ELEZIONI: BASILICATA POPOLARE, NON SERVE ADESSO LA “GARA” A CHI E’ PIU’ BRAVO A RICHIAMARSI AL CIVISMO

Parlare di “risultato storico” a Melfi per rivendicare una presenza e non rendersi conto dello tsunami civile e politico che è scoppiato fuori dai confini di Melfi non è un’operazione di buona politica. Anzi conferma posizioni di lealtà assoluta al Pd dopo l’allargamento-camuffato in Regione e non aiuta l’area moderato-popolare e cattolica ad uscire dal vicolo in cui si vorrebbe incanalare per conservare posizioni personali.
Il voto alle amministrative, specie dopo il ballottaggio di domenica scorsa, invece, va letto ed interpretato come volontà di cambiamento e al tempo stesso come ultima chiamata per l’area moderato-popolare e cattolica per arginare da una parte la disaffezione alle urna e dall’altra l’antipolitica. E non serve la gara che sembra scatenarsi in queste ore su chi è più bravo a richiamarsi al civismo se poi si riduce ad una semplice aspirazione o al massimo ad un impegno generico. Ancor più dannosa è l’indicazione a “schiacciarsi” sul Pd come se fosse l’ultimo baluardo-anti Grillo. Il dato politico che emerge con chiarezza, a livello nazionale come regionale, è che il Pd di Renzi è stato bocciato, il grillismo fa breccia nel comune sentire della insofferenza e della protesta anche e soprattutto negli ambienti cattolici (il risultato di Roma ne è la massima dimostrazione), il centrodestra tradizionale e “lepennista” di Salvini non sfonda nell’elettorato e che c’è un’area di cittadini moderati e riformisti, a destra di Renzi, che non si riconosce nell’attuale “offerta politica” e non trova punti di riferimento. E’ a quest’area che ci rivolgiamo per indicare una prospettiva di cambiamento basato su un 'riformismo mite' capace di puntare al rinnovamento della politica e delle classi dirigenti con un nuovo protagonismo dei cattolici e dell’intera società civile lucana. La Basilicata ha bisogno di recuperare il senso civico della partecipazione per esprimere al meglio le sue potenzialità. E dopo le amministrative Basilicata Popolare guarda al nuovo appuntamento elettorale referendario come appuntamento importante per rilanciare la partecipazione democratica che è seriamente a rischio con la riforma costituzionale voluta da Renzi e sostenuta da buona parte de Pd. La Costituzione non può essere cambiata né a colpi di voti di fiducia in Parlamento e tanto meno a colpi di patti trasversali e sicuramente poco trasparenti. La posizione assunta dal gruppo di 50 insigni costituzionalisti che esprimono perplessità di metodo e di merito è una buona base per un confronto che intendiamo animare dalle prossime settimane ed in primo luogo con i cittadini.

Antonio Flovilla, presidente Basilicata Popolare

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