ALFANO E ASSOCIAZIONI LUCANE ATTENZIONATE DAL MINISTERO DELL’INTERNO. PERCHE?

Dalle dichiarazioni rese da Alfano Ministro dell’Interno e in visita in Basilicata emerge una posizione assunta nei confronti delle associazioni ambientaliste lucane assolutamente non condivisibile. Le associazioni ambientaliste lucane hanno svolto le loro funzioni sempre nel rispetto del dialogo e delle istituzioni facendo informazione sulle questioni più rilevanti e, tra queste, in merito allo sfruttamento petrolifero in Basilicata.
Se chiedere la tutela della salute e dell’ambiente è esercizio arbitrario e non democratico dei propri diritti, e se il diritto alla parola e all’informazione comporta, quale conseguenza, l’attenzione da parte del Ministero dell’Interno che si preoccupa anche di prevenire che nulla di grave possa accadere, allora è necessario fare alcune riflessioni. Diverse inchieste giudiziarie hanno messo in luce ipotesi di crimini ambientali compiute in Basilicata e in altri ambiti si parla di infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra regione. Eppure il Ministro Alfano piuttosto che rendere dichiarazioni o prendere posizioni su tali gravissimi fatti, delle associazioni ambientaliste lucane dichiara che “quando si parla di questi fenomeni non parliamo certo di fenomeni pacifici di protesta che sta tutto nell’articolo della Costituzione che riguarda la libertà di espressione del pensiero e le leggi di pubblica sicurezza che riconoscono e concedono luoghi e spazi e possibilità per le manifestazioni. Quello è l’ambito delle manifestazioni e non è l’ambito dell’ordine pubblico che è quello tracciato e monitorato in questa relazione”. Allora forte è il rischio che corriamo in Basilicata di criminalizzare l’informazione in materia ambientale e su questo aspetto si deve aprire un ampio e pubblico dibattito nelle piazze come nei consigli comunali di tutti i comuni interessati dai progetti petroliferi. Le parole di Alfano, infatti, non hanno scosso la politica lucana che non ha ritenuto di esprimersi ancora sulla questione. E allora la parola dev’essere assunta dalla coscienza civile di ogni singolo cittadini lucano e di tutte le associazioni e dei comitati ambientalisti per chiedere alle istituzioni e alla politica perché si tenta di criminalizzare chi chiede, sempre pacificamente, la tutela della salute dei cittadini lucani? 

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