La delibera della giunta
regionale n.740 del 29 giugno scorso (tetti di spesa per le strutture private
sanitarie accreditate), che domani giovedì 21 luglio è all’esame definitivo
della Quarta Commissione, oltre ai punti di criticità segnalati, dimentica
quello che è un nodo centrale per l’intero processo di riforma del sistema
sanitario regionale (pubblico e privato) che il Governo Regionale si appresta
a definire e che è il più delicato per le implicazioni dirette sul diritto alla salute. Lo afferma Sanità Futura.
a definire e che è il più delicato per le implicazioni dirette sul diritto alla salute. Lo afferma Sanità Futura.
Sulla questione - che coinvolge almeno una settantina di persone a
rischio immediato di perdita del lavoro (operatori sanitari, dipendenti
amministrativi, medici specialisti); oltre 5mila pazienti al mese di altre
regioni da rispedire indietro – si registra da alcune settimane un braccio di
ferro tra Associazioni di categoria ed uffici dell’Asm di Matera e dell’Asp di
Potenza e del Dipartimento Salute a cui è indispensabile mettere fine il più
rapidamente possibile.
Va ricordato che il caso, scoppiato agli inizi del mese di maggio scorso
all'ASM – è scritto nella nota di Sanità Futura - è poggiato su una “semplice” determinazione
dirigenziale, un limite di accesso dei cittadini non residenti in regione alle
strutture sanitarie private accreditate di Matera e provincia. Un caso che ha
molte, gravissime, ripercussioni e che diviene emblematicamente “nazionale” se,
come appare evidente, trae origine da una cosiddetta
"interpretazione" degli uffici di una legge, non citata nei
provvedimenti adottati. Eppure la stessa ASM ormai da mesi ha inviato al
Dipartimento regionale alla Salute un vero e proprio quesito che evidentemente
è ancora prigioniero nelle nebbie burocratiche, non avendo avuto alcuna
risposta.
Non vorremmo che il braccio di ferro – ripetiamo, giocato sulla salute
degli utenti e sul lavoro degli operatori – si sposti in aule giudiziarie per
decidere interpretazioni di norme e quindi chi ha ragione e chi a torto magari
mentre utenti oncologici sono lasciati soli a vivere il proprio dramma. Non
vorremmo che prevalesse la teoria che tagliando su prestazioni essenziali si
possa risparmiare rispetto ai pesanti deficit accumulati dagli ospedali.
Per questo – afferma Sanità Futura - riteniamo che
ci siano sufficienti strumenti politico-istituzionali per affrontare con
decisione questa situazione, specie in questo momento in cui la IV Commissione
consiliare si accinge ad esprimere il proprio parere sulla delibera 740, che
potrebbe risolvere all’istante un problema enorme e che invece non dice una
parola, come se non esistesse. Speriamo di non doverci ritrovare a spiegare a
pazienti che vivono il dramma di un cancro e agli operatori che li assistono,
qualcosa di semplicemente inspiegabile: il nulla.
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