Matera la prima edizione del “Festival archeologico del Mediterraneo”


Si chiude con una “caccia al tesoro”, ambientata nella Preistoria, la prima edizione del “Festival archeologico del Mediterraneo”, che si è svolta a Matera dallo scorso 4 luglio: i partecipanti (giovani dai 6 ai 12 anni provenienti da tutta Italia) sabato 11 luglio, dalle ore 10, saranno impegnati a scovare indizi e tracce nelle sale del museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” per arrivare al tesoro finale di questa entusiasmante rassegna, che li ha portati per otto giorni a vivere con gli archeologi i misteri e le meraviglie degli scavi, dei reperti e delle attività tipiche della Preistoria e del Medioevo.


All’ingresso del museo i giovani esploratori riceveranno una mappa delle sale espositive, per seguire gli indizi che in sostanza ricostruiscono le esperienze vissute nei giorni passati. Alle ore 17.30, poi, saranno consegnati gli attestati di partecipazione, nel corso di un incontro che si concluderà con un buffet realizzato dall’Istituto Alberghiero “Turi” di Matera.
All’incontro pomeridiano parteciperanno Francesca Sogliani (Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera dell'Università degli Studi della Basilicata), Dimitris Roubis (Direttore Scientifico Festival Archeologico del Mediterraneo), Elenia Spagna (Direttore Organizzativo Festival Archeologico del Mediterraneo), Anna Maria Patrone (Direttore Museo Archeologico Nazionale "D. Ridola" di Matera), Angela Carbone (Vice Preside dell’Istituto Arlberghiero “Turi” di Matera), Pierfrancesco Pellecchia (Presidente Ente Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano) e Paolo Montagna (Coordinatore Centro di Educazione Ambientale "Mario Tommaselli", Cea, di Matera). Gli aspiranti archeologi hanno vissuto avventure tra la Preistoria e il Medioevo, “viaggiando” tra gli insediamenti e le sale museali: hanno appreso l’arte dell’accensione del fuoco, con perfette riproduzioni degli strumenti del Neolitico, e della caccia (utilizzando come bersagli, in tutta sicurezza, dei cartonati degli animali dell’epoca), e cimentandosi nella pulizia dei reperti e nelle foto degli scavi, tra gli insediamenti preistorici di Murgia Timone, nel sito medioevale di San Falcione e tra i segni del passato della Murgia Materana. Il “Festival Archeologico del Mediterraneo” è stato organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università della Basilicata, e dallo Studio Archeologico Chora, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Basilicata, il Polo Museale della Basilicata, l’Istituto Alberghiero “A. Turi” di Matera, l’Ente Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, il Centro di Educazione Ambientale "Mario Tommaselli" di Matera, con il patrocinio e il contributo del Consiglio Regionale della Basilicata e con il patrocinio dell’Università degli Studi della Basilicata, del Dicem Unibas, della Provincia di Matera, del Comune di Matera e del Comitato Matera 2019. Il Festival ha affrontato in otto giorni l’archeologia come forma di comunicazione, come strumento per connettersi emotivamente con il passato, come fautore d’identità, come serbatoio di memoria, emozione dell’antico.

Commenti