SARTO PER SIGNORA, COMMEDIA BRILLANTE IN SCENA RIONERO


Successo dello spettacolo teatrale presentato  dell’Associazione ASTEA
di Angela Traficante

Ha certamente avuto la possibilità di riflettere il pubblico che ha assistito all’ultima fatica teatrale presentata dall’Associazione culturale “Astea” di Rionero nell’auditorium del Centro sociale” Pasquale Sacco”.
I volenterosi attori rioneresi hanno sfogliato, letto e portato in scena “Sarto per signora”, una commedia in due atti dell’ironico e brillante Georges Feydeau (1862-1921), considerato uno dei maggiori commediografi del teatro francese e “narratore” delle numerose sfaccettature della natura umana di quel tempo, fatta di contraddizioni, di incoerenza e superficialità.



L’autore, che in un certo senso può dirsi attuale per il messaggio contenuto nei suoi scritti, attraverso  la leggerezza del tempo della Belle Epoque, tra trine, merletti e canzonette, tra guanti e bastoni intarsiati, tra dimore con decori dorati e fedeli domestici, mette in ridicolo, in maniera sottile ed ironica, la borghesia del tempo seduta in platea, convinta, illudendosi, di essere privilegiata per titoli, potere, ricchezze e posizione sociale. In buona sostanza, “Feydeau, mette a nudo i tanti difetti della società del suo tempo - ha spiegato il gruppo teatrale - presentando congegni comici, dialoghi e battute pungenti che in controluce smascherano il vuoto di valori di una fascia borghese fondata solo sull’apparenza”.
 Portare in scena tutto questo non è certamente cosa da poco perché al principio è tutto sottinteso, sussurrato, quasi normale, una quotidiana routine tra agi e pretesi servigi che, alla fine, illudono ed allo stesso tempo deludono gli stessi protagonisti che si rendono perfettamente conto del  peso della propria “maschera” e della gran confusione che regna nelle loro vuote vite a causa delle continue ed improvvisate bugie.
Il donnaiolo dottor Moulineaux, interpretato dall’instancabile Rino Corona che ha recitato in quasi tutte le scene dell’intera commedia, sposato da soli sei mesi con la giovane Yvonne d’Aigreville, (Florinda Traficante),  una notte non rientra perché si è trattenuto al ballo dell’Opèra cercando di sedurre una sua cliente, Suzanne Aubin, (Rossella Irenze), che invece non arriverà ed ha dimenticato le chiavi di casa.
Il mattino seguente, però, il medico bugiardo, sorpreso dalla moglie e nel tentativo di discolparsi, racconta di essere stato al capezzale dell’amico molto malato, Bassinet, (Giuseppe Tucciariello), che, guarda caso, si presenta proprio in  quel momento per convincere il dottore ad affittare degli appartamenti di sua proprietà.
Ma per difendere la giovane moglie arriva la mamma, la signora D’Agreville, (Olimpia Traficante), molto brava perché ha dato movimento e quel tocco di allegria e leggerezza, la  suocera impicciona del medico che fa di tutto per screditare il genero traditore, naturalmente a suo vantaggio. A tutto questo assiste, tra un campanello ed un servigio, il fedele domestico Stefano, (Roberto Pallottino), che alla fine cerca di guadagnarsi la fiducia del suo signore offrendogli appoggio e complicità.
Tra la confusione generale Moulineaux, per incontrarsi di nascosto con la sua amante, finisce per prendere in affitto l’appartamento dell’amico che, in precedenza, era stato occupato da una sarta e proprio qui, dove si svolge il secondo atto, attraverso la porta danneggiata e dunque accessibile a tutti, cominciano ad entrare ed uscire i diversi personaggi come il marito di Suzanne, tradito ed allo stesso tempo traditore, Anatolio Aubin, (Fermo Libutti), la signora D’ Herblay (Silvana Lioy), cliente della sartoria Durand e la ritrovata moglie di Bassinet, Rosa Pischennette, (Santa Pallottino), alla ricerca di una vantaggiosa  posizione sociale.
In tutto questo il medico, per cavarsela dal cumulo di bugie raccontate,  si finge sarto per signora innescando equivoci, rivalità e gelosie, ma, dopo lunghe trattative e maldestri tentativi di discolparsi, lo stesso medico quasi non riesce più a gestire le sue bugie e comincia a desiderare la pace e così, ogni coppia si illude di aver ritrovato la serenità e l’amore coniugale.
Così pure Moulineaux che, alla fine, chiede perdono alla moglie e le giura amore eterno e, subito dopo, già complotta con l’amante prima e col fedele domestico poi, per le sue prossime tresche da traditore.
Insomma, tutto torna come prima, apparentemente, e tutto non è quel che sembra!
E’ stata questa la grande capacità dell’Associazione rionerese “Astea” che ha sottolineato le tante contraddizioni di un tempo passato ma anche attuale perché quello che è stato rappresentato, con grande spirito di impegno e sacrificio personale,  non è altro che lo specchio della società moderna alla continua ricerca della vana gloria e della folle mania di possedere, sempre e di più!
Prima del sipario sono stati offerti assaggi dei prodotti dei Fratelli Fornai di Rionero con degustazione del nono vino Aglianico offerto dall’azienda vinicola “Cantine del Notaio”.
Durante lo spettacolo, incorniciato dalle belle scenografie di Pietro Di Lonardo, coordinato dalla direttrice di scena, Antonella Pianoforte, da pochissimo quest’ultima, nuova componente del sodalizio e già all’opera con impegno, ed organizzato nella logistica da Luigi Di Lucchio e Giuseppe Caramuta, sono state presentate alcune belle canzoni dell’operetta parigina dai cantanti Rosa Nigro e Giuseppe Curci, accompagnati al pianoforte dal maestro Raffaele Rigillo.
L’adattamento e la regia sono di Roberto Pallottino, i costumi rivisitati da Olimpia Traficante. Tutti gli attori ed i componenti dell’Associazione “Astea”  hanno dimostrato che quando ci sono la passione, la tenacia e la voglia di fare e di dare alla comunità,  si riesce a realizzare qualcosa di cui essere fieri perché vuol dire non essersi abbandonati ed arresi ad un immobilismo e disinteresse diffusi  che regnano ultimamente nella comunità rionerese, stanca di fare i conti, ogni giorno, con tanti problemi mai risolti.

Le risorse e la buona volontà ci sono e l’Associazione “Astea” lo ha dimostrato, nonostante le numerose difficoltà. Allora  potremmo dire: ”Signore e signori, gli attori bravi e volenterosi ci sono, ma a Rionero non c’è il teatro!”

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