UIL: (Danilo Gerardi Rlst-Uil): Infortuni in calo, ma sono presenti ancora molte criticità

“I dati del Rapporto Inail 2014 non hanno nulla di confortante e rilanciano l’opportunità di una forte azione sinergica tra le Istituzioni e le Parti Sociali al fine di implementare le iniziative in merito”. E’ quanto sostiene Danilo Gerardi (Rlst) che si occupa per conto della Uil lucana della delicata questione della prevenzione dagli infortuni sul lavoro con un monitoraggio attento delle varie situazioni, dai cantieri alle industrie, agli uffici. Nella graduatoria nazionale in cui emerge il numero degli infortuni mortali in occasione di lavoro per regione, a contare il maggior numero di vittime è sempre la Lombardia (43), seguita dalla Toscana (27), dalla Campania (26), dal Veneto (25) e dal Lazio (23).

Seguono quindi: Sicilia e Piemonte (21), Emilia Romagna (20), Puglia (13), Abruzzo (12), Marche (10), Umbria (9), Basilicata e Liguria (6), Calabria, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (5), Sardegna (4) e Molise (1). Seguono: Umbria (25,1), Abruzzo (24,5), Toscana (17,4), Campania (16,5) e Marche (16). Sopra la media nazionale si trova anche l’indice di rischio della Sicilia pari a 15,9. 
 L’11,3 per cento delle vittime è stato rilevato sia nel settore delle costruzioni che in quello dei trasporti e magazzinaggi, individuati come settori più a rischio. Seguono le attività manifatturiere (10,3 per cento), il commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione autoveicoli e motocicli (7,8 per cento). La fascia d’età più colpita è ancora quella compresa tra i 45 e i 54 anni con 96 vittime su 282. Le donne che hanno perso la vita nei primi cinque mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 17. 
 “Sul fronte, invece, dell’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa il dato più scoraggiante – afferma il sindacalista - giunge dalla Basilicata con un indice di 33,3 contro una media nazionale di 12,6. E benché il trend sia in diminuzione per quanto riguarda gli infortuni mortali e incidenti, in calo costante nel corso degli ultimi anni, dobbiamo però considerare nel contempo che trattandosi di dati assoluti, sono legati anche – aggiunge - al calo degli occupati ed al calo delle ore complessive di lavoro effettivo. 
Appare critica, inoltre, la situazione connessa ai dati parziali INAIL sugli infortuni mortali nei primi mesi del 2015, purtroppo in controtendenza poiché in crescita rispetto ai medesimi mesi del 2014. Ed ancor più preoccupante risulta l'analisi nell’ambito delle malattie professionali, in continua espansione negli ultimi anni. 
 Registriamo, al riguardo, una differenza netta tra quanto enunciato dal Ministro del Lavoro Poletti - che ha messo in evidenza che gli infortuni ed incidenti accadono maggiormente e sono in aumento nel mondo del lavoro precario, sottolineando l’importanza della formazione dei lavoratori sui rischi specifici presenti sul posto di lavoro - e le molteplici modifiche al sistema della prevenzione definite nel Jobs Act che non vanno affatto in questa direzione. 
 Come UIL abbiamo invitato il Ministro, il Governo ed il Parlamento - conclude Gerardi- a ripensare le proprie scelte considerando anche le osservazioni della UIL sul Jobs Act in merito alle semplificazioni e razionalizzazioni su salute e sicurezza sul lavoro, poiché puntano a migliorare, tra le altre cose, proprio i temi toccati nell'intervento del ministro Poletti.”

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