BARILE 27 GENNAIO 2015. L’ISTITUTO COMPRENSIVO “GIOVANNI XXIII” HA CELEBRATO LA GIORNATA DELLA MEMORIA
La scuola comprensiva “Giovanni XXIII”di Barile, presieduta
dalla prof.ssa Tania Lacriola, ha ricordato la “Giornata della Memoria” nella
biblioteca scolastica con due eventi: “La
Shoah, interpretata dagli alunni della scuola (che hanno
letto i pensieri di alcuni internati, Elisa Springer, Padre Massimiliano Kolbe,
Giorgio Perlasca) e la presentazione del
libro del dirigente scolastico in pensione di Rionero, Matteo Alfredo Bocchetti:
“La scuola elementare nel ventennio fascista". Alcuni intermezzi musicali
eseguiti dai docenti ed alunni dell’indirizzo musicale hanno allietato la
serata.
A portare i saluti, il dirigente scolastico Lacriola (una serata che
sicuramente farà commuovere, ma nello stesso tempo serva da sprono a stare
insieme agli altri. Il pensiero di Voltaire ci serva da guida “ combatto la tua
idea, che è diversa dalla mia, ma la rispetto!”)
ed il Sindaco di
Barile, avv.Antonio Murano ( ancora oggi assistiamo a fenomeni razzisti, dove
la democrazia e l’ugliaglianza vengono calpestati, come 70 anni fa. Ricordare
la brutalità di quella che è stata la
Shoah è un dovere civile e democratico”). Ospite d'eccezione
il prof. Lucio Attorre storiografo dell'Università di Basilicata che ha
tracciato un’analisi storica del libro di Bocchetti: “il libro evidenzia i
diversi fenomeni di quel periodo, dall’assassinio di Giacomo Matteotti, al
fenomeno cattolico e liberale. La scuola, con la riforma Gentile del 1923
divenne un plagio delle coscienze e della libertà. Una scuola classista,
plasmata dal regime fascista, dove si utilizzava questo luogo di formazione,
non per formare coscienze libere, ma momenti politici dove il bambino veniva
manipolato secondo i principi del regime fascista”. Il direttore didattico,
Matteo Bocchetti ha concluso gli interventi con una riflessione sulla Shoah: “mi
piace partire dal 1938, quando, in pieno regime fascista, venne promulgata in
Italia la legge razziale, i bambini ebrei
non potevano frequentare la scuola. Nel 1968 comprai a Milano il libro:
“Auschwitz” di un autore polacco con una bella prefazione di Primo Levi: “
quanto avvenuto ad Auschwitz non si può e non si deve comprendere. Le ragioni
per cadere nel pessimismo certo non mancano.
Basta osservare come accadano
ancora tante barbarie sotto i nostri occhi increduli o indifferenti. Eppure il
bene esiste. E, come recita un noto proverbio orientale "fa più rumore un
albero che cade piuttosto che una foresta che cresce". Noi, malgrado
tutto, siamo per la speranza e vogliamo essere ottimisti. Vogliamo credere
nell’uomo nonostante tutto. Questa è la nostra sola ed unica speranza. Senza
questa speranza che senso avrebbe la vita?”. Conoscere è nutrimento vitale per
prendere coscienza che certi fenoemini non debbano ripetersi. Invito la scuola
ad adoperarsi per una didattica aperta, abituando gli alunni ad un pensiero
critico. Educare al sentimento dell’empatìa”.
Il coordinamento
della serata affidata al giornalista-critico cinematografico, Armando Lostaglio
che si è avvalso della collaborazione dell’insegnante Maria Carmela Di Lonardo,
responsabile della biblioteca scolastica. Le riflessioni, le discussioni ed i
commenti su questa giornata hanno consentito ai numerosi presenti di prendere
coscienza della brutalità di questo evento.
Lorenzo Zolfo
Commenti
Posta un commento