GINESTRA 19 AGOSTO 2014. SCENDE DALL’AUTO E CHIEDE IN ARBERESHE INFORMAZIONI SUL PAESE L’AMBASCIATORE ALBANESE IN ITALIA, NERITAN CEKA. VISITA I CENTRI ARBERESHE DEL SUD ITALIA PER ALLACCIARE SCAMBI CULTURALI ED ECONOMICI CON L’ALBANIA



Nella prima mattinata del 19 agosto “piomba” nel piccolo centro arbereshe con la macchina diplomatica in compagnia della moglie Angelina, l’Albasciatore Albanese in Italia, Neritan Ceka. Sceso davanti al Comune, chiede informazioni in albanese al primo cittadino che incontra.


 E’ stato subito accolto dal personale del Comune ed in seguito dal Sindaco, dott. Giuseppe Pepice. L’Ambasciatore ha visitato alcuni siti di interesse storico del paese, le due chiesette, il Santuario della Madonna di Costantinopoli del 1588 e la chiesa madre di San Nicola Vescovo, dove ha accusato una certa emozione nel vedere il mosaico dell’Aquila a due teste, simbolo dell’Albania, due chiese da poco ristrutturate e costruite dai profughi albanesi alla fine del 1500, in fuga dal proprio Paese, invaso ed occupato dai Turchi, dopo 20 anni di resistenza. La visita è continuata per il centro storico dove l’Ambasciatore ha apprezzato alcune vie che si rifanno ad alcune zone dell’Albania, via Epiro, via Schipetari, via Morea.L’Ambasciatore ha salutato con piacere in arbereshe tutte le persone che incontrava, si sentiva a casa sua. Ha voluto conoscere Fiorina Petagine, una 89enne, memoria arbereshe del paese, conosce aneddoti, poesie e canti della tradizione locale. 
 
Prima di intraprendere il viaggio per Maschito, altro centro arbereshe, l’Ambasciatore Ceka ha spiegato i motivi di questa visita: “sto visitando tutti i paesi arbereshe, per conoscere la realtà di questi centri ed intraprendere scambi culturali ed economici con l’Albania. Dopo aver visitato la Calabria, sono giunto in Basilicata, il viaggio continuerà in alcuni Comuni del Molise e si concluderà a Greci (Av). La fisionomia degli abitanti di Ginestra è simile ai volti tipici dei paesi albanesi del Sud. Mi sembrava di stare a casa mia. Mi ha impressionato la vista del mosaico raffigurante l’Aquila a due teste, simbolo della mia Terra, realizzata dall’artista arbereshe, Josif Dobroniku nella chiesa madre. Ho saputo dagli amministratori e da persone anziane che si sta perdendo la lingua madre in questo centro, mi auguro che le Istituzioni e le associazioni promuovano dei corsi per un recupero, valorizzazione e rafforzamento di questa lingua tramandata da oltre 400 anni”. 

Lorenzo Zolfo

 

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