“R FUCH’ R’ SAN GIUSEPP’ “ A RIONERO

Una tradizione che si rinnova grazie all’Ass. “ I Briganti di Crocco”. 
di Michele Traficante 

Anche quest’anno a Rionero c’è stato il grande falò di San Giuseppe. Una montagna di fascine, di sarmenti e di legna di ogni tipo e dimensione è stata preparata con cura nella centralissima Piazza XX Settembre. In verità negli anni passati in ogni quartiere della città si accendevano i fuochi nella serata della festa di San Giuseppe.
Intorno ad essi si riunivano grandi e piccini per ammirare le fiamme che salivano al cielo mentre le donne anziane intonavano canti e preghiere in onore del Santo falegname, padre putativo di Gesù. Era una festa; per giorni i ragazzi “visitavano” vigneti e uliveti per procurarsi “r’ seppr” (tralci di viti secchi) e rami vari che venivano poi trascinati (portati) in paese e accatastati a forma di cono negli slarghi del rione. In cima si poneva una grossa bambola di pezza imbottita di mortaretti e petardi che, a contatto con le fiamme, scoppiavano con grande fragore facendo scappare via i bambini piangenti per la paura. 


Alla fine ogni famiglia portava a casa un tizzone acceso in segno di benedizione. Negli ultimi anni a Rionero, forse anche per la presenza delle condotte di metano nelle strade cittadine, non si fanno più i fuochi di San Giuseppe nei quartieri ma ci si riduce solo ad un unico grande falò nella Piazza XX Settembre. 


Così anche quest’anno, il tradizionale fuch’ di San Giuseppe a Rionero è stato promosso e organizzato con grande impegno e bravura dai soci della locale Associazione “I Briganti di Crocco” con il patrocinio dell’Amministrazione comunale. Da parecchi giorni essi si sono messi al lavoro andando a raccogliere nelle campagne una grande quantità di sarmenti (nei giorni scorsi i contadini hanno proceduto alla potatura delle viti), rami di alberi e ogni tipo di legna da ardere. Trasportato il tutto nella Piazza XX Settembre (precisamente nello spazio una volta occupato dal cinema teatro Combattenti) i baldi giovani hanno innalzato un’imponente catasta (u’ casazz’) a forma di cono. In cima alla quale questa volta anziché la classica bambola di carta hanno fissato due pupazzi ad altezza naturale con gli abiti (veri) di una sposa e di sposo. 
Chissà il significato di questa scelta! Prima dell’accensione del falò (una novità di quest’anno) degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Michele Granata” hanno intrattenuto il numeroso pubblico con l’esecuzione di canti e musica da parte dell’orchestra Ensemble ricevendo calorosi e prolungati applausi. Inoltre ha animato la serata il Gruppo Folk I f’st’ nidd di Lavello con canti e balli tradizionali coinvolgendo anche il pubblico presente. Grande la meraviglia e gli apprezzamenti dopo l’accensione del grande falò con il crepitio e le alte fiammate e il conseguente bruciamento dei manichini dei poveri sposini che sono finiti letteralmente in fumo e in cenere. Brevi fuochi pirotecnici hanno illuminato la serata fra la soddisfazione del pubblico. Buon successo ha avuto anche la lotteria abbinata al falò di San Giuseppe. Grande merito va riconosciuto ai giovani amici dell’Associazione “I Briganti di Crocco” che ancora una volta (è il quinto anno) hanno saputo tenere questa viva e sentita tradizione che Rionero non vuol lasciare morire.

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