La “vicenda Don Uva”, al
di là degli aspetti relativi all’inchiesta di cui è giusto si occupi la
magistratura, “scoperchia” una situazione che da anni come associazione di
categoria delle strutture di riabilitazione private accreditate abbiamo
ripetutamente posto all’attenzione della massima istituzione regionale e della
politica tutta.
Tenuto conto che le prestazioni e i
servizi inclusi nei Livelli Essenziali rappresentano il livello “essenziale”
garantito a tutti i cittadini, che le Regioni debbono assicurare sulla base del
principio di appropriatezza inteso, sia come appropriatezza clinica delle prestazioni più efficaci a fronte del bisogno
accertato, sia di appropriatezza delle prestazioni più efficaci a minor consumo
di risorse, si evidenzia che il settore della riabilitazione è
oggettivamente un settore problematico ma, non si fa nulla per cambiarlo!
Le Linee guida vigenti della riabilitazione risalgono al 2004,
recepivano le ministeriali del 1999 che non dialogano per niente con lo stato
di accreditamento di 2° livello che la regione impone alle strutture operanti.
Un
settore non governato da tempo o governato male, che con questo sistema erogativo vecchio, ha creato
evidenti disfunzioni e una falsificazione del fabbisogno.
L'impianto di erogazione delle prestazioni di riabilitazione va
modificato subito, perchè la normativa è vecchia, superata e spreca risorse
nella direzione sbagliata. Non è più rinviabile il passaggio della fkt –
riabilitazione minimale “ riabilitazione non complessa” nella Macroarea della
Riabilitazione, recependo le linee guida
ministeriali del 2011 così come previsto dall'art.8 LR 17/2011, attuando
l'istituzione di un unico sistema ambulatoriale riabilitativo che realizzi un sistema appropriato il cui
obiettivo è rimettere al centro di esso il cittadino/assistito ed i suoi
bisogni a costi sicuramente inferiori.
Sono anni, precisamente dal 2011, che il Dipartimento
nascondendosi dietro la scusa della crisi, applica tagli lineari, agisce
negativamente su operatori e cittadini, con prepotenza modifica contratti in
essere senza alcun confronto preventivo ed è dal 2011 che rincorriamo i ns
politici per trovare soluzioni eque ma, purtroppo senza risposte.
Da anni, assistiamo
impotenti ad interventi e comportamenti che non solo non favoriscono
l'integrazione pubblico-privato, non solo continuano a mantenere in vita un
modello vecchio e sprecone dei due grandi
sistemi di offerta ma, in questi anni la Regione ha applicato delle vere e
proprie disuguaglianze nei due sistemi, è stata mamma amorevole verso il
sistema di riabilitazione ex 26 e
matrigna verso la riabilitazione minimale non complessa FKT e specialistica
ambulatoriale.
Senza entrare nel merito
delle indagini della magistratura, lo scenario che emerge - è quello di una gestione
totalmente svincolata dai criteri di una corretta amministrazione aziendale;
una inesauribile serie di appropriazioni, sperperi,
dissipazioni, forniture fuori mercato con contratti a tutto
favore dei terzi ed ad tutto danno dell’Ente; Assunzioni clientelari in momenti
di crisi, assunzioni di personale inutile oppure destinato a mansioni svincolate
dalle professionalità richieste; pagamento a piè di lista da parte delle
aziende sanitarie - conferma le nostre
critiche.
Per cambiare il sistema
della riabilitazione minimale-Fkt, ridandole dignità di vero e proprio percorso
di tutela della salute, nel corso del nostro primo Forum tematico di fine
maggio, come ASPAT Basilicata abbiamo indicato una “piattaforma programmatica”
basata su una serie di proposte finalizzate a garantire da un lato la
compatibilità dei LEA (livelli
essenziali di assistenza) con i tetti di spesa da programmare e
dall’altro, conseguire il massimo livello di equilibrio e di efficienza
relativo all’appropriatezza della domanda e dell’offerta con la qualità dei
servizi percepita dai cittadini-assistiti.
Per
queste ragioni il sindacato ha fatto bene a chiedere al Presidente Pittella una
riunione per affrontare la situazione del personale, altrettanto rivendichiamo
(e non da oggi) la proposta di un Tavolo in Regione presieduto dal Presidente
Pittella che affronti i temi per il
miglioramento della programmazione regionale in ordine al fabbisogno
riabilitativo tale da assicurare adeguata continuità ai cittadini, il
mantenimento dei livelli occupazionali, stabilità e certezza imprenditoriale ai
CEA per assicurare un servizio all'altezza delle aspettative dei cittadini.
Antonia Losacco, presidente ASPAT Basilicata
Commenti
Posta un commento