PROGRAMMAZIONE FONDI UE: NAPOLI (FI), AVVIARE UNA VERA GRANDE SVOLTA



Mettere in campo le misure idonee al rilancio della crescita, “l'unico e solo antidoto” alla crisi;  interrogarsi sui motivi dell’insuccesso di risultati nella spesa del sessennio 2007-2013; avviare  la “vera grande svolta” che è quella di badare alla qualità della spesa, piuttosto che alla quantità della stessa; “meno strade più ricerca”: sono in sintesi gli elementi principali dell’intervento del capogruppo di Forza Italia Michele Napoli nel dibattito in occasione della sessione comunitaria.


“Intanto – ha sostenuto Napoli – non si può archiviare frettolosamente la programmazione 2007-2013 che ha attribuito alla Basilicata un miliardo e 74 milioni di euro, (752 milioni da FESR e 322 dall'FSE), rispetto ai quali la performance di spesa al 30 aprile di quest'anno (dati della Ragioneria di Stato) è pari al 61% per il FESR e altrettanto per l'FSE. Ma come mai la Regione Basilicata era tra le Regioni dell'Obiettivo 1 e tale è oggi nonostante la consistenza di queste risorse e questa capacità di spesa, con limiti specie per l’Asse 5 (sistemi urbani)? Perché abbiamo perso in termini di PIL il 13,6% rispetto alla perdita fatta registrare a livello nazionale che è dell'8,6% (fonte Prometeia) ?. E perché da noi gli investimenti si sono contratti del 24,2%, quando a livello nazionale la percentuale in termini di contrattazione si è arrestata al 19,5%?. Questi interrogativi – ha continuato il capogruppo di Forza Italia – ci inducono a chiedere cos'è che non ha funzionato perché la Basilicata nel panorama della spesa delle Regioni italiane è un “paradosso”  nel rapporto spesa-indicatori socio-economici. Per questo, insisto,  importante non sarà quanto si spende, ma come si spende. E' in questa direzione, dobbiamo avvalerci della istituita Agenzia nazionale di gestione dei fondi europei, che avrà il compito di coadiuvare le Regioni nella spendita delle risorse europee ed agire in via sostitutiva, surrogandosi alle Regioni in caso di difficoltà nella capacità di spesa, possibilmente in termini di qualità.

Nella stessa direzione  - ha aggiunto - va la nuova programmazione 2014-2020, con una percentuale di risorse destinate al miglioramento della capacità amministrativa degli enti locali, innovazioni queste utili ad innalzare la qualità della spesa, invisa invece da coloro i quali, e dobbiamo in qualche maniera evitare che prendano il sopravvento, mirano a difendere rendite di posizione e che parlano di nuovo centralismo lesivo delle prerogative regionali”.
Per Napoli, inoltre, “non si può sottovalutare che la nuova programmazione attribuisce  alla Regione Basilicata risorse europee pari a 1.682 euro pro-capite, che è la più elevata del paese, a cui vanno aggiunte altre risorse, 400 milioni di euro che residuano dalla vecchia programmazione.

E tra le indicazioni della “svolta di spesa”  c’è un terzo delle risorse europee destinate all'innovazione, alla ricerca e al sostegno alle piccole e medie imprese, mentre gran parte del fondo sociale europeo sarà destinato all'occupazione, alla formazione, ai programmi di inclusione sociale. Mi domando quale migliore occasione ha la Basilicata per aumentare le risorse per la ricerca e lo sviluppo, tenuto conto che noi investiamo in ricerca e sviluppo, lo 0,72% del prodotto interno lordo, la media nazionale è dell'1,72%, la media dell'Unione Europea è del 2,06%. E se la ricerca e l'innovazione rappresentano il pilastro della nuova politica economica ed industriale regionale, che viene ad essere suggerita da Bruxelles, occorrerà, a mio avviso, intensificare la cooperazione tra Università, centri di ricerca ed impresa, incoraggiando il trasferimento al mercato dei risultati della ricerca.

Ma occorrerà anche cimentarsi con un altro difficile tema che viene guardato con grande diffidenza perché non si è compreso a fondo quale potrebbe essere l'effetto positivo per il nostro territorio, che è la cooperazione transnazionale, promuovendo una maggiore mobilità tra i ricercatori e quindi tra il sistema pubblico e il sistema privato ed operare per una maggiore competitività delle imprese. Penso, in proposito, all'abbattimento dei costi energetici, con l'integrazione delle politiche in tema di energia ambiente con quelle volte alla sostenibilità e all'innovazione, ma anche sostenere il comparto agro alimentare, favorendo il riconoscimento delle indicazioni di origine sui prodotti di consumo, strumento decisivo per la loro valorizzazione e per la promozione del territorio lucano, rafforzando il terziario e il tessuto della piccola e media impresa”.

Napoli infine ha evidenziato la “necessità di colmare l'assenza di una strategia complessiva: è nota l'assenza di un multi fondo, di azioni multidisciplinari per i programmi FESR, FSE, del FEASR, ma anche dei fondi FEAMP, come  l'assenza nella partecipazione a bandi diretti dell'Unione Europea, che è un tema sconosciuto in questa Regione.
Dunque, solo riportando il dibattito e il confronto nella direzione di un cambiamento, tale da favorire la crescita, non limitandoci agli aggettivi “intelligente, sostenibile, inclusiva” ma indicando con chiarezza percorsi e strumenti, contestualmente all’occupazione, si riuscirà nell’intento di far comprendere che l’Europa non è una costrizione o, ancor peggio, un ostacolo ma un valore aggiunto, con l’impegno a contribuire a disegnare il volto di un'Europa diversa che sia un'Europa dei popoli e meno Europa delle banche”.

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