Il ciclo pittorico della
Cappella di Santa Maria degli Angeli a Brienza, risalente agli anni
Venti del Seicento, è una delle principali testimonianze artistiche
del territorio lucano d’età moderna. Non è un caso che gli
studiosi più accreditati da tempo abbiano attribuito tali pitture a
Giovanni de Gregorio, detto il “Pietrafesa” originario dell'attuale Satriano di Lucania, il maggiore pittore
locale del XVII secolo.
Sulle
pareti della piccola chiesa rurale burgentina si snoda un articolato
racconto composto da Storie della Vergine Maria, dei santi
Francesco d’Assisi e Antonio di Padova e dalle figure isolate
dei Santi Pietro, Paolo, Biagio, di alcuni Profeti e di
Angeli. Uno degli aspetti maggiormente significativi del
ciclo, che in parte si deve anche al coinvolgimento dei collaboratori
del “Pietrafesa,” è la complessa impaginazione delle scene,
inserite entro un elegante apparato di finte architetture e motivi
ornamentali, dipendenti senz’altro da modalità decorative di
matrice romana del primo Seicento (forse assunte dal contesto
napoletano). Tale specificità, unitamente alla qualità pittorica
elevata di buona parte degli affreschi, rende l’impresa del
“Pietrafesa” davvero un unicum, per l’epoca in
questione, nel territorio lucano. E il ciclo di Brienza è anche
l’ultimo esempio di analoghi, gustosi apparati decorativi ad
essersi conservato dell’intera produzione del maestro, dopo la
perdita definitiva di simili opere che ornarono un tempo analoghi
ambienti compresi tra la Lucania e il Vallo di Diano.
Oggi purtroppo gli
affreschi di Santa Maria degli Angeli rischiano di essere
irreparabilmente danneggiati dalle estesissime infiltrazioni di
umidità che interessano in particolare la parete sinistra e la
parete d’altare del sacello, in gravissimo stato di abbandono e, di
fatto, ridotto a poco più di un deposito di attrezzi agricoli.
L’umidità, proveniente dal terreno retrostante la cappella, ha
ormai determinato la perdita delle superfici pittoriche inferiori
delle suddette pareti, dove le infiltrazioni hanno causato la
risalita dei sali con il conseguente distacco della pellicola
pittorica. In buona parte della superficie interessata le muffe hanno
raggiunto lo spessore di 3-4 centimetri.
Questo deplorevole stato
di conservazione sollecita un urgentissimo intervento da parte della
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici
della Basilicata e del comune di Brienza, a cui appartiene l’edificio
sacro. Conoscendo la sensibilità e la responsabilità del
neo-sindaco Donato Di Stefano, siamo certi non mancherà il suo
impegno affinché non vada perso un patrimonio di inestimabile valore
culturale per la comunità di Brienza e per l’intero territorio
regionale.
Satriano 2050
Gruppo di minoranzaComune di Satriano di Lucania
Gruppo Consiliare Satriano2050
Rocco Perrone 3295320026
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