RICOMINCIO DA ME…
ORA!!
Il senso del
cominciare nuovamente, non può non
prendere le mossa dal ritornare puntualmente a definire il concetto
di Monadi nella sua forma e sostanza. Le Monadi altro non sono che unità
semplici, che rintracciano nella loro semplicità il principale punto di
vitalità che consente loro di essere
centri di forza autonomi.
Leibniz nei suoi scritti di “Monadologia” in riferimento ai molteplici possibili universi definiva così la monade: “ non è altro che una sostanza semplice, che entra nei composti; semplice, cioè senza parti”.“ Ora, laddove non ci sono parti, non c’è estensione, né figura, né divisibilità possibili. Queste monadi sono i veri atomi della natura e, in una parola, gli elementi delle cose. [...]Così si può affermare che le monadi non possono cominciare né finire, cioè, che possono cominciare solo per creazione e finire per annientamento: mentre ciò che è composto, comincia o finisce per parti”
Leibniz nei suoi scritti di “Monadologia” in riferimento ai molteplici possibili universi definiva così la monade: “ non è altro che una sostanza semplice, che entra nei composti; semplice, cioè senza parti”.“ Ora, laddove non ci sono parti, non c’è estensione, né figura, né divisibilità possibili. Queste monadi sono i veri atomi della natura e, in una parola, gli elementi delle cose. [...]Così si può affermare che le monadi non possono cominciare né finire, cioè, che possono cominciare solo per creazione e finire per annientamento: mentre ciò che è composto, comincia o finisce per parti”
In questa espressione
di Leibniz è insito il senso di ogn’uno di noi, che associandosi ha scelto di
non vivere la propria vita come una parte che si aggrega alle altre per dar vita ad un composto, ma di essere
atomi primi di un unico universo creato attraverso la condivisione e compartecipazione
del proprio universo. Infatti le Monadi Leibniziane non hanno porte e finestre,
e se questo può apparentemente essere una chiusura verso ciò che ci circonda ed
è diverso da noi, occorre ricordare che ogni monade è allo stesso tempo
"specchio vivente dell'universo" in quanto riflette immagini che non
vengono dall'esterno ma che essa stessa proietta come centro di forza. Circa un
anno fa a questo appuntamento ci
presentavamo con l’entusiasmo di un nuovo inizio, determinati a raggiungere uno scopo:
“diventare il cambiamento che vogliamo vedere”. Oggi non abbiamo una
determinazione diversa, ma maggiore consapevolezza di quanta strada ci sia da
fare per raggiungere questo scopo. Nel corso di questo anno abbiamo operato nel pieno spirito dell’aggregazione sociale, con
l’intento di “cogliere e definire il senso di un agire comune, plurale nelle
forme ma solidale nella direzione”. Oggi
non rinneghiamo quel principio, ma sappiamo di dover dar tempo alle nostre
radici di crescere e di alimentare le foglie per poterlo realizzare appieno,
perché la nostra meta si raggiunge solo con la forza di un fiume in piena,
dunque in tanti. In tanti, che non accettano di essere un semplice composto di
parti, ma che condividendo e mettendo a disposizione il proprio modo di essere
delineano un futuro diverso, partendo da una realtà sociale dove vige la logica
della frammentazione. Eccoci dunque a presentare un programma che è in realtà
un cammino intrapreso e condiviso che prosegue; guardandoci alle spalle vediamo
il tratto percorso, forse più breve rispetto alle aspettative che l’entusiasmo
di un anno fa ci lasciava auspicare, ma che certamente non è un tratto non segnato, perché circa la metà degli obbiettivi proposti sono stati
raggiunti. Questo è stato per noi un percorso di crescita, di prese di consapevolezza, di maturazione,
di sfide affrontate sempre a testa alta. Dunque da qui ricominciamo, con questa
nuova consapevolezza: “Qualunque
cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L'audacia reca
in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.
Fermi nella convinzione che quel cambiamento
sia in divenire, che per raggiungere lo scopo sia indispensabile “ricreare un
tessuto sociale che sappia muoversi coeso e compatto verso un orizzonte chiaro
e preciso”, intendiamo ricominciare da qui, ricominciare dal senso stesso di
Monade. Un senso che ha bisogno di estendersi a macchia d’olio; per questo
alleghiamo al presente programma una rimodulazione del modello di organigramma,
fondato “sul principio competenze per competere” attraverso il quale
auspichiamo di poter rintracciare le “monadi incoscienti”, coloro le quali
“hanno percezioni così confuse da risultare apparentemente inerti ma in effetti
anche loro sono centri di forza e hanno una vita rappresentativa molto
inconscia ma reale”. La confusione dell’individuo, diffusa in particolar modo
tra le giovani generazioni è stata
fortemente accentuata negli ultimi
cinque anni dalle dinamiche dell’economia della depressione. La crisi che stiamo
vivendo non è solo economica, è la crisi dell’individuo, dunque sociale. Per
questo ci proponiamo con un nuovo modus operandi di risvegliare le singole
coscienze, dando la possibilità, attraverso i gruppi operativi, di sperimentare
nuove idee e di consentire alle monadi, coscienti o ancora non coscienti di
vivere l’associazionismo come una vera e propria palestra di vita. La
suddivisione delle attività in
macrosettori è funzionale a identificare quattro precisi assi su cui collocare
l’azione futura dell’associazione. L’area global è il settore di lavoro
attraverso il quale impostare le monadi su modello wiki, cioè in grado di
reperire in rete ogni piccolo contributo di idee e risorse che messe insieme
possano accrescere il livello di
innovazione ed elaborazione della progettualità da porre in essere. Inoltre
l’area global si dovrà occupare di attivare rapporti di collaborazione e partenariato con associazioni, cooperative ed
altre entità del terzo settore che operano su linee guida analoghe alle nostre
nel resto d’Italia e in Europa. La costruzione di questa rete diviene
fondamentale nell’intento di raggiungere Horizon 2020. L’area Cult è il settore di lavoro attraverso il quale
accrescere il livello culturale del nostro Vulture e
della Basilicata. Questa terra ha estrema necessità di colmare il gap
esistente tra la percentuale più elevata di popolazione con un elevato livello d’ istruzione e la più alta percentuale di popolazione con un
elevato livello d’ignoranza. Una triste fotografia della realtà che ben
rispecchia la costante e continua fuga dei cervelli, che spesso nella propria
terra conservano oltre gli affetti, al più la residenza. La candidatura di
Matera a capitale Europea della cultura è un’opportunità da non sprecare; La
Basilicata potrà raggiungere questo obbiettivo se sapremo far fiorire la
cultura in ogni area della nostra regione. Le Monadi a questo impegno morale
non possono e non devono sottrarsi.
L’area local è quel settore di lavoro attraverso il quale occuparsi
della vita quotidiana, cercando di contribuire a migliorarla e cercando di
restituire al Vulture quella naturale funzione di crocevia dei popoli che lo
caratterizzava storicamente. L’area social è infine quel settore di lavoro
attraverso il quale dare risposte al disagio sociale, attraverso una
progettualità che riesca ad intervenire
nella società avvalendosi di
specifiche competenze. Il nuovo direttivo si configura come un organismo
tecnico, dove le diverse competenze vanno a cimentarsi in una prospettiva
progettuale di ampio respiro, con la consapevolezza di poterlo fare solo
attraverso un più complesso gioco di squadra. Occorre in particolar modo
strutturare lo staff della comunicazione
come un vero e proprio embrione di un’agenzia, attraverso il quale farci diffondere
le nostre idee e le nostre attività. Sarà inoltre compito degli organi
dirigenti valorizzare e fare in modo che le attività già in cantiere, non solo
vengano puntualmente proposte alla cittadinanza, ma migliorate e amplificate.
PSISOFI, PSICOLOGO IN SEDE, CAFFE’ CON, RICORDI A COLORI sono idee già vive e sedimentate; occorre riuscire a
realizzarle e dar loro continuità. L’esperienza delle attività rivolte ai
bambini in questi anni è stata altresì importante, pertanto è opportuno
coordinare i vari progetti realizzati nel corso degli anni, dal Labimclò, ai
Monelli Nati per Divertirsi al Popul Wuj in un Laboratorio per e dell’infanzia
che conduca i Bambini stessi a definire la propria dimensione personale e
sociale, in riferimento al territorio in cui vivono. Riuscireste ad immaginare
una città i cui spazi, progetti ed attività sono pensati ed ideati dai bambini?
