THALIA: DAI TROPPI SHOW DI CUCINA IN TV AL “CIBO DELL’ANIMA”


Il tema centrale dell’Expo2015 -il cibo declinato nella sua sostenibilità ed eccellenze – rilancia tra ristoratori , addetti all’ospitalità a tavola, produttori e chef l’impegno a preservare qualità e tipicità dell’enogastronomia di casa nostra che, come prova l’indagine della Fondazione Mattei, è molto apprezzata sino a diventare il “primo attrattore” per i turisti.

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, intorno alla sua filosofia che lo ha trasformato in un punto di riferimento dell’alimentazione (“il cibo buono, pulito e giusto”) ha lanciato un’autentica “crociata”: più spazio in tv agli "autentici interpreti del pianeta cibo" che sono coloro che lo producono ogni giorno, criticando invece il "troppo spazio allo show" con "qualcuno che spadella qualcosa" a tutte le ore della giornata. Per il Centro Studi Turistici Thalia la vera alternativa al bombardamento delle trasmissioni in tv, che vanno dalle autentiche gare per principianti ed aspiranti chef alle trasmissioni con i professionisti stellati, facendo “tendenza” e modificando atteggiamenti di cuochi e consumatori, possono essere i Cooking School: veri e propri corsi di formazione gastronomica sulle tipicità lucane ed incontro autentico tra professionisti e consumatori. Il rapporto con la gastronomia di qualità – sottolineano gli operatori del Thalia -è sempre più intenso, infatti, nel turismo culturale, in un settore che sta conoscendo un successo per molti versi inatteso e che va all’insegna della ricerca del benessere inteso anche come “cibo dell’anima”. E c’è chi sta lavorando con forte personalità e creatività all’emozione (oltre che al sapore) del “cibo dell’anima” in un’impresa ancora più complicata perché parte dal semplice menù per il pranzo di impiegati-lavoratori. E’ lo chef di Black Pepper Roberto Pontolillo, “professionista prestato all’arte della cucina”, che in pochi mesi ha costruito un’identità del cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolo, incontro e integrazione. Sono valori che non prescindono dal gusto dei lucani per la pasta. Da un’indagine Nielsen sulle abitudini alimentari legate al commercio, emerge come la Lucania sia ben in linea con l’area di appartenenza: nel Meridione non è venuta meno la tradizione di mettere sempre in tavola un piatto di pasta.I primi piatti basici, ovvero gli ingredienti per la preparazione dei primi, riscuotono un grande successo. Una conferma di queste abitudini viene dal dato relativo ai primi pronti, che vengono acquistati al Nord, mentre restano nei banchi frigo al Sud. Scendendo al Centro l’interesse per i primi pronti inizia a scemare, per poi crollare al Sud: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia hanno tutti letture inferiori a 50 (percentuale su scala nazionale) con il minimo fatto registrare dalla Puglia (37). Nel Meridione, viceversa, vengono apprezzati i secondi pronti, che non sono però disdegnati neanche nel Settentrione: Campania (121), Basilicata (113) e Calabria (114). Le specialità gourmet non sono molto amate nel Nord-est e nel Sud: il dato relativo alla Basilicata è 62. Ecco allora la proposta del menù di Roberto con i primi “rivisitati” dalla tradizione senza alterarne il gusto e con la scelta rigorosa dei migliori prodotti tipici locali. Un’impresa che all’insegna di Expo2015 può diventare – sottolinea il Thalia – una best practice per rilanciare l’identità della gastronomia lucana. Per Roberto la formula è più semplice: tornare al cuoco che cucina e all’interno di una squadra con le motivazioni giuste.

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