Le ricerche svolte presso l’Irccs Crob ancora su “Lancet Oncology” e “New England Journal of Medicine”



Importanti novità in campo oncologico in due studi  recentemente pubblicati, rispettivamente il 15 giugno ed il 4 settembre 2014, sulle prestigiose riviste internazionali “Lancet Oncology” e “ New England Journal of Medicine”, in cui l’Irccs Crob di Rionero in Vulture ha fornito un sostanziale contributo.


Il primo lavoro, coordinato da Vanesa Gregorc, dell’Istituto San Raffaele di Milano, è stato condotto su 285 pazienti seguiti presso gli Irccs milanesi San Raffaele, Nazionale Tumori, Mario Negri, Europeo di Oncologia e gli Irccs oncologici di Genova, Aviano e Rionero in Vulture. Lo studio ha dimostrato, attraverso l’applicazione di un nuovo test di classificazione proteomica, la possibilità di identificare soggetti affetti da tumore polmonare “non a piccole cellule” nei quali l’utilizzo di terapie biologiche (nel caso specifico il farmaco “erlotinib”) risulta meno efficace della chemioterapia standard alla prima recidiva di malattia. “Si tratta”, spiega il dott. Michele Aieta, direttore dell'Unità Operativa di oncologia medica dell’Istituto rionerese e co-autore della ricerca, “di un tipico esempio di “precision medicine”  o medicina personalizzata, un aspetto sempre più emergente  in ambito oncologico, particolarmente utile per  l’individuazione dei trattamenti  anti-neoplastici più appropriati, sulla base di specifiche caratteristiche biologiche  dei tumori”.

Il secondo studio, coordinato da Antonio Palumbo, dell’Università di Torino, riguarda il mieloma multiplo, uno dei tumori del sangue più frequenti, ed è stato condotto in 14 centri universitari o di ricerca italiani (Torino, Milano, Roma, Catania, Ancona, Monza, Napoli, Genova, Bologna, Udine e Rionero in Vulture), con la ulteriore collaborazione di due istituti israeliani. Questo trial ha evidenziato, in un confronto randomizzato di 524 pazienti di età inferiore ai 65 anni, la maggiore efficacia, in termini di sopravvivenza, del trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche rispetto ad un trattamento di associazione di chemioterapia con un agente immunomodulante (lenalidomide). Tale farmaco, peraltro, ha dimostrato di essere importante nel prolungare la fase di “remissione” della malattia, una volta ottenuta la risposta clinica. “Si conferma dunque il ruolo cardine della procedura trapiantologica in questa patologia” osserva  il direttore scientifico dell'Irccs Crob Pellegrino Musto co-autore del lavoro, ricordando che ad oggi sono 180 i trapianti effettuati presso l’Istituto lucano. “Lo studio” prosegue Musto “evidenzia altresì l’importanza di protrarre, con una terapia di mantenimento, il trattamento di questi pazienti al fine di prolungare la fase libera da malattia”.

“Il pieno coinvolgimento dell’Istituto in queste due importanti ricerche”, sottolinea il direttore generale dell'Irccs Crob Pasquale Amendola “testimonia il ruolo svolto dall’Irccs nel favorire l’adozione di nuove tecnologie, promuovendone un uso appropriato e tempestivo, indirizzandone lo sviluppo e selezionandone le priorità; rappresenta, altresì, il riconoscimento della validità e visibilità scientifica dell’Istituto nello scenario nazionale ed internazionale della ricerca clinica e traslazionale”.

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