La città bambina potrebbe divenire il giusto momento conclusivo di tale
laboratorio, oltre che un naturale attrattore turistico. Per ciò che attiene
l’imminente programmazione estiva, partiamo dalla consapevolezza di essere in
ritardo e di non voler compiere l’errore degli anni passati; gravando
eccessivamente sulle forze dei singoli, arrivando esausti alla fine dell’estate. Per tanto essa
verrà ponderata dal responsabile organizzazione, sulla base delle disponibilità
degli associati a costituire gruppi operativi ed a farsi carico dei progetti
proposti. Di pari passo, dopo aver preso contezza ed analizzato il bilancio
dell’anno sociale 2013-2014, sarà compito del tesoriere definire e delineare
forme e modi di finanziamento delle attività in programma. Un anno fa nel
programma presentato all’assemblea dei soci scrivevamo: “oggi ripartiamo con l’entusiasmo di un nuovo
inizio, riconfermando “le Monadi come la dinamo per non essere più nomadi, ma
per sognare il domani.” Il nostro domani è quello di una generazione che oggi si mette in gioco perché “L'uomo non
si accorge di quanto possa fare se non quando tenta, medita e vuole”. Dopo un
anno per ribadire e rafforzare il
concetto ci affidiamo ad un patto tra generazioni che seppur contigue
anagraficamente, nella crisi del ventennio post-ideologico hanno rintracciato
pochi punti di contatto sociale; queste generazioni sottoscrivono il presente
documento con l’intento di riappropriarsi di un protagonismo che ad oggi è loro negato. Quando qualcosa o qualcuno
cerca di tarparti le ali allora è il momento di volare alto; volare alto per
essere protagonisti del cambiamento e
tenere accesa la speranza di un futuro
possibile.
Carissimi amici,
Vi ho visti così freschi e pieni di energia iniziare la vostra
attività culturale, l’anno scorso. Ognuno di voi con la propria storia, aperti
al futuro, sicuramente grandi sognatori e, forse qualcuno, anche con
l’esperienza di delusione, ma tuttavia pronto al rilancio verso nuovi progetti.
Qualcuno di voi si è allontanato per lo studio dall’ambiente nativo, poi
tornato, si sente stretto? Avevate orientato i vostri studi proprio per poter
iniziare dei progetti, sognati da anni? Progetti dei vostri nonni e padri?
Progetti ambiziosi? Ostacoli a non finire? Sono fatti per essere superati,
aggirati e, se proprio diversamente non va, demoliti, con astuzia e in
legalità. Quando si è giovani, si è idealisti e si vorrebbe cambiare il mondo.
Continuate a sognare, a sognare ad alta voce, ora che vi siete riuniti. Non
abbiate vergogna di manifestare anche cose modeste. Osate! Cominciate,
l’impossibile può diventare realtà. Seguire cose, insignificanti ai nostri
occhi, anche scomode, vuol spesso dire approdare a grandi risultati importanti
e non solo per noi stessi, ma per una comunità una città, un paese…..
Ero stata la prima volta in quel posto meraviglioso del Vulture,
incontaminato, l’anno scorso, mentre nemmeno un mese fa ero stata a Matera, in
un paesaggio diverso, ma altrettanto magico e stupendo. Sono passata in viaggio
per la Calabria e la Sicilia, mi ci sono soffermata e ho conosciuto altri
giovani come voi, animati per grandi ideali. Vorrei dire a voi e a tutti,
quanto sono felice di aver potuto conoscere quegli spazi incontaminati della
Basilicata sul Vulture, calpestare i Sassi, toccarli, aver conosciuto la Valle
dei Templi di Agrigento. So dalle mie letture dell’immenso tesoro
archeologico-storico che è il Sud della nostra Italia. La ricchezza della
natura con i suoi frutti incomparabili. Sempre il più grande tedesco dei tempi,
Goethe, la sapeva cantare questa terra: Kennst du das Land, wo di Zitronen
blühn? Conosci il paese dove fioriscono i limoni? Fu posta in melodia stupenda
da Schubert. Duecentocinquant’anni fa Goethe aveva intrapreso due viaggi in
Italia. Dopo di lui Heine e altri, tedeschi e inglesi. Allora si viaggiava in
carrozza, non c’era nemmeno un regionale con sedili in legno come negli anni
cinquanta, quando io feci il mio primo viaggio a Roma. Tanto meno c’erano le
frecce. Ogni tempo ha i suoi vantaggi e gli svantaggi. Certamente le
riflessioni che state facendo, sono incentivo di usare tutto con misura e per
la crescita di cultura personale e del mondo stretto e largo che vivete. Non
sono amante né favoreggiatrice dell’alta velocità e delle autostrade a tre
corsie, ma accetto di buon grado quello che dà possibilità di rimanere al passo
dei tempi. Purché si rispetti un progresso globale delle persone, della loro
vita, crescita culturale e rispetto il più possibile dell’ambiente. Sono sicura
che l’invasione di “barbari” alzerebbe l’importanza culturale del sud nel suo
complesso. Avete delle ricchezze da mettere sui piedistalli e da non potete
continuare ad essere regioni cassettiere, dove tutto va lasciato lì con
noncuranza. L’eredità culturale delle usanze contadine, legate alla vostra
terra è humus per la futura crescita dell’orgoglio di appartenenza e insieme
lancio a diventare cittadini del mondo da salvare. Credo che anche la Comunità
europea potrebbe essere pronta a finanziare dei bei progetti. Io sono
dell’AltoAdige e ho visto trasformarsi le mie valli, certo, con un po’ di
rammarico, ma, avendo conosciuto i contadini sui pendii scoscesi, poveri
quarant’anni fa, ora aver raggiunto un certo benessere, grazie a politiche
ambientali, agrarie e per il turismo ne sono contenta. Certamente non si vive
di solo pane. Mai tutto potrà essere perfetto. Anche il benessere fisico dà
voglia di formazione totale della persona e la lega alla propria terra, ma con
uno sguardo al mondo.
Non mi allungo di più. Abbiate coraggio, fede e fiducia in voi
stessi. La fantasia, l’ingegno, l’audacia dei vostri padri che sono espatriati
e molti tornati, è vostra eredità. Potete essere ricostruttori del nostro paese,
del vostro sud, come i vostri padri lo erano del nord. La storia la conoscete
benissimo. Potete iniziare, dal piccolo, una nuova era di crescita e di
sviluppo, che inizia dalla scuola d’infanzia. Svegliamo la politica per la vera
democrazia che è legalità e onestà fin dalle piccole e insignificanti azioni
quotidiane.
Un piccolo saluto per far sorridere, con un aneddoto legato al
nome della vostra Associazione Le Monadi: quando ho conosciuto “Le Monadi”,
questo nome mi ha ribaltato sul banco del secondo anno di liceo, anno
scolastico 1957/58, a Merano, all’interrogazione del professore di filosofia,
Mahlknecht, proprio sulle monadi: - Signorina, lei è una monade? - Certo,
professore. - Ha finestre? - No, professore non mi servirebbero. - I suoi compagni
di classe? - Sono monadi, prof. - Allora tutti uguali? - Ma no, abbiamo diversi
gradi di coscienza. - E quando studia da dove entrano le nozioni nel cervello?
- Stimolo la mia coscienza, le nozioni già ci sono, le devo risvegliare. -
Bene, ha studiato. Si può accomodare al suo posto.
La teoria di Leibniz non mi è servita direttamente nella vita.
Ben presto ho capito che davvero ognuno di noi è unico e irripetibile. Le idee
dormono dentro di noi hanno solo bisogno di essere risvegliate. Questo vi
chiedo di ripensare. Geniale la vostra scelta per “Le Monadi”. La genialità è
magia, è forza. Avanti tutta!
Con un caro saluto
Mina Welby
Co-Presidente Associazione Luca Coscioni
Via di Torre Argentina 76
00186 Roma
tel. +39.06.689.79.286 fax: +39. 06.23.32.72.48
www.associazionelucacoscioni.it
Co-Presidente Associazione Luca Coscioni
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