GLI AVIGLIANESI E LA MADONNA DEL CARMINE


Trasferimento della statua al Santuario del Monte. 
La storia e la tradizione 
 di Michele Traficante 

Anche quest’anno, come avviene ormai da secoli, il popolo aviglianese è andato dietro la sua Madonna. La statua della Beata Vergine del Carmine (o del Carmelo), nella ricorrenza del 16 luglio, è stata solennemente portata nella sede estiva della chiesa sulla Montagnola sacra. Una fiumana di fedeli, con monumentali cinti o gigli (altari e riproduzioni di chiese e templi adornati da centinaia di candele colorate)



portati a spalla da numerosi fedeli come segno di particolare devozione di alcune contrade ha accompagnato la sacra icona della Madonna, portata a spalla dai confratelli, lungo i tortuosi sentieri che dal centro abitato portano al santuario sul monte Carmine ove rimarrà fino alla seconda domenica di settembre quando ritornerà ad Avigliano. “Sciame a lu mont’ / a bisità Maria / ricime l’Avemmaria / la putessime ‘ciele verè, / Maria r’lu Mont / r’grazie toia / so ammond / t’haie mis’ facce front’/ e cum’ti voglie amà. / Ti voglie amà cu lu cor’ / ti voglie abbruscià r’amor’ / o Carmela mia Signora”. (ritornello) “ Evviva Maria, Maria evviva; evviva Maria e chi la creò”. Con questi canti e preghiere, tramandati di generazione in generazione, elevati in coro dalle devote più fervide, per lo più donne anziane, si è snodata la processione che procede lentamente, lungo l’erta dell’attuale “Calvario”, per i sentieri delle “serre” la salita delle “brecce”, per il “varco dei rotesi”, per le pendici della “Montagnola” verso l’alto santuario della Madonna del Carmine. 


Qui giunti, dopo un marcia di circa tre ore, si è svolta, su un palco, costruito su uno spiazzo, la solenne funzione religiosa, presieduta da mons. Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza, Marsico, Muro Lucano, di fronte ad una folla immensa di fedeli ( circa 15 mila persone) accorsa da tutta la Basilicata ed oltre; presenti anche numerose autorità istituzionali. La storia del santuario del Carmine risale al 1694, quando gli abitanti di Avigliano uscirono indenni da un terribile terremoto. Quel anno la raccolta fu scarsissima e si verificò una penosa carestia. Erano le nove dell’8 settembre 1694, festa della Natività di Maria SS.ma, quando frequenti sussulti tellurici sconquassarono il terreno con tragico spavento della popolazione. Gli aviglianesi, atterriti si rifugiarono su una piccola altura dal nome “Montagnola” (m 1230 sul livello del mare), dove rimasero accampati per quaranta giorni. In questa tragica situazione – come scrive don Antonio Verrastro nel suo libro”Avigliano, città di Maria”, fecero voto che se la Madonna li avesse fatti ritornare sani e salvi alle loro case, l’avrebbero proclamata loro protettrice, avrebbero acquistato, con pubbliche offerte, una bellissima statua di legno e avrebbero costruito una cappella sul luogo dove si erano scampati. Superato questo terribile flagello gli Aviglianesi fecero ritorno alle loro case ed avendo attribuito il miracolo all’intercessione della Beata Vergine, particolarmente venerata nel territorio di Avigliano sotto il titolo di S.Maria del Carmine, sciolsero subito il voto, inviando una commissione a Napoli per acquistare una statua di legno della Beata Vergine del Carmine. Costruirono pure la chiesetta sulla Montagnola dotandola di una bellissima statua di legno della Madonna. Nel 1811 l’ordinario Diocesano, mons.Bartelomeo De Cesare, la proclamò ufficialmente Protettrice di Avigliano che già la venerava, solennizzando, il 16 luglio, Festa del Carmine, con una solenne processione. La Festa esterna si svolgeva sul Monte. In seguito, per ragioni di ordine pubblico, si pensò di abolire la festa esterna. Fu allora che la Madonna apparve ad una giovinetta e così parlò: ”Io sono la Vergine del Carmine, e dite al popolo di Avigliano di portare in processione la Statua sul Monte Carmine il 16 luglio di ogni anno e celebrare la festa”. Il Clero decise di ripristinare la festa con la processione. Tutti i mercoledì sono dedicati all’incontro dei fedeli sul Monte, dal 16 luglio alla terza domenica di settembre, con diversi gruppi delle varie zone dell’Aviglianese e dei paesi limitrofi. Sono giorni di fervida spiritualità. Moltissimi sono i fedeli che a gruppi, anche a piedi, con spirito penitenziale, provengono da S.Cataldo, Giuliano, Tiera, San Nicola, Pian di Zucchero, San Giorgio, Possidente, Lagopesole, Filiano, Sant’Angelo, Potenza, Avigliano e da tanti altri paesi, per dire il proprio grazie, per i favori celesti della Vergine SS.ma, con un incontro gioioso tra fratelli di diverse comunità. Così il Santuario del Carmine, diventa “Clinica dello Spirito” secondo l’auspicio di papa Paolo VI. Vivo rimane il ricordo della solenne incoronazione della Madonna del Carmine del 26 maggio 1935. Circa diecimila erano i pellegrini convenuti con i seminaristi del santuario Pontificio di Potenza, sotto la guida del Rettore, mons.Alfredo Vozzi e del vice rettore don Alfredo Caselle. Mons. Augusto Bertazzoni, vescovo di Potenza, cedette l’onore dell’incoronazione al Metropolita mons. Anselmo Pecci, Arcivescovo di Acerenza e Matera. Oggi, come ieri, come sempre, turbe di fedeli accorrono al santuario della Madonna del Carmine con profonda fede e, non pochi, con sincero spirito penitenziale; alcuni devoti vanno addirittura scalzi e qualche papà porta a spalla il proprio bambino, per consuetudine tramandata di padre in figlio,. Infatti, l’incontro con il divino, realizzato nei santuari, porta alla conversione del cuore, al rinnovamento della vita. Lo spirito si riprende, ritorna al gusto nostalgico dell’innocenza e si diventa più buoni. Anche se alla fine tutto si conclude con un ricco pic- nic, all’ombra dei fitti alberi del vicino bosco. Si sa, non solo lo spirito ha bisogno di nutrimento; anche il corpo vuole la sua parte.

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