DEFIBRILLATORI E DECRETO BALDUZZI: IL CSI DI MELFI ILLUSTRA LA NUOVA NORMATIVA IN UN PUBBLICO CONVEGNO, ASSIEME ALL'AMMINISTRAZIONE LOCALE.
È
stata una serata dall'alto valore formativo ed informativo per tutto il mondo
sportivo melfitano e non solo, quella che si è tenuta venerdì 8 gennaio, nella
sala consiliare del municipio di Melfi, dove il Comitato del Centro Sportivo
Italiano e l'Amministrazione Comunale hanno organizzato un convegno-divattito sulla delicata
ed attualissima tematica legata al Decreto Balduzzi, che da questo mese di gennaio 2016 obbliga tutte le società sportive, anche dilettantistiche, a disporre di un defibrillatore semiautomatico e di personale adeguatamente formato durante le partite e gli allenamenti.
ed attualissima tematica legata al Decreto Balduzzi, che da questo mese di gennaio 2016 obbliga tutte le società sportive, anche dilettantistiche, a disporre di un defibrillatore semiautomatico e di personale adeguatamente formato durante le partite e gli allenamenti.
Di fronte ad una buona presenza di pubblico, composto per la maggior parte da
addetti ai lavori, ma anche di autorità civili come il consigliere regionale
Francesco Pietrantuono e l'assessore alle infrastrutture della città Franco
Fischietti, si è avuto modo di assistere ad un convegno che a fine serata ha
dato vita ad un dibattito, grazie ad interventi degni di nota, dove il
coordinatore regionale dell'attività formativa del CSI, Lorenzo Morano, ha
moderato un evento a cui hanno partecipato l'Assessore allo Sport di Melfi,
Lucia Moccia, che da padrona di casa ha aperto i lavori con un intervento
incentrato sulla necessità di adeguarsi ad una norma che non nasce oggi, ma che
arriva da lontano; il presidente del Comitato regionale del CSI, Eustachio Di
Cuia, ed ovviamente Aldo Cilenti, presidente del CSI di Melfi, ma soprattutto
gli "addetti ai lavori" chiamati dal Comitato di Melfi a dare
delucidazioni su questa norma che cambia in maniera importante il modo di fare
sport.
Gli "addetti ai lavori" in questione a cui ci riferiamo
rispondono ai nomi dell'avvocato Paola Metalli dell'Ufficio Legale Nazionale
del CSI, il dottor Daniele Pasquini della Presidenza Nazionale CSI ed il dottor
Gianluca Ziliani, amministratore delegato della Cardiac Scienze srl.
I numeri e le immagini delle slide proiettate da Ziliani hanno aperto i lavori nel senso stretto, mostrando quando l'arresto cardiaco nelle attività sportive, e non solo, sia tra le maggiori cause di morte, ma soprattutto come le probabilità di sopravivenza aumentino in maniera importantissima, ossia attorno al 75% con un primo soccorso espletato con l'utilizzo dei defibrillatori.
I numeri e le immagini delle slide proiettate da Ziliani hanno aperto i lavori nel senso stretto, mostrando quando l'arresto cardiaco nelle attività sportive, e non solo, sia tra le maggiori cause di morte, ma soprattutto come le probabilità di sopravivenza aumentino in maniera importantissima, ossia attorno al 75% con un primo soccorso espletato con l'utilizzo dei defibrillatori.
Più tecnici gli interventi di Pasquini e Metalli, che hanno
illustrato da dove nasce questa norma, gli obblighi e le responsabilità dei
presidenti delle società/associazioni sportive, fugando anche dubbi di natura
giuridica in merito, analizzando anche alcune serie di zone grigie di questo
decreto, che al momento non dà ancora indicazioni chiare per sport itineranti
come potrebbe essere il ciclismo o la corsa, visto che l'uso del defibrillatore
si rende obbligatorio anche per gli allenamenti, situazione questa difficile da
gestire per sport dove gli allenamenti avvengono spesso in solitaria.
Un decreto che ovviamente oltre alla presenza di queste importanti
apparecchiature, prevede la necessità di personale predisposto e formato
all'utilizzo di esse, addetti che dovranno nel tempo continuare la loro
formazione ed è per questo che il CSI, a livello nazionale, da tempo ha
intrapreso un percorso con varie realtà produttrici, accreditate anche come
formatori, come ad esempio la Cardiac, al fine di non lasciare da sole le
società del proprio ente.
Testimonianza di questa volontà di servizio da parte del CSI è
proprio una serata come questa appena illustrata, dove il Comitato di Melfi ha
voluto mettere a disposizione della comunità locale e non solo, ma anche degli
altri comitati CSI, presenti con dirigenti di Matera e Potenza, quelli che sono
i mezzi del proprio Ente, per dare informazioni, per fare formazione ed anche
per lanciare l'input di fare rete con tutto il mondo sportivo ed anche
istituzionale, in modo da dare risposte concrete ad una norma, ma soprattutto
ad una necessità etico-morale, anche con la prospettiva di non pesare
economicamente in maniera importante su tante piccole realtà sportive che
potrebbero essere minacciate dai costi relativi all'adeguamento a questa norma.
Ancora una volta comunque il CSI di Melfi dimostra di avere un ruolo cardine all'interno della società civile melfitana, un ruolo che dal 1953 gioca senza mai tirarsi indietro, mettendo le proprie competenze a disposizione di tutta la comunità.
Ancora una volta comunque il CSI di Melfi dimostra di avere un ruolo cardine all'interno della società civile melfitana, un ruolo che dal 1953 gioca senza mai tirarsi indietro, mettendo le proprie competenze a disposizione di tutta la comunità.
Lorenzo Zolfo
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