognuno lottando però con i suoi colori e con le sue bandiere.

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