La chiusura delle strutture
della specialistica ambulatoriale associate a Sanità Futura (una ventina in
totale che equivalgono ad un terzo di quelle complessive della regione) che
erogano prestazioni di diagnostica per immagine, analisi, visite specialistiche
cure riabilitative, ecc., insieme ad un programma di azioni di mobilitazione e
di protesta sono state annunciate oggi in una conferenza stampa che si è svolta
nel Palazzo del Consiglio Regionale.
L’associazione - che nei giorni scorsi ha
chiesto le dimissioni dell’Assessore Flavia Franconi – rappresentata dal
presidente Michele Cataldi e dai dirigenti Antonio Mussuto e Teresa Canitano,
oltre che da una delegazione di titolari
di strutture – ha illustrato le iniziative in quello che ha definito “dicembre
nero” – come ha spiegato Cataldi – “nero” come la crisi, la situazione
dell’imprenditoria e nello specifico di quella sanitaria, la speranza e il
futuro di circa 600 dipendenti ai quali si aggiungono centinaia di altre
risorse umane dell’indotto, liberi professionisti, fornitori, ecc. Si
promuoverà una campagna di informazione e mobilitazione dell’opinione pubblica
attraverso migliaia di palloncini neri collocati davanti il Palazzo del Governo
Regionale e migliaia di cartoni di “auguri natalizi” da inviare al Presidente a
sostegno delle richieste di Sanità Futura. I più penalizzati – è stato
sottolineato – sono quegli utenti che per una visita diabetologica devono
aspettare 447 giorni, per un esame di cardiologia 159 giorni, in ortopedia 95
giorni, quando invece sarebbe sufficiente connettere le strutture sanitarie
private accreditate con il sistema pubblico per abbattere le liste di attesa.
C’è di più. Solo lo 0,25% del totale della produzione sanitaria di Puglia e
Campania “intercettata” dalle strutture lucane trasformerebbe – ha detto Cataldi
– l’attuale saldo passivo della Regione Basilicata in un saldo attivo di
circa 200 milioni di euro. Sanità Futura non rinuncia all’interlocuzione
istituzionale denunciando però che dopo ripetute richieste non c’è mai stata la
convocazione di un confronto da parte dell’Assessore Franconi ma si sono tenuti
solo un paio di tavoli tecnici con dirigenti-funzionari del Dipartimento che si
trincerano dietro l’impossibilità di prendere decisioni che sono di competenza
politica. Proprio come accadrà nel nuovo tavolo previsto per domani sera che –
ha detto il presidente di Sanità Futura – non prevede presenza politica e tanto
meno uno specifico ordine del giorno ed ha dunque tutte le caratteristiche
della ritualità. Di qui nuove richieste di audizione in Quarta Commissione e di
intervento diretto del Presidente Pittella oltre che del Consiglio Regionale. Per
noi il tempo per dare soluzione all’emergenza che ha colpito drammaticamente il
comparto della specialistica ambulatoriale privata è ampiamente scaduto. E
quando la casa brucia non possiamo restare a braccia conserte e attendere che
ci costringano a chiudere. Ma vogliamo continuare a credere che la
responsabilità istituzionale e politica possa prevalere dando concretezza a
quel messaggio di “rivoluzione” che avevamo salutato con favore e sostegno per
costruire una buona sanità a costo zero con imprese ed operatori e soprattutto
con un cambio di passo.
Le idee progettuali da parte nostra non
mancano, tenuto conto che la sanità privata accredita pesa per l’1,7-1,8% sulla
spesa regionale sanitaria totale. Tra le altre caratteristiche individuate,
l’appropriatezza di sistema, la versatilità delle possibilità di offerta sanitaria,
la flessibilità rispetto al mutare dei bisogni epidemiologici, l’economicità
delle prestazioni ambulatoriali complesse rispetto alle degenze, la connessione
con il sistema ospedaliero.
Sanità Futura – hanno detto i dirigenti, esprimendo
solidarietà all’Avis Basilicata per la nota vicenda del Piano sangue che vede
l’associazione penalizzata – vuole dare credito al processo di “rivoluzione
democratica” avviato dal Presidente Pittella al quale intende offrire il
proprio contributo rilanciando il confronto sulle soluzioni da individuare per
i problemi. Alla politica, soprattutto quando svolge funzioni di governo nelle
istituzioni il compito di realizzare il contesto affinchè le imprese
socialmente responsabili possano crescere.
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