CONFCOMMERCIO: A POTENZA PRESSIONE IRAP PIU’ IRPEF PARI AL 35,6%

Un contribuente di Potenza con imponibile IRAP pari a 50mila euro e un imponibile IRPEF pari a 50mila euro versa alle casse di Regione, Comune e Stato 17.776 euro. La pressione IRAP più IRPEF è pari al 35,6%.  Sono i dati più significativi della ricerca
"La legge di stabilità 2016 e le prospettive della tassazione locale in Italia", realizzata dal Cer in collaborazione con Confcommercio Imprese per l’Italia. Sempre nel caso del contribuente di Potenza – ricorda Confcommerio – l’aliquota Irap è al 3,90%, l’addizionale media regionale Irpef è all’1,53% e all’addizionale comunale allo 0,80%. Dal punto di vista quantitativo, due sono le conclusioni a cu si perviene. Da una parte si rileva come il DDL Stabilità 2016, eliminando la tassazione sulla prima casa, contribuisca a interrompere la tendenza crescente che ha interessato per quasi un quindicennio il livello delle imposte locali. Dall’altra parte si osserva come la pressione fiscale riconducibile alle Amministrazioni locali resti collocata su valori di massimo storico, con forti disomogeneità fra territori. Adottando invece come prospettiva di analisi l’equilibrio degli assetti istituzionali, l’elemento principale messo in evidenza dallo studio è l’incertezza in cui versa il disegno federalista.
Sembra prevalere – è il comento del presidente di Confcommercio Potenza Fausto De Mare - una spinta tesa a restituire centralità alle scelte fiscali nazionali, a scapito dell’autonomia tributaria degli Enti locali. Ciò avviene tuttavia in assenza di un organico ripensamento dei risultati ottenuti attraverso il decentramento amministrativo, col rischio di cristallizzare gli attuali livelli di spesa e tassazione locale, a fronte di un’ ulteriore perdita di efficienza dell’assetto istituzionale.
Quanto alle prospettive, nel 2016-17 la tassazione locale dovrebbe scendere al 5,5% del Pil, sempre grazie alla decisione governativa di eliminare l'imposizione sulla prima casa. Il peso delle imposte dirette locali resterebbe invece fermo al suo livello massimo (2,2% del Pil) per tutto il 2016, per scendere di due decimi solo nel 2017. Per quanto concerne infine la spesa pubblica, il responsabile dell'Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che "sarebbe scorretto negare che non si sia fatto nulla negli ultimi tempi, ma una vera e propria riduzione non c'è ancora".


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