PMI PROV. PZ: 8 AGOSTO FESTEGGIATO IL “TAX FREE DAY”


Una piccola impresa che opera in provincia di Potenza ha festeggiato solo l’8 agosto scorso il “tax free day”, la giornata della liberazione da imposte, tasse e contributi: secondo la proiezione al 2015 ci vogliono 221 giorni di lavoro per assolvere gli oneri fiscali; complessivamente nel 2014 ha pagato in media 3.422 euro tra Imu e Tasi, 3.826 euro di Tari, 3.745 euro di Irap, 8.869 euro di Irpef a cui si aggiungono 406 euro di addizionale regionale e 264 euro di addizionale comunale.

Sono i dati dell’ Osservatorio permanente sulla tassazione di PMI e artigiani della Cna che insieme a Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti aderisce a R.E TE. Imprese Italia della provincia di Potenza. Un peso fiscale che non finisce qui perché dal calcolo mancano le aliquote contributive Inps (Ivs) con versamenti differenziati. Così dopo il pagamento delle imposte (sempre in base alle proiezioni 2015) al titolare di negozio, laboratorio, ditta, ecc. restano in media 1.646 euro al mese (1.608 euro nel 2014). La tassazione a carico delle micro-imprese – sottolinea la nota di R.ETE. Impresa Italia Potenza – è resa ancora più opprimente dalle 269 ore necessarie a un’impresa per rispettare gli adempimenti fiscali. Tutti concordano, a parole, – afferma Fausto De Mare, Confcommercio – che occorra semplificare e ridurre gli adempimenti a carico delle imprese. Una intenzione che non trova attuazione sul lato pratico. Il proliferare di norme sempre più complesse e la richiesta di un numero crescente di adempimenti si traducono inevitabilmente in maggiori oneri e complessità gestionali per l’imprenditore. Negli ultimi anni, sono stati sempre più "scaricati" sull'impresa adempimenti formali finalizzati all'attività di controllo dell'Amministrazione finanziaria. Se a questo onere si aggiunge la potestà regolamentare attribuita ai comuni in materia di tributi locali, ci si trova in una "giungla" dalla quale si esce solo con molte difficoltà, anche interpretative, e con maggiori costi e oneri per le imprese, a scapito della produttività e della competitività. Le difficoltà operative – aggiunge Antonio Miele, Confartigianato - scaturiscono dalla miriade di aliquote d’imposta applicabili alle diverse tipologie di immobili ma, ancor di più, nella determinazione delle detrazioni spesso in funzione dei parametri più diversi (rendita catastale, utilizzo dell’immobile, carichi di famiglia ed altro ancora). Chiediamo inoltre al Governo e al Senato di intervenire immediatamente per evitare alle imprese l’aggravio della doppia imposizione sullo smaltimento dei rifiuti speciali. Una ripresa senza imprese – afferma Prospero Cassino, Confesercenti - non può esistere. Ma per essere coinvolte le imprese hanno bisogno di fiducia, liquidità, semplificazioni. E invece continuano ad essere asfissiate da fisco e burocrazia. Lo avevamo evidenziato poco meno di un anno fa, la situazione non è mutata. Le imprese lucane hanno dimostrato di avere nel Dna le caratteristiche per affrontare anni difficili e sono pronte anche per agganciare la fase di ripresa che, anche se davvero incerta e debole, sembra profilarsi all'orizzonte. La somma di tasse locali e nazionali però sta diventando il loro peggior nemico, una specie di masso legato al collo. E con questo masso, restare a galla in qualche modo è ogni giorno più difficile. Secondo quanto ricostruito con il "bestiario fiscale" l'Italia – aggiungono Cna e Casartigiani - è il paese delle 63.000 norme tributarie e dei 670 adempimenti fiscali all'anno; quello in cui per effetto di un federalismo mai realizzato pienamente, si è prodotta una esplosione della tassazione locale. Per Rete Imprese Potenza c'è bisogno «di una vera riforma che semplifichi la vita alle imprese» e che l'annunciata Local Tax «rimetta a pulito la giungla di imposte, tasse e addizionali locali». Si procede troppo a rilento sulla riforma fiscale. I tempi di approvazione dei decreti legislativi per l’attuazione della legge delega non rispecchiano la necessità di dare risposte concrete e rapide alle micro e alle piccole imprese». Molte misure importanti mancano ancora all’appello: la riduzione della pressione fiscale, oggi troppo alta ed iniqua a svantaggio proprio delle piccole imprese personali; gli incentivi alla capitalizzazione delle imprese di minori dimensioni; la modifica del sistema di riscossione coattiva dei tributi; la possibilità di pagare le imposte solo in relazione a ricavi effettivamente incassati, per evitare di caricare, ingiustamente, l’IRAP anche sulle tante piccole imprese individuali ed ai lavoratori autonomi che non hanno un’autonoma organizzazione.

Commenti