L'iniziativa su "I visionari della scuola", tenutasi a Potenza in questi giorni, ha raggiunto un grande risultato sotto l’aspetto conoscitivo, peraltro sollecitato da Presenza Etica in diverse manifestazioni. Va riconosciuto che la Regione Basilicata ha fatto uno sforzo non indifferente per metter su tutta l'attività organizzativa.
L'assessore alla Cultura Raffaele Liberali, ha rimarcato
la necessità, già emersa nei gruppi di lavoro, di continuare questo lavoro di indagine e di sondaggio per capire le vere esigenze della scuola lucana al fine di predisporre interventi operativi mirati. Abbiamo dato l'abbrivio a questo grande
evento che è cominciato ben prima delle dichiarazioni sulla "Buona scuola" declamate dal Presidente Renzi e che solo casualmente è divenuta parallela
con l'iniziativa della nostra regione. L'assessore ha, ad onor del vero, coinvolto
l'associazione Presenza Etica fin dai primi momenti di programmazione dell'evento ed ha dato valore anche ai suggerimenti che abbiamo offerto e che poi si sono
concretizzati nella fase conclusiva. I lavori si sono svolti con grande
partecipazione non solo dell'Ufficio Scolastico Regionale e degli
operatori scolastici, ma anche di famiglie, istituzioni, università.
La nostra associazione, attraverso il contributo di numerosi iscritti
intervenuti, ha fatto emergere non pochi elementi di criticità che
meritano un'attenta riflessione nel prosieguo dei lavori. Vanno
affrontate tematiche come la nuova governance della scuola, l'autonomia,
l'organizzazione della rete scolastica, la formazione e l'aggiornamento
del personale, le piccole scuole dei centri minori, l'assunzione del
personale selezionato tra il 20/30% dei migliori studenti delle scuole
secondarie di secondo grado, la progressione professionale del
personale(di carriera e retributiva), la ristrutturazione degli edifici
scolastici (nel rispetto di una nuova visione degli spazi educativi
riferiti all'insegnamento e all'apprendimento) ed altri aspetti più
volte richiamati. Questi argomenti sono stati appena sfiorati durante
gli interventi e il dibattito, ma vanno approfonditi in maniera più
incisiva se si vuole uscire dall'attuale precarietà e se si vuole
rendere davvero centrale la scuola e di conseguenza la formazione delle
nuove generazioni. La scuola di oggi non ha solo un problema di
conoscenze, abilità, competenze che sono comunque indispensabili per
l'inserimento nel mondo del lavoro o più semplicemente per saper e
poter stare al mondo. Ha soprattutto il dovere di formare persone
nuove, di restaurare la persona umana dalle sue fondamenta in un mondo che
cambia a ritmi vertiginosi che richiedono quello che in una lezione
hanno riferito Andrea Canevaro e Coltilde Pontecorvo (e che non ho
potuto leggere nel mio intervento per non rubare troppo tempo): "Anniek
Cojean dice che un preside di liceo americano aveva l'abitudine di
scrivere, ad ogni inizio di anno scolastico, una lettera ai suoi
insegnanti:
Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi
hanno
visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere:
camere a gas costruite da ingegneri istruiti;
bambini uccisi con veleno da medici ben formati;
lattanti uccisi da infermiere provette;
donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e
università.
Diffido - quindi - dell'istruzione.
La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani.
I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli
psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.
La lettura, la scrittura, l'aritmetica non sono importanti se non
servono a rendere i nostri figli più umani".
Giovanni Robertella
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