Un caffè con Andrea Braido

Si è tenuto domenica 24 maggio alle ore 17.00, presso la sede sociale delle Monadi “Un caffè con” Andrea Braido. Il momento di confronto che anticipa il concerto che terra domani sera ad Acerenza con gli Etero, cover band di Vasco Rossi, è stato pensato dall’Associazione arancio per conoscere l’artista, la sua poliedricità, il suo rapporto di collaborazione con Vasco Rossi e con gli altri numerosi artisti con cui negli anni ha collaborato e per scoprirne la sua ultima veste di jazzista. L’artista ha raccontato in premessa ai numerosi giovani presenti il suo rapporto con la musica. “La musica, che ho incontrato sin dall’infanzia, mi ha permesso di esprimere la mia energia in maniera positiva. Se non avessi incontrato la musica probabilmente questa stessa energia l’avrei incanalata in dinamiche di vita negative”.

“Sono un goloso di musica, perché sono curioso. La mia curiosità mi ha portato a non legarmi mai ad un solo cantante” “Oggi non mi sento un maestro della musica, ma neanche un turnista. Mi ritengo un artista, perché attraverso la musica esprimo e racconto le mia emozione” “Sono un outsider, perché non ho mai pagato per suonare con cantanti di spessore; sono stati loro a richiedermi collaborazioni. Ho sempre seguito il mio istinto animale, forse anche per questo i media spesso mi ignorano”. E’ un uragano l’artista trentino, che si racconta durante “il caffè con” come se stesse parlando con degli amici di una vita. Sa che di fronte ha un pubblico di musicisti in ascesa e a loro si rivolge raccontandogli aneddoti della sua ascesa. “Sul finire degli anni ottanta ricevevo numerosi contatti e richieste di collaborazione. Avevo venticinque anni, gestire tutto questo e teneri i ritmi della carriere non era semplice. Non ho mai fatto uso di droghe. L’unico bisogno che avvertivo per reggere il peso dell’ascesa era il contatto diretto con la natura e con la musicalità che essa esprime. Spesso trascorrevo intere nottate nei boschi facendo yoga e ascoltando il suono della natura.” Rivolgendosi ai musicisti in sala elargisce preziosi consigli. “Quando capisci che è il tuo momento, tira fuori tutto ciò che hai dentro. Vivilo come se fosse l’ultimo giorno della tua vita.” “Ai giovani musicisti consiglio di girare il mondo, per sfatare i luoghi comuni e per temprare se stessi e far emergere la propria personalità”. La determinazione è il tratto principale che emerge dal suo vissuto. “ Se ti rendi conto di avere un dono sviluppalo con tenacità, senza perdere di vista l’obbiettivo che ti sei prefissato”; perseguilo, essendo critico con te stesso”. Un artista poliedrico il chitarrista trentino, che conserva una dimensione semplice della vita. “Non mi piace essere un artista Joyciano, mi piace vivere la vita in modo comune” “Mi piace prendermi cura della mia famiglia, mi piace coltivare il peperoncino nel mio orto, come passare la domenica a tagliare la legna”. Racconta la sua storia nel conservatorio, tre anni recuperati in un solo anno quando raggiunge la determinazione di voler fare della musica la sua professione ed esprime un giudizio netto: “Le scuole dovrebbero essere meno accademiche; i conservatori andrebbero completamente riorganizzati perché non consento al musicista di esprimere la propria creatività” L’artista racconta inoltre il suo amore per la batteria, che continua a suonare ogni giorno “la batteria è il contatto diretto con la mia mente”. Ricorda Pino Daniele, creando un momento di commozione per i presenti “Di cantanti che sanno suonare davvero ne ho conosciuti pochissimi. Primo tra tutti Pino Daniele”. Pungolato sul rapporto con Vasco è diretto: “Non ci sentiamo da tempo; io non sono mai stato il musicista che lo venerava; ero giovane in quegli anni; solo maturando ho compreso i suoi stimoli a far sempre meglio”. “La musica non è come lo sport, per cui con il passare degli anni non appendi le scarpette al chiodo, ma più vai avanti nel tempo più migliori” Parlando delle sue sperimentazioni Jazz premette “il mio impulso è comunque rock, anche quando faccio Jazz”. E Poi rivolgendosi ai giovani amanti del rock lancia un messaggio preciso: “ il rock non è farsi due tatuaggi e portare i capelli lunghi. Il rock è l’espressione della propria rabbia, della propria sofferenza interiore”. Sul finire dell’incontro l’artista lancia due messaggi anche alla politica: “la politica si dovrebbe occupare di valorizzare maggiormente il made in Italy, a prescindere che si tratti dei prodotti dell’artigianato o degli artisti” “Se vorrà avere una marcia in più dovrà rendere paritaria la presenza delle donne, perché sono naturali portatrici di pace”. “La donna non predica mai la morte, perché la donna porta in se la vita”. Infine si congeda con una citazione che vuole essere uno stimolo agli emergenti artisti presenti “non dimenticatevi mai di prendervi cura della musica e la musica si prenderà cura di voi”.

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