Confesercenti-Anva: “Abusivismo e dequalificazione mercati allontanano i consumatori”

La crescita dell’abusivismo e la dequalificazione dei mercati allontanano i consumatori dai banchi. Dal 2008 ad oggi i clienti abituali di mercati di commercio ambulante in Italia sono passati dal 26 al 18%, pari a quasi un terzo del totale dei consumatori. E’ quanto emerge da un sondaggio Confesercenti SWG realizzato in occasione del convegno “C’era una volta il mercato.
Qualità, accoglienza, luogo di incontro e opportunità di acquisto. Riprendiamoci il mercato, basta degrado, basta abusivi” organizzato durante l’Assemblea Annuale ANVA Confesercenti svoltasi a Roma, con la partecipazione di una delegazione di ambulanti della provincia di Potenza. In Basilicata – ricorda la Confesercenti - al 30 giugno 2015 sono 1.118 quelle registrate alle Camere di Commercio (604 in provincia di Potenza e 514 in quella di Matera) a cui aggiungere almeno altri 6-700 “abusivi” per un terzo di nazionalità extracomunitaria. A incidere sulla situazione – si legge nella nota - è stata senz’altro la crisi; ma ha pesato anche una progressiva disaffezione dei consumatori, allontanati dalla crescita dell’abusivismo, che peggiora l’ambiente e l’offerta. Tra le motivazioni più citate da chi ha abbandonato gli acquisti fra i banchi, infatti, la presenza di troppi venditori abusivi o irregolari è al primo posto, segnalata dal 21% degli intervistati. Seguono il basso livello dei prodotti in vendita (20%) e la sensazione che i mercati siano diventati troppo caotici (15%). “Il rapporto tra abusivismo e dequalificazione dell’offerta è, purtroppo, un circolo vizioso” commenta Maurizio Innocenti, Presidente dell’Anva. “Il boom di venditori abusivi ha portato ad un peggioramento generale dell’immagine dei mercati. Irregolari e abusivi, infatti, vendono soprattutto merce contraffatta o di dubbia provenienza e qualità, portando molte persone a ritenere che ci sia stato un forte peggioramento qualitativo dell’offerta di questa tipologia di commercio. Una generalizzazione sbagliata: ci sono moltissimi imprenditori regolari, attivi nel commercio su aree pubbliche e nei mercati, che puntano proprio su un elevato rapporto qualità prezzo per attirare e fidelizzare la clientela. Per questo il commercio ambulante è un canale distributivo che va tutelato e valorizzato”. La crescita del fenomeno abusivismo è chiaramente avvertita anche dagli italiani che frequentano i mercati. Il 36% segnala di aver assistito negli ultimi anni all’aumento del numero di abusivi, mentre solo un consumatore su dieci dice non riscontrarne la presenza nel mercato in cui si serve abitualmente. Una quota molto vicina al 31% di intervistati dichiara che l’ambiente in cui si svolge il mercato è peggiorato rispetto a 5 anni fa. La clientela rimasta, però, ha comunque ancora buoni motivi per scegliere di fare la spesa tra i banchi. Le persone che frequentano i mercati lo fanno soprattutto per “curiosare”, per svagarsi in un contesto che abbina un’atmosfera piacevole a prodotti convenienti, dividendosi più o meno equamente per quanto riguarda la tipologia di acquisto fatto: il 29% compra prodotti alimentari, ed una quota uguale cerca quelli non alimentari. Chi acquista entrambi invece è il 27%, mentre il 13% li frequenta per puro piacere e non acquista quasi mai nulla. “Gli ambulanti da sempre sono trattati con poca attenzione dalla politica e afferma Prospero Cassino, presidente Confesercenti Potenza - spesso maltrattati dalle istituzioni, che non capiscono che sono una risorsa, e non un problema! Il nostro e’ un settore in grande difficolta’ come e’ in difficolta’ il commercio a posto fisso, perche’ calano i consumi in special modo al Sud, e in particolar modo tra i soggetti piu’ deboli della societa’, cioe’ i nostri clienti. Nonostante le difficolta’ e il calo delle vendite, aumentano il numero dei venditori ambulanti: questo significa che il nostro e’ un settore che procura lavoro e contribuisce a calmierare i prezzi del mercato, a fronte di una crisi generale. Ma – denuncia Cassino - i Comuni spesso non rispettano gli indirizzi regionali e ogni Comune funziona in maniera diversa dall’altro, applicando prezzi diversi e spesso altissimi, sia come occupazione di suolo pubblico, che come raccolta dei rifiuti, occupando lo stesso suolo e producendo gli stessi rifiuti. Senza ricevere in cambio nessun tipo di servizio! Nemmeno un bagno pubblico! Noi siamo convinti che dobbiamo invertire la tendenza e ottenere l’attenzione del mondo politico che ci è dovuta”.

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