Federica Vitale, originaria di Rionero, è la studentessa più brava d’Italia

Amore per lo studio, l’orgoglio di mamma e papà
Prima fra le candidate all’ingresso in Medicina alla Cattolica di Roma
di Michele Traficante

“Ragazzi, volete il successo? Dovete studiare!”. E’ l’esortazione del presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, fatta qualche tempo fa agli studenti americani per l’apertura dell’anno scolastico.
E il successo non manca certo alla studentessa Federica Vitale che ha conseguito la licenza liceale presso l’istituto Pasteur di Roma con una votazione di dieci in tutte le materie. In verità la brava Federica tali votazioni le ha sempre avute negli ultimi quattro anni di frequenza del liceo scientifico romano.
Vasta eco ha suscitato, pertanto, la notizia data dai giornali, dalle TV, da Facebook che la studentessa più brava d’Italia per la sua carriera scolastica ed il cento e lode riportato nell’esame di maturità scientifica è una lucana e specificamente nativa di Rionero in Vulture. Si tratta di Federica Vitale, nata il 27 marzo 1996 da Giuseppe e Rosa Bafundi. Dopo aver frequentato da piccola la scuola per l’infanzia, ha raggiunto con la mamma il papà a Roma, lì residente per lavoro quale ingegnere presso la Telecom. Federica si è subito ben inserita nel nuovo ambiente, maturando gradualmente la sua personalità: si è messa in luce nella scuola elementare, si è distinta per le sue doti intellettive nella scuola media per eccellere poi in quella superiore.
Noi l’abbiamo incontrata in giro per Rionero ed ella molto volentieri ha accettato di chiacchierare con noi e dimostrandosi una ragazza alla mano, semplice e, come si suol dire, con la testa sulle spalle, come ha rivelato di essere dalle risposte alle nostre domande.
Come si sente nei panni della studentessa più brava d’Italia?
Non capita, certo, tutti i giorni; mi fa un effetto un po’ strano e mi imbarazza non poco per via del mio carattere schivo e riservato; allo stesso tempo, però, non posso che essere orgogliosa, felice e soddisfatta per aver raggiunto brillantemente tutti gli obiettivi che mi ero prefissata.
Ha mai notato una certa invidia da parte dei suoi compagni di classe?
 Assolutamente no. Con i miei compagni di classe ho sempre avuto un ottimo rapporto basato sulla cooperazione e sull’aiuto reciproco: ero un punto di riferimento per tutti, un’ancora di salvezza per gli indecisi, sempre disponibile all’ascolto e alla spiegazione in vista di interrogazioni e compiti in classe, stimata e benvoluta da tutti, generosa e altruista, pronta a dare un aiuto disinteressato a chi ne aveva bisogno.

E’ vero che lei non si contenta mai di conoscere. Le sue curiosità non hanno limite?
Sì, è vero. Già ai tempi della scuola dell’infanzia erano evidenti la mia voglia di conoscere e di imparare sempre cose nuove, il mio desiderio di scoprire e di comprendere il mondo che mi stava intorno. Poi, crescendo e diventando consapevole di tutto ciò che studiavo, ho sempre continuato a pormi domande e, non appena ricevevo risposte, nuovi dubbi e nuove curiosità balzavano nella mia mente. Ho capito l’importanza di non fermarmi alla superficie, ma di approfondire e avere il piacere di conoscere.
 Quattro ore al giorno di studio le sembrano poche o molte?
Confrontandomi con i compagni, nessuno passa così tanto tempo a studiare: quattro ore al giorno non sono certo poche, ma per me non è mai abbastanza. Oltre allo studio cerco, però, di trovare il tempo per i miei hobby durante la giornata: il teatro, il nuoto, la musica, il pianoforte, la lettura e i viaggi con la mia famiglia mi aiutano molto a rilassarmi.


