Comunicato Sel su sblocca Italia

È sempre triste collocarsi nel ruolo di Cassandra, se non altro perché l'attimo della soddisfazione viene immediatamente spazzato via dalle ipoteche che vengono poste su di un intero territorio e sul futuro delle sue comunità. Ma dopo mesi in cui abbiamo provato a denunciare il tentativo, da parte di Renzi e del suo governo, di espropriare la Basilicata del diritto a poter decidere del proprio futuro in materia energetica - soprattutto quando parliamo di una manomissione così definitiva quale è quella determinata da una estensione senza limiti delle perforazioni petrolifere - oggi, anche chi ci ha definito gufi e menzogneri sembra aprire gli occhi sull'inganno dello Sblocca Italia.

Certo il governatore-gladiatore continua a dire che non vi è nessun nuovo conflitto con il suo amico Renzi, ma la verità è che siamo al centro del tentativo di colonizzazione della Basilicata immediatamente, con il rischio che l'intera dorsale appenninica meridionale entri nelle mire di colonizzazione dei petrolieri, con il beneplacito di governi compiacenti come lo sono stati gli ultimi avvicendatisi in questi anni a Palazzo Chigi, con quello attuale particolarmente impegnato sul fronte. Lo Sblocca Italia andava impugnato perché lede le legittime prerogative degli enti locali in materia ambientale, e non perché riteniamo che l'impugnativa fosse la panacea a tutti i mali. Essa rappresenta solo uno strumento di difesa nella più ampia battaglia per sottrarre non solo 'il nostro giardino' ma il mondo intero da un modello di sviluppo che, tanto interessatamente quanto ciecamente, ne programma la irreversibile distruzione. Maria MURANTE Coordinatrice regionale SeL Basilicata

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