Nella giornata di oggi Pasquetta, pur con le condizioni metereologiche non al meglio sono riprese le attività e le escursioni alle cascate di San Fele.
Alle ore 10,00, con ombrelli al seguito è partita escursione di turisti provenienti da Brindisi e da altre località di Basilicata e fuori regione,oltre che dal Club Camperisti del Salento, composto da 15 camper che sono arrivati a San Fele nella giornata di domenica di Pasqua.
Ad
attenderli per gli onori di casa gli
amici dell’Associazione Volontaria Tutela e Valorizzazione delle Cascate, della
Proloco e delle Istituzioni di San Fele
Da Corso Umberto I°. si è imboccato il sentiero, passando dalla cascata
più alta ( cascata U Urtone ,
per poi raggiungere l’area delle cascate
“U Uattënnierë” e dell’antica Gualchiera “U Uattënnierë” .
Dopo una breve sosta alle cascate, il gruppo
ha cominciato a risalire lungo un percorso che costeggia il
torrente e ammirare i resti di antichi mulini, per poi arrivare alla fontana “
Acquafredda”, per il rientro a San
Fele.
Nel pomeriggio è previsto la visita al Santuario della
Madonna di Pierno sempre nel territorio di San Fele ad appena 6 km dal centro
abitato.
Le cascate di San Fele:
Il torrente Bradano scorga
dall’appennino Lucano, in località Matise di San Fele, in provincia di
Potenza, per confluire nella fiumara di Atella e poi nel fiume Ofanto.
Attraversando il territorio del comune di San Fele, il torrente è costretto ad
effettuare dei particolari salti di quota che danno origine alle naturali e
suggestive cascate di San Fele.
Le cascate prendono il nome “U uattenniere”, la trasposizione dialettale di “Gualchiera”: macchina utilizzata in antichi
opifici costruiti a ridosso delle cascate. Sfruttando la forza dell’acqua, una
grande ruota azionata trasmetteva il movimento ad un cilindro orizzontale nel
quale erano inserite, verticalmente, le aste dei folloni. Questi terminavano
con pesanti magli ( o folloni) che, entrando e uscendo da una vasca ( dove sul
fondo venivano posti tessuti), servivano a gualcare la lana; le proprietà
feltranti del panno venivano così rese più compatte e meno ruvide.
La Gualchiera di San Fele è rimasta in uso fino agli anni 40 del secolo
scorso.
La potenza dell’acqua veniva
impiegata anche per il funzionamento di antichi molini (oltre 20), i cui
resti (così come quelli della Gualchiera) testimoniano l’ingegno e la
dedizione al lavoro dei Sanfelesi.
Il rudere della Gualchiera di San Fele attualmente esistente nei pressi
della cascata U uattenniere, in data 9
settembre 2014 con decreto n° 133 della
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Basilicata è stata dichiarato di interesse culturale ai
sensi dell’art.10,comma 1 e dell’art.3 lettera d9 e lettera l) del Decreto
Legislativo 22 gennaio 2004, n 42 e rimane, quindi, sottoposto a tutte le
disposizioni di tutela contenute nel citato Codice.
L’associazione continua il proprio impegno nel
ripristino di ulteriori aree attraversate dal torrente. A breve sarà possibile
fruire di nuovi percorsi guidati ed ammirare altre cascate.
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