COMPROVINCIALI CHE SI FANNO ONORE



Abbiamo letto con vivo piacere nello “Araldo Italiano” di New York che in quella città si distin­gue molto il dottor Pasquale Brigante di Grassano, che vi si è aperta una luminosa carriera, seb­bene andato solo da qualche anno. Il giovane e valente chirurgo vi si è acquistato la posizione invidia­bile di assistente nel “New York Eye and Ear Infermity”, che è fra le istituzioni migliori per le malattie degli occhi ed orecchi degli Stati Uniti, posizione che egli deve unicamente ai suoi forti studii e alla grandissima abilità con cui esegue le più difficili operazioni oculistiche. Anche ul­timamente leggiamo che eseguì con pieno successo davanti a tutto il corpo medico dell’ospe­dale una brillantissima per quanto rara e difficile operazione, restituendo la vista a una italiana che da dieci anni ne era priva.

Al valente giovane auguri vivissimi di futuri successi.



Da “La Basilicata”, Napoli 9 dicembre  1897  - Anno I, n. 21 (ASPZ - Fondo Prefettura, Gabinetto -  I versamento, Busta 204)


Questo si legge in un anonimo trafiletto, casualmente estratto da un impolverato faldone dell’Archivio di Stato di Potenza in occasione delle mie continue scorrerie fra documenti e testimonianze, ignote o misconosciute, su eventi, personaggi e condizioni della nostra terra. Ne emergono figure di intensa umanità, che in tempi grami e situa­zioni difficili, con la forza dell’impegno e con il decoro personale, sorretti dal rispetto e dalla solidarietà, dettero esempi onesti e prestigiosi che hanno costellato la storia della nostra gente.

     E non fa eccezione questo suggestivo episodio. Infatti, Innocenzo Briganti, di anni 36, di Grassano, figlio del fu Pasquale e di condizione possidente, non immaginava certo encomi e felicitazioni tanto solenni, quando, il tre dicembre del 1869, si recò nella casa comunale per denunciare alla presenza del Segre­tario del Comune di Grassano, delegato per le funzioni di Ufficiale dello Stato Civile, che il giorno precedente, alle ore 20, presso la propria abitazione sua moglie, Maria Schiavone fu Gaetano, aveva parto­rito un bambino di sesso ma­schile, al quale venne dato il nome di Pasquale.

     Come di frequente accadeva in quegli anni alla fine del XIX secolo, giovani di belle speranze che, con il sacrificio  delle proprie famiglie, avevano acquisito un titolo di studio prestigioso, ma, non trovando (allora come, purtroppo, ancora oggi) degna e adeguata risposta al loro impegno, erano costretti a varcare i patrii confini per conquistarsi altrove il meritato riconoscimento per le qualità possedute. Il neonato venuto alla luce in una fredda sera di dicembre a Grassano sarebbe diventato l’acclamato e rinomato oculista, che alla fine dell’Ottocento si guadagnò popolarità, stima e riconoscenza negli Stati Uniti, soprattutto per l’opera prestata a favore degli immigrati italiani.

     Una storia apparentemente in sintonia con tante altre, ancora oggi anonime e sconosciute, disseminate nel drammatico e difficile percorso di milioni di emigranti italiani a cavallo di Otto e Novecento. Ma, discutendo di queste noterelle con Giovanni Spadafino, attento e appassionato raccoglitore di informazioni e notizie di cronaca grassanese, si aggiungeva un nuovo e interessante particolare sulle vicende della famiglia Briganti.

     L’unione di Innocenzo Briganti, possi­dente e Maria Teodosia Schiavone, racchiudeva l’inizio di congiunture foriere di successi, destinati a perpetuarsi a cavallo di tre secoli.

     Dagli Archivi dell’Anagrafe Comunale di Grassano, si evince che, all’incirca dodici anni dopo Innocenzo Briganti di anni 47, denunciò la nascita, avvenuta il giorno 13 febbraio 1881 nella abitazione familiare di Via Chiesa a Grassano di una bambina, alla quale fu imposto il nome di Anna. Un anno importante, il 1881, anche per la storia letteraria italiana; infatti, Giovanni Verga pubblicò in quello stesso anno “I Malavoglia”, che segnano il passaggio dal sentimentalismo di fine Ottocento,  preannunciando il realismo del quale il Verga è stato il più importante rappresentante.

     Orbene, questa informazione di intima cronaca casalinga assume rilevanza perché Anna Briganti, sorella di Pasquale, emigrò anche lei negli Stati Uniti e le si aprirono i consueti scenari che scandivano la vita di tanti emigrati: il matrimonio con il discendente di un’altra famiglia di connazionali. Prolifiche, come da tradizione, erano queste unioni ed un rampollo di questa saga familiare è oggi diventato Major di New York; sì, perché Bill De Blasio è nipote di Anna Briganti, sorella del dott. Pasquale Briganti, oculista a New York!

I personaggi delle opere di Verga sono spesso soccombenti nei confronti di un destino sempre soverchiatore e implacabile con gli ultimi. Anche per la famiglia Briganti la vita non fu affatto semplice. L’espianto dalla natìa Grassano per il sogno americano, i sacrifici nella dura New York, la volontà di riscatto dalle privazioni di questa graziosa famiglia del sud Italia, vennero però coronati da meritato successo.

     Questa vecchia notizia sollecita un istinto di amor patrio, una reazione di ri­scatto pensando ai tanti emigrati che non hanno fatto fortuna e hanno do­vuto subire tristi destini.

     Certo, come recita il brano musicale di Gianni Morandi, “uno su mille ce la fa” e, forse ‘uno su un milione’ riesce a mantenere o incrementare il successo o la fortuna per più di quattro generazioni. A distanza di oltre un secolo, però, possiamo vantare un discendente comprovin­ciale che si fa onore: onore a Bill, Primo Cittadino della Grande Mela che il giorno 24 luglio prossimo sarà a Grassano per il conferimento della cittadinanza onoraria.

  
Gianni Maragno

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