Per avere dieci in tutte le materie avrà certamente un metodo di studio particolarmente efficace. Lo vuole svelare?
 Certamente un metodo di studio particolarmente efficace è alla base del raggiungimento di simili risultati, ma io non ho un segreto da svelare. Elementi fondamentali nell’apprendimento credo siano l’attenzione posta in classe durante le spiegazioni, la costanza nello studio e le domande frequenti fatte agli insegnanti per sciogliere eventuali dubbi, ma, a mio avviso, soprattutto la curiosità, la sete di conoscere e il piacere di imparare, cui va aggiunta una buona dose di tenacia e di perseveranza. In tal modo per me è sempre stato facile risolvere esercizi, leggere e ripetere ciò che mi era stato assegnato, memorizzare e, soprattutto, assimilare in breve tempo gli argomenti, cercando di vederli sempre in modo correlato. 
Oltre a ciò, è innegabile il ruolo di guida svolto dai miei familiari: ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia speciale (mio padre è ingegnere e mia madre professoressa di Inglese) in cui respiro aria di dialogo, condivisione, serenità, protezione ed amore. A ciò si aggiungono i professori che, soprattutto durante gli anni del liceo, mi hanno guidata nel mio iter scolastico e si sono rivelati dall’inizio persone fantastiche non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto umano.
 Lei ha come motto “Abbiate il coraggio di conoscere” di Rita Levi Montalcini (1909-2012). Pensa di emulare nella ricerca scientifica la famosa ricercatrice Premio Nobel per la medicina nel 1986?
L’ambito della medicina mi ha affascinato sin da piccola, ma il mio interesse è cresciuto notevolmente quando la famosa ricercatrice Rita Levi Montalcini è diventata il mio modello con il suo incoraggiamento ai giovani “Abbiate il coraggio di conoscere”. Mi piacerebbe seguire le sue orme nell’ambito della ricerca scientifica; per il momento non ho ancora le idee chiare in merito alla specializzazione che sceglierò, ma sicuramente la ricerca e la genetica in particolare mi affascinano molto.
Ai tanti brillanti risultati nello studio corrispondono altrettanti risultati nella vita sentimentale?
Dal punto di vista sentimentale, al momento, non ho nessun legame; ho solo rapporti cordiali e confidenziali con tanti amici ed amiche, con i quali esco spesso. Spero, però, di incontrare una persona leale, onesta con cui condividere questa grande passione per lo studio. Per il momento il mio cuore batte per i miei genitori, mio fratello, i miei nonni che mi hanno cresciuta e a cui sono molto legata, e tutti i miei familiari.


Che cosa pensa di questa strage di giovani che fanno uso di alcol e di stupefacenti, per lo più frequentatori di discoteche?
 Sentire quotidianamente notizie legate a stragi di giovani che fanno uso di alcol e di stupefacenti, per lo più frequentatori di discoteche, non è sicuramente piacevole. Penso che tutto ciò sia un esempio della crisi di valori che la nostra società e, in particolare, le giovani generazioni stanno attraversando in questo delicato momento della storia. I giovani dovrebbero avere un atteggiamento e uno spirito più ottimista
verso il futuro, ponendosi obiettivi da raggiungere e impegnandosi con tenacia per la realizzazione dei loro sogni, seguendo l’insegnamento di papa Francesco, che invita tutti noi a “non farci rubare la speranza”.
 Lei che è rionerese quale rapporto ha con il paese di origine?
 I miei genitori sono nati e cresciuti in Basilicata, mia madre a Tricarico e mio padre a Rionero ed è proprio qui che affondano le mie radici e ho trascorso parte della mia infanzia. Anche se vivo a Roma fin da bambina, un innegabile legame mi stringe a questo luogo: non parlo il romanesco, ma un po’ di rionerese sì e credo di aver ereditato dal luogo natio l’amore per la famiglia prima di tutto, gli affetti, il senso dell’amicizia, lo spirito verace, sincero e leale, l’altruismo, l’umiltà, A Rionero mi sento a casa, tutti i miei familiari vivono qui ed è sempre un piacere ritornare nei luoghi che mi hanno visto bambina. Mi riempie, però, di tristezza il fatto che tanti giovani sono costretti ad emigrare in cerca di lavoro per non più tornare.
 Cosa si sente di dire ai tanti studenti che si apprestano a iniziare il nuovo anno scolastico?
 Ai tanti studenti che si apprestano ad iniziare il nuovo anno scolastico, vorrei dire di affrontarlo con molta serietà e costanza, ma anche con entusiasmo ed un pizzico di curiosità, tenendo sempre presente che è proprio a scuola che poniamo le basi per il nostro futuro; è proprio lì che iniziano a muovere i primi passi nel mondo i cittadini di domani!
Oggi Federica coglie il grande successo di essere la studentessa più brava d’Italia, tanto da essere candidata al titolo di Alfiere del Lavoro, una pregiatissima onorificenza che tutti gli anni il Presidente della Repubblica conferisce agli studenti che si distinguono per il loro particolare merito.

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