Antonia Losacