Mina Welby madrina de "le monadi"


RICOMINCIO DA ME… ORA!!

Il senso del cominciare nuovamente, non può  non prendere le mossa  dal  ritornare puntualmente a definire il concetto di Monadi nella sua forma e sostanza. Le Monadi altro non sono che unità semplici, che rintracciano nella loro semplicità il principale punto di vitalità che consente loro di  essere centri di forza autonomi.

Leibniz nei suoi scritti di “Monadologia” in riferimento ai molteplici possibili universi  definiva così la monade:  “ non è altro che una sostanza semplice, che entra nei composti; semplice, cioè senza parti”.“ Ora, laddove non ci sono parti, non c’è estensione, né figura, né divisibilità possibili. Queste monadi sono i veri atomi della natura e, in una parola, gli elementi delle cose. [...]Così si può affermare che le monadi non possono cominciare né finire, cioè, che possono cominciare solo per creazione e finire per annientamento: mentre ciò che è composto, comincia o finisce per parti”

In questa espressione di Leibniz è insito il senso di ogn’uno di noi, che associandosi ha scelto di non vivere la propria vita come una parte che si aggrega alle altre  per dar vita ad un composto, ma di essere atomi primi di un unico universo creato attraverso la condivisione e compartecipazione del proprio universo. Infatti le Monadi Leibniziane non hanno porte e finestre, e se questo può apparentemente essere una chiusura verso ciò che ci circonda ed è diverso da noi, occorre ricordare che ogni monade è allo stesso tempo "specchio vivente dell'universo" in quanto riflette immagini che non vengono dall'esterno ma che essa stessa proietta come centro di forza. Circa un anno fa a questo appuntamento ci  presentavamo con l’entusiasmo di un nuovo inizio,  determinati a raggiungere uno scopo: “diventare il cambiamento che vogliamo vedere”. Oggi non abbiamo una determinazione diversa, ma maggiore consapevolezza di quanta strada ci sia da fare per raggiungere questo scopo. Nel corso di questo anno abbiamo operato nel pieno spirito dell’aggregazione sociale, con l’intento di “cogliere e definire il senso di un agire comune, plurale nelle forme ma solidale nella direzione”.  Oggi non rinneghiamo quel principio, ma sappiamo di dover dar tempo alle nostre radici di crescere e di alimentare le foglie per poterlo realizzare appieno, perché la nostra meta si raggiunge solo con la forza di un fiume in piena, dunque in tanti. In tanti, che non accettano di essere un semplice composto di parti, ma che condividendo e mettendo a disposizione il proprio modo di essere delineano un futuro diverso, partendo da una realtà sociale dove vige la logica della frammentazione. Eccoci dunque a presentare un programma che è in realtà un cammino intrapreso e condiviso che prosegue; guardandoci alle spalle vediamo il tratto percorso, forse più breve rispetto alle aspettative che l’entusiasmo di un anno fa ci lasciava auspicare, ma che certamente non è  un tratto non segnato, perché circa  la metà degli obbiettivi proposti sono stati raggiunti. Questo è stato per noi un percorso di crescita,  di prese di consapevolezza, di maturazione, di sfide affrontate sempre a testa alta. Dunque da qui ricominciamo, con questa nuova consapevolezza:  “Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L'audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.

