CUCINA LUCANA DA “REGINA” A PIATTI QUOTIDIANI, LA “SCOMMESSA” A POTENZA


Dopo che lo sformatino di pecorino di Filiano e filetto di maialino nero lucano di Vito Amato e Loredana Diaso, chef dell’Unione regionale cuochi hanno conquistato i palati più difficili a Cibo a regola d’arte, la kermesse in contemporanea con l'Expo2015 e più di recente la Ciambotta lucana dello chef Federico Valicenti è stata protagonista dello show cooking organizzato all'interno dell'evento "Panorama d'Italia" a Matera, ristoratori e chef lucani devono osare di più.



Sulla scia dei grandi successi mettere in tavola cibi pre-cotti o piatti senza gusto e senz'anima sarebbe imperdonabile. Con una scommessa in più: far mangiare bene tutti i giorni anche se si serve il cosiddetto pasto veloce di impiegati-lavoratori. A raccogliere la scommessa un ristoratore di coraggio Giuliano Paolucci che dal Let’s Groove Iristo pub (viale del Gallitello, Potenza), attraverso una sapiente e creativa diversificazione di servizi, passando dal tradizionale pub alla ristorazione di qualità, su un punto è deciso: utilizzare prodotti cosiddetti poveri, tentando di non modificarne troppo l’autenticità dei sapori. Per chi è nato e vive ad Oppido – dice Giuliano con orgoglio – riproporre la cucina della nonna, dei ricordi di infanzia, sarebbe il massimo. Ci proviamo. A dare quel tocco di fantasia ed innovazione, ai fornelli, c'è Carmen Coviello, Lady Chef, un titolo che non si acquisisce solo perchè si è donna e chef (è un'associazione all'interno dell'Unione Cuochi, che raggruppa oltre mille chef professioniste su tutto il territorio italiano). Il mondo della cucina sta cambiando soprattutto per effetto dei guru della tv (Masterchef) e delle tantissime trasmissioni dedicate, con grandi mutamenti negli ultimi anni, evolvendosi verso un modello ricco di contaminazioni che lascia spazio di crescita ai giovani chef. 


Ma attenzione: per conservare le caratteristiche di gusto e sapori e trasmettere le sensazioni della tipicità lucana ogni rielaborazione e innovazione deve essere sapiente e non stravolgente. Quella di Carmen Coviello - sottolinea il C.S. Thalia - è una cucina che combina eccellenza culinaria, genuinità delle materie prime, attaccamento alle tradizioni gastronomiche, interpretando una cucina di personalità, identitaria, che rispecchia il nostro territorio. Ma anche una grande attenzione alla questione ‘salute’: con la diffusione delle persone che scelgono di essere vegane, vegetariane, bisogna anche puntare su una cucina che, non mortificando il gusto, sia attenta alla salute, alla leggerezza. I gourmet hanno solo l’imbarazzo della scelta tra piatti della più tradizionale cucina lucana (strasciddi con ragù di salsiccia fresca, l’immancabile lasagnetta al forno, la tagliata di podolica, un trionfo di cruschi, ) oppure i piatti di mare (pasta di casa, vongole, cozze servite in un cestello di pane-pizza) e di stagione con gli asparagi e i fiori di zucca come ingredienti base ed osare con quelli più creativi. Una cucina di coccole che raggiungono gli occhi (piatti artistici), il gusto (sapori genuini) e l'olfatto (odori aromatici) per emozionare. Vogliamo dimostrare – spiega il ristoratore Paolucci – che mangiare bene non è una prerogativa dei ristoranti con costi medio-alti e che l’imprenditoria della ristorazione a Potenza può innovarsi non solo per tendenza o perchè costretta in quanto le trasmissioni televisive hanno contribuito a diffondere la cultura del mangiare sano, di qualità e sostenibile. Per noi la scommessa più impegnativa è intercettare il target di clientela del pasto veloce tra cui le donne impiegate-lavoratrici che sono più esigenti. 


Quando un cliente si alza dal tavolo soddisfatto e possibilmente più felice di quando è entrato, ecco questa è una bella sensazione. L’idea di aver dato a qualcuno un’esperienza, di averlo portato in viaggio, di avere condiviso emozioni, idee e di avergli trasferito almeno in parte la passione – dice Giuliano - per la mia terra. Non attraverso parole, immagini o suoni, ma attraverso i sapori.

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