TURISMO ARCHEOLOGICO: C.S. THALIA, BASILICATA “CASO” DI OPPORTUNITA’ SPRECATA

Dobbiamo accontentarci dei 256.770 visitatori nel 2015 dei nostri 17 luoghi della cultura statali, vale a dire un numero complessivo minore a quello dei visitatori della sola Paestum e a quanti sono i visitatori in soli tre giorni di Pompei? E’ l’interrogativo che gli operatori del Centro Studi Turistici Thalia pongono innanzitutto alle istituzioni.
  
Parliamo di un'industria – sottolinea la nota - che vale nel Paese 159,6 miliardi di euro, che rappresenta il 10,3 per cento del Pil nazionale e che dà lavoro a circa 3 milioni di persone. Un settore che avrebbe grandi potenzialità di espansione, ma sconta le difficoltà degli operatori, ma anche degli enti locali, a fare sistema e recuperare competitività rispetto ad altri Paesi europei e ad altri siti italiani. Secondo il Thalia nel Mezzogiorno ci sono 712 comuni con almeno un “attrattore culturale”: si tratta del 25% dei comuni meridionali. Per meglio comprendere i margini di sviluppo del circuito virtuoso turismo-cultura è necessaria una comparazione tra le diverse tipologie di turismo in relazione alla propensione alla spesa. Il turista culturale che soggiorna in Italia è più propenso a spendere 52 euro al giorno per l’alloggio, in media, e 85 euro per spese extra, contro i 47 euro per alloggio e 75 per gli extra di chi viaggia per ragioni non culturali. Per il Mezzogiorno, il turismo culturale resta il più potente moltiplicatore di valore aggiunto. Se in Italia, infatti, per ogni presenza aggiuntiva il turismo culturale genera 105,4 euro di Pil e presenta un valore pari ad oltre il 38% in più del dato del balneare (76,3 €), al Sud l’effetto moltiplicativo è ancora più elevato perché è pari a circa il 55% in più (a 58,1 euro di pil generato nel balneare meridionale ne corrispondono 90,4 di pil generato nel culturale). Al turista straniero, inoltre, non sfugge la voglia di scoprire e immergersi nelle prelibatezze culinarie italiane: nel 13% dei casi gli interessi enogastronomici li spingono a scegliere l’Italia come destinazione di vacanza (per gli italiani ciò avviene per il 9%) e nel 21% dei casi degustano i prodotti tipici locali (in linea con lo scenario generale).
Per questo la considerazione del Presidente del Consiglio Regionale Lacorazza – “sotto la terra è custodito un pezzo importante del nostro futuro, e la valorizzazione delle ricerche archeologiche è un modo non effimero per costruire intorno a Matera 2019 una economia della cultura in Basilicata” – evidenzia il Thalia – deve diventare motivo di impegno ad ogni livello politico-istituzionale senza fermarsi al più 13% di visitatori nell’ultimo anno. Ci aiuta in proposito la cosiddetta “mozione di Paestum” lanciata nell’ultima edizione della Borsa del Turismo Archeologico di Paestum: il documento evidenzia quanto i territori del Mezzogiorno esprimano una propria forza economica anche attraverso l’elevata qualità del proprio patrimonio culturale diffuso e dei paesaggi, le cui straordinarie potenzialità sono ampiamente inespresse. “Per le regioni del Sud – recita la mozione - il patrimonio culturale ed il paesaggio sono, infatti, non solo elementi fondanti della propria identità, ma anche potenziali potenti strumenti di miglioramento della qualità dello sviluppo economico sostenibile e per la creazione di opportunità di lavoro qualificato in particolare per i tanti professionisti dei beni culturali, formati nelle nostre Università. Tuttavia – constata il documento - ad oggi tali potenzialità non si sono ancora pienamente dispiegate in termini di sviluppo socio-economico, occupazione, benessere diffuso”. Per sviluppare tali potenzialità nel Mezzogiorno la mozione invita il Governo ad avviare percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale in connubio con la tutela, auspica la rapida adozione nelle regioni del Sud dei Piani Paesaggistici Territoriali, sollecita lo sviluppo di conoscenze pluridisciplinari, invita il MiBACT a incentivare percorsi di collaborazione con altri soggetti istituzionali e a proseguire nel percorso avviato per la migliore gestione delle risorse del Programma Operativo Nazionale cultura, anche in connessione con i Programmi Operativi Regionali delle Regioni del Sud.
I Parchi Archeologici, specie se presentano aspetti innovativi rispetto a quelli “tradizionali” e soprattutto se gestiti a livello manageriale, con capacità professionali che vanno al di là della conoscenza e della passione, o meglio ancora gestiti da società miste pubblico-privato, perseguendo l’obiettivo della “trasformazione” del consumatore-turista in senso emotivo, fisico, intellettuale -sottolinea Arturo Giglio, segretario del Thalia - sono uno strumento di sviluppo socio economico e di valorizzazione del territorio e delle risorse culturali, al punto da rappresentare un’opportunità di crescita dell’economia locale e di nuova occupazione. Purtroppo la Basilicata è un caso di opportunità sprecata. In sostanza le identità di un territorio possono essere valorizzate attraverso le archeologie (dell’ambiente, della produzione, sperimentale), determinando una nuova offerta culturale a condizione che  alla valorizzazione si affianchi la politica del prodotto, sdoganando una parola che fino a qualche tempo fa sembrava tabù per le sue evidenti ricadute economiche. Insomma, bisogna sapere intercettare la domanda sempre più sofisticata. I circuiti sono  la tipologia più dinamica in grado anche di generare una considerevole quota di introiti che risulta essere pari al 44% del totale. Il successo dei circuiti conferma l’importanza di un’offerta integrata non solo tra le attrazioni in sé ma anche con il territorio e gli altri servizi di ospitalità. Un’altra indicazione per recuperare terreno bisogna puntare sulla politica delle tre 'D': digitale, design e diversificazione. Infine servono promozione, destagionalizzazione, commercializzazione e segmentazione dell'offerta. Tutti fattori determinanti per costruire il successo di Matera 2019-Parchi Archeologici.


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