 Fermi nella convinzione che quel cambiamento sia in divenire, che per raggiungere lo scopo sia indispensabile “ricreare un tessuto sociale che sappia muoversi coeso e compatto verso un orizzonte chiaro e preciso”, intendiamo ricominciare da qui, ricominciare dal senso stesso di Monade. Un senso che ha bisogno di estendersi a macchia d’olio; per questo alleghiamo al presente programma una rimodulazione del modello di organigramma, fondato “sul principio competenze per competere” attraverso il quale auspichiamo di poter rintracciare le “monadi incoscienti”, coloro le quali “hanno percezioni così confuse da risultare apparentemente inerti ma in effetti anche loro sono centri di forza e hanno una vita rappresentativa molto inconscia ma reale”. La confusione dell’individuo, diffusa in particolar modo tra le giovani generazioni  è stata fortemente  accentuata negli ultimi cinque anni dalle dinamiche dell’economia della depressione. La crisi che stiamo vivendo non è solo economica, è la crisi dell’individuo, dunque sociale. Per questo ci proponiamo con un nuovo modus operandi di risvegliare le singole coscienze, dando la possibilità, attraverso i gruppi operativi, di sperimentare nuove idee e di consentire alle monadi, coscienti o ancora non coscienti di vivere l’associazionismo come una vera e propria palestra di vita. La suddivisione  delle attività in macrosettori è funzionale a identificare quattro precisi assi su cui collocare l’azione futura dell’associazione. L’area global è il settore di lavoro attraverso il quale impostare le monadi su modello wiki, cioè in grado di reperire in rete ogni piccolo contributo di idee e risorse che messe insieme possano accrescere il livello  di innovazione ed elaborazione della progettualità da porre in essere. Inoltre l’area global si dovrà occupare di attivare rapporti di collaborazione e  partenariato con associazioni, cooperative ed altre entità del terzo settore che operano su linee guida analoghe alle nostre nel resto d’Italia e in Europa. La costruzione di questa rete diviene fondamentale nell’intento di raggiungere Horizon 2020.   L’area Cult è il  settore di lavoro attraverso il quale accrescere il livello culturale del nostro Vulture  e  della Basilicata. Questa terra ha estrema necessità di colmare il gap esistente tra la percentuale più elevata di popolazione con un  elevato livello d’ istruzione e  la più alta percentuale di popolazione con un elevato livello d’ignoranza. Una triste fotografia della realtà che ben rispecchia la costante  e continua  fuga dei cervelli, che spesso nella propria terra conservano oltre gli affetti, al più la residenza. La candidatura di Matera a capitale Europea della cultura è un’opportunità da non sprecare; La Basilicata potrà raggiungere questo obbiettivo se sapremo far fiorire la cultura in ogni area della nostra regione. Le Monadi a questo impegno morale non possono e non devono sottrarsi.  L’area local è quel settore di lavoro attraverso il quale occuparsi della vita quotidiana, cercando di contribuire a migliorarla e cercando di restituire al Vulture quella naturale funzione di crocevia dei popoli che lo caratterizzava storicamente. L’area social è infine quel settore di lavoro attraverso il quale dare risposte al disagio sociale, attraverso una progettualità che riesca ad intervenire  nella società avvalendosi di  specifiche competenze. Il nuovo direttivo si configura come un organismo tecnico, dove le diverse competenze vanno a cimentarsi in una prospettiva progettuale di ampio respiro, con la consapevolezza di poterlo fare solo attraverso un più complesso gioco di squadra. Occorre in particolar modo strutturare lo staff della  comunicazione come un vero e proprio embrione di un’agenzia, attraverso il quale farci diffondere le nostre idee e le nostre attività. Sarà inoltre compito degli organi dirigenti valorizzare e fare in modo che le attività già in cantiere, non solo vengano puntualmente proposte alla cittadinanza, ma migliorate e amplificate. PSISOFI, PSICOLOGO IN SEDE, CAFFE’ CON, RICORDI A COLORI sono idee  già vive e sedimentate; occorre riuscire a realizzarle e dar loro continuità. L’esperienza delle attività rivolte ai bambini in questi anni è stata altresì importante, pertanto è opportuno coordinare i vari progetti realizzati nel corso degli anni, dal Labimclò, ai Monelli Nati per Divertirsi al Popul Wuj in un Laboratorio per e dell’infanzia che conduca i Bambini stessi a definire la propria dimensione personale e sociale, in riferimento al territorio in cui vivono. Riuscireste ad immaginare una città i cui spazi, progetti ed attività sono pensati ed ideati dai bambini? La città bambina potrebbe divenire il giusto momento conclusivo di tale laboratorio, oltre che un naturale attrattore turistico. Per ciò che attiene l’imminente programmazione estiva, partiamo dalla consapevolezza di essere in ritardo e di non voler compiere l’errore degli anni passati; gravando eccessivamente sulle forze dei singoli, arrivando  esausti alla fine dell’estate. Per tanto essa verrà ponderata dal responsabile organizzazione, sulla base delle disponibilità degli associati a costituire gruppi operativi ed a farsi carico dei progetti proposti. Di pari passo, dopo aver preso contezza ed analizzato il bilancio dell’anno sociale 2013-2014, sarà compito del tesoriere definire e delineare forme e modi di finanziamento delle attività in programma. Un anno fa nel programma presentato all’assemblea dei soci scrivevamo:  “oggi ripartiamo con l’entusiasmo di un nuovo inizio, riconfermando “le Monadi come la dinamo per non essere più nomadi, ma per sognare il domani.” Il nostro domani è quello di una generazione  che oggi si mette in gioco perché “L'uomo non si accorge di quanto possa fare se non quando tenta, medita e vuole”. Dopo un anno per  ribadire e rafforzare il concetto ci affidiamo ad un patto tra generazioni che seppur contigue anagraficamente, nella crisi del ventennio post-ideologico hanno rintracciato pochi punti di contatto sociale; queste generazioni sottoscrivono il presente documento con l’intento di riappropriarsi di un protagonismo che ad oggi  è loro negato. Quando qualcosa o qualcuno cerca di tarparti le ali allora è il momento di volare alto; volare alto per essere  protagonisti del cambiamento e tenere accesa la  speranza di un futuro possibile.  



Carissimi amici,

Vi ho visti così freschi e pieni di energia iniziare la vostra attività culturale, l’anno scorso. Ognuno di voi con la propria storia, aperti al futuro, sicuramente grandi sognatori e, forse qualcuno, anche con l’esperienza di delusione, ma tuttavia pronto al rilancio verso nuovi progetti. Qualcuno di voi si è allontanato per lo studio dall’ambiente nativo, poi tornato, si sente stretto? Avevate orientato i vostri studi proprio per poter iniziare dei progetti, sognati da anni? Progetti dei vostri nonni e padri? Progetti ambiziosi? Ostacoli a non finire? Sono fatti per essere superati, aggirati e, se proprio diversamente non va, demoliti, con astuzia e in legalità. Quando si è giovani, si è idealisti e si vorrebbe cambiare il mondo. Continuate a sognare, a sognare ad alta voce, ora che vi siete riuniti. Non abbiate vergogna di manifestare anche cose modeste. Osate! Cominciate, l’impossibile può diventare realtà. Seguire cose, insignificanti ai nostri occhi, anche scomode, vuol spesso dire approdare a grandi risultati importanti e non solo per noi stessi, ma per una comunità una città, un paese…..

Ero stata la prima volta in quel posto meraviglioso del Vulture, incontaminato, l’anno scorso, mentre nemmeno un mese fa ero stata a Matera, in un paesaggio diverso, ma altrettanto magico e stupendo. Sono passata in viaggio per la Calabria e la Sicilia, mi ci sono soffermata e ho conosciuto altri giovani come voi, animati per grandi ideali. Vorrei dire a voi e a tutti, quanto sono felice di aver potuto conoscere quegli spazi incontaminati della Basilicata sul Vulture, calpestare i Sassi, toccarli, aver conosciuto la Valle dei Templi di Agrigento. So dalle mie letture dell’immenso tesoro archeologico-storico che è il Sud della nostra Italia. La ricchezza della natura con i suoi frutti incomparabili. Sempre il più grande tedesco dei tempi, Goethe, la sapeva cantare questa terra: Kennst du das Land, wo di Zitronen blühn? Conosci il paese dove fioriscono i limoni? Fu posta in melodia stupenda da Schubert. Duecentocinquant’anni fa Goethe aveva intrapreso due viaggi in Italia. Dopo di lui Heine e altri, tedeschi e inglesi. Allora si viaggiava in carrozza, non c’era nemmeno un regionale con sedili in legno come negli anni cinquanta, quando io feci il mio primo viaggio a Roma. Tanto meno c’erano le frecce. Ogni tempo ha i suoi vantaggi e gli svantaggi. Certamente le riflessioni che state facendo, sono incentivo di usare tutto con misura e per la crescita di cultura personale e del mondo stretto e largo che vivete. Non sono amante né favoreggiatrice dell’alta velocità e delle autostrade a tre corsie, ma accetto di buon grado quello che dà possibilità di rimanere al passo dei tempi. Purché si rispetti un progresso globale delle persone, della loro vita, crescita culturale e rispetto il più possibile dell’ambiente. Sono sicura che l’invasione di “barbari” alzerebbe l’importanza culturale del sud nel suo complesso. Avete delle ricchezze da mettere sui piedistalli e da non potete continuare ad essere regioni cassettiere, dove tutto va lasciato lì con noncuranza. L’eredità culturale delle usanze contadine, legate alla vostra terra è humus per la futura crescita dell’orgoglio di appartenenza e insieme lancio a diventare cittadini del mondo da salvare. Credo che anche la Comunità europea potrebbe essere pronta a finanziare dei bei progetti. Io sono dell’AltoAdige e ho visto trasformarsi le mie valli, certo, con un po’ di rammarico, ma, avendo conosciuto i contadini sui pendii scoscesi, poveri quarant’anni fa, ora aver raggiunto un certo benessere, grazie a politiche ambientali, agrarie e per il turismo ne sono contenta. Certamente non si vive di solo pane. Mai tutto potrà essere perfetto. Anche il benessere fisico dà voglia di formazione totale della persona e la lega alla propria terra, ma con uno sguardo al mondo.

Non mi allungo di più. Abbiate coraggio, fede e fiducia in voi stessi. La fantasia, l’ingegno, l’audacia dei vostri padri che sono espatriati e molti tornati, è vostra eredità. Potete essere ricostruttori del nostro paese, del vostro sud, come i vostri padri lo erano del nord. La storia la conoscete benissimo. Potete iniziare, dal piccolo, una nuova era di crescita e di sviluppo, che inizia dalla scuola d’infanzia. Svegliamo la politica per la vera democrazia che è legalità e onestà fin dalle piccole e insignificanti azioni quotidiane.

Un piccolo saluto per far sorridere, con un aneddoto legato al nome della vostra Associazione Le Monadi: quando ho conosciuto “Le Monadi”, questo nome mi ha ribaltato sul banco del secondo anno di liceo, anno scolastico 1957/58, a Merano, all’interrogazione del professore di filosofia, Mahlknecht, proprio sulle monadi: - Signorina, lei è una monade? - Certo, professore. - Ha finestre? - No, professore non mi servirebbero. - I suoi compagni di classe? - Sono monadi, prof. - Allora tutti uguali? - Ma no, abbiamo diversi gradi di coscienza. - E quando studia da dove entrano le nozioni nel cervello? - Stimolo la mia coscienza, le nozioni già ci sono, le devo risvegliare. - Bene, ha studiato. Si può accomodare al suo posto.

La teoria di Leibniz non mi è servita direttamente nella vita. Ben presto ho capito che davvero ognuno di noi è unico e irripetibile. Le idee dormono dentro di noi hanno solo bisogno di essere risvegliate. Questo vi chiedo di ripensare. Geniale la vostra scelta per “Le Monadi”. La genialità è magia, è forza. Avanti tutta!

Con un caro saluto 





Mina Welby
Co-Presidente Associazione Luca Coscioni
Via di Torre Argentina 76
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