LA STORIA DI MELFI VISTA DA PADRE CARLO


Un corposo lavoro sulla città normanna e i frati conventuali di S. Francesco. 
di Michele Traficante 

 Indubbiamente si tratta di un pregevole lavoro di padre Carlo Palestina: “ Melfi e i Francescani Conventuali”. Questo il titolo dell’interessante volume pubblicato dall’infaticabile “Frate cultura”, ormai noto per le numerose ed interessanti pubblicazioni sulla storia della Basilicata e della zona del Vulture in particolare.
“Di grande interesse per la storia della nostra città – affermò l’allora sindaco di Melfi, Alfonso Ernesto Navazio - si presenta la nuova opera, perché padre Carlo ha saputo con grande competenza inserire l’attività della comunità di S. Francesco nella storia socio – religiosa della città, perché i frati hanno saputo aprirsi agli influssi esterni, fin dall’inizio del loro arrivo in Melfi nei primi decenni del XIII secolo”.

Infatti, padre Carlo nel suo documentatissimo volume, ricco di numerose fotografie in bianco e nero e a colori sugli edifici simbolo della città ed, in particolare, sulla chiesa di S. Antonio, traccia un quadro esaustivo delle attività dei frati francescani nel corso dei secoli, saldamente intrecciate con la storia di Melfi. “Padre Carlo – ha scritto in prefazione del volume Antonio Giovannucci, direttore regionale per i Beni Ambientali e Paesaggistici di Basilicata – è un dotto frate francescano, vigile e attento, ma non un tecnico. 


E come è nel suo stile non si ferma alla storia di S. Francesco, ma si apre alla storia della città di Melfi, alla quale aggiunge numerosi nuovi e inediti tasselli”. Interessanti, a tal riguardo, la ricostruzione al computer, della pianta del centro storico di Melfi con le indicazioni delle chiese e delle antiche porte della città: Porta Calcinaia, Porta Bagno, Porta Venosina e Porta Troiano, quasi tutte scomparse. “ La nostra storia, come tutte le storie, è storia sacra “ Questa citazione di don Giuseppe De Luca – ha osservato mons. Gianfranco Todisco, vescovo della diocesi di Melfi, Rapolla e Venosa – è cara a padre Carlo Palestina che ama ricordala spesso. Nella storia dell’insediamento a Melfi dei figli di San Francesco egli ci accompagna alla scoperta delle tracce di Cristo nella storia, nella nostra storia, in questa terra lucana”. Il volume si compone di 11 capitoli: 1° Gli albori dell’Ordine Francescano, 2° Melfi dal secolo XI alla prima metà del XIII, 3° Melfi all’arrivo dei Minoriti, 4° Il Francescanesimo in Basilicata, 5° Dagli Svevi agli Angioini, 6° Mercati fiorentini a Melfi e rapporti con i Frati di S. Francesco, 7° Il ‘400 un secolo difficile, Il complesso conventuale rinnovato in una diocesi in crescita, 8° Nel ‘600 un figlio di Melfi al vertice dell’Ordine Francescano ( Fra Giuseppe Pisculli, dal 1602 al 1607 Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, n.d.r.), 9° La Platea dei beni dal 1718, 10° Gli ultimi bagliori di un glorioso convento, 11° Sintesi storico- architettonico del complesso conventuale ( 1220 – 1809). Un lavoro poderoso, frutto di lunghe e pazienti ricerche, che testimonia ancora una volta la profonda cultura di padre Carlo Palestina che già nel corso degli anni ha lasciato una traccia significativa nella conoscenza della storia della Basilicata, in particolare col Centro Studi “Conoscere il Vulture”. “Siamo ancora una volta spinti – ha sostenuto, da parte sua, Vito Santarsiero, allora presidente ANCI Basilicata, – a sostenere padre Carlo nel suo impegno e saremo ben lieti se saremo chiamati ancora ad intervenire da altre piacevoli “sorprese” che vorrà offrire ad incrementare la storia della Basilicata” Il volume, è stato presentato alcuni anni fa a Melfi nella chiesa di Sant’Antonio, alla presenza di un numero ed interessato pubblico, con l’intervento di illustri personalità religiose e istituzionali, fra gli altri, il sindaco di Melfi del tempo, Ernesto Navazio, il vescovo diocesano mons, Gianfranco Todisco, l’allora prefetto di Potenza Luciano Mauriello originario dei Melfi, il Direttore regionale per i Beni Ambientali e Paesaggistici di Basilicata Antonio Giovannucci, il giornalista don Gerardo Messina, l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giampaolo D’Andrea, oltre l’autore il quale ha riferito di alcune notizie inedite, quali la sicura presenza di S. Francesco a Melfi e quella di una Santa Elisabetta come possibile moglie di Federico II. Tutti plaudirono all’impegno di ricercatore e studioso dell’umile frate francescano e al valore e alll’importanza del volume per la storia della città di Melfi e non solo.

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