Sono
cinque le proposte dell’ ASPAT Basilicata (Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale) contenute in una
lettera aperta, a firma della presidente regionale Antonia Losacco, rivolta a
Presidente Marcello Pittella.
Queste
in dettaglio:
1.
La definizione delle modalità di composizione dei tetti di spesa deve farsi
attraverso una contrattazione trasparente e paritaria delle Associazioni di
Categoria rappresentanti gli interessi diffusi dei Centri e
soprattutto articolata per singola Branca specialistica, attese le peculiarità e diversità di ognuna di esse.
soprattutto articolata per singola Branca specialistica, attese le peculiarità e diversità di ognuna di esse.
2.
Il tetto di “qualità” non è utilizzabile in quanto i parametri hanno già fatto
parte delle verifiche attinenti l’accreditamento istituzionale e del correlato
processo di qualità certificata e soprattutto perché assolutamente
discrezionale e quindi foriero di contenzioso giudiziario. Esso – a parere
dell’ASPAT - deve essere assorbito in parti uguali dal tetto di struttura (storico
LEA configurato
al
70% equivalente al principio di affidamento dei Centri) e dal tetto di Branca
(cd. di “competitività” configurato al 30% - quota di garanzia alla libera
scelta).
3.
Il tetto di Branca nella misura del 30% complessivo deve essere collegato
necessariamente:
• all’istituzione
di tavoli tecnici aziendali di monitoraggio e controllo della spesa;
• alla
preservazione della quota di mobilità extraregionale dell’intera specialistica,
con particolare riguardo alle Branche di Radiologia Medica, Diagnostica per
Immagini e Laboratori di Analisi;
• al
principio di appropriatezza concernente per la Branca di FKT la rimodulazione
prescrittiva-erogativa dei due setting assistenziali con conseguente
riequilibrio quantitativo delle prestazioni ambulatoriali e domiciliari e ciò
attraverso un rapporto percentuale congruo di erogazione (max 60/40),
analogamente ad altre regioni italiane. Laddove si ravvisi la necessità di
ulteriori cure prestazionali domiciliari eccedenti quelle inserite nel
contratto, le Aziende Sanitarie Locali – è scritto nella lettera dell’ASPAT -
devono prevedere contratti integrativi con gli erogatori insistenti sul
territorio allocando apposite risorse aggiuntive.
4.
Fermo restando l’invalicabilità del tetto di spesa definito come consuntivato anno 2011 occorre
tener conto dell’ampliamento del parterre degli erogatori e pertanto
predisporre con risorse regionali l’incremento di tetto per i nuovi erogatori a
far data dall’anno 2012 assegnando ad essi un tetto di partenza rapportato almeno
al minimo assegnato a strutture analoghe già operanti a quella data.
5.
Al fine di definire la congruità delle prestazioni erogate occorre prevedere
per ogni struttura la corrispondente COM (Capacità Operativa Massima) basata
sulla complessità della dotazione strumentale, strutturale e di personale
contrattualizzato nel rispetto dei CCNL di Categoria posseduta.
Nella
lettera Losacco inoltre sottolinea che dal mese di marzo circolano varie bozze
di delibera dei tetti di spesa divergenti tra loro ed ispirate ad indicazioni
fornite da vari interlocutori in rappresentanza di organismi di categoria o
presunti tali, che utilizzano canali politici, in luogo di un coinvolgimento
paritario di tutte le Associazioni rappresentative del comparto; sottolinea che
le decisioni che saranno assunte in ordine alla formulazione dei tetti di spesa
avranno importanti
ricadute
economiche e sociali per ciò che attiene le scelte imprenditoriali, i livelli
occupazionali,
il
diritto alla salute e la salvaguardia della libera scelta del cittadino;
evidenzia che la programmazione deve essere fatta salvaguardando le realtà
esistenti ma tenendo conto anche del riequilibrio prestazionale e territoriale
della spesa.
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