Il Centro studi e
ricerche “Basilicata Futura” ha presentato in anteprima regionale a Potenza, venerdì 8 maggio 2015, il libro “Non è petrolio” di Federico
Massimo Ceschin (Editore Claudio Grenzi). L’iniziativa
si è tenuta nella sede di Basilicata Futura in Viale del Basento 114, scala D.
Ceschin, già autore di saggi sui temi dello
sviluppo turistico sostenibile e degli Itinerari Culturali con la statunitense
“World Water Engineering Society”, è stato da poco nominato Segretario Generale
dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, rete portante del Consiglio
d’Europa. Alla presentazione del libro sono intervenuti Gennaro Grimolizzi,
vicepresidente di Basilicata Futura, Daniela Venosa, presidente
dell’Associazione Rete Vie Francigene Basilicata, ed Elisabetta Chieca,
delegata alla Cultura di Basilicata Futura che hanno sostenuto, tra le altre
cose, che la Via Francigena rappresenta un’ alternativa di sviluppo locale ma
anche un’occasione di riappropriazione da parte delle comunità del proprio
territorio e non solo un’esperienza per i turisti che vogliono visitare i
nostri luoghi. Alla presentazione sono intervenuti anche alcuni sindaci
dell’unione dei comuni dell’Alto Bradano, il sindaco di Palazzo Michele Mastro
e il sindaco di Forenza Francesco Mastrandrea entusiasti delle parole
dell’autore.
«Un
paese si percepisce “bello” – ha detto Ceschin - non soltanto perché dotato di
antichi patrimoni ereditati dal passato, da sfruttare parassitariamente come
“pozzi petroliferi” bisognerebbe, invece, puntare strategicamente su fattori
finora ritenuti “inusuali” o “non fruttiferi” come la cura dei beni comuni, la
manutenzione dei paesaggi e della qualità urbana, il benessere e la felicità
dei cittadini». “Presentare
“Non è petrolio” in Basilicata” – ha continuato – “ha un significato profondo
perchè dà un senso di restituzione a questa regione. La Basilicata dona al
Paese il 72 per cento del petrolio estratto ma non sempre dal Paese riceve
altrettanto. Il libro “non è petrolio” cerca di sfatare la metafora del bene
culturale come giacimento da sfruttare che dà un’idea di staticità mentre la cultura
è tutt’altro che statica. Ci troviamo, inoltre, di fronte, non soltanto ad una
Regione che dà molto, ma che, da Orazio a Federico secondo, ha paesaggi
straordinari da consegnare al visitatore per sorprenderlo dietro ogni curva e
per appassionarlo nella ricerca della bellezza.
Bisogna trasformare gli odori, i colori, gli odori,
il cibo, i beni culturali in esperienza. La voglia di fare un’ esperienza ti
spinge al viaggio ed il viaggio porta economia. Questo significa creare
Economia della bellezza capace di affondare le proprie radici nel
concetto di ecologia profonda, attraverso nuove tecnologie e approcci social di
pensiero collettivo».
Ceschin ha ricevuto diversi premi tra cui
“Sfide” (2007), della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per le buone
pratiche di sviluppo locale e “Un Bosco per Kyoto” (2008), per le personalità
che si sono distinte nella tutela dell’ambiente. Trasferitosi in Puglia,
attualmente collabora con l’università, centri di ricerca, enti e società
nell’ambito dell’heritage culturale e prosegue un’intensa attività di
opinionista e conferenziere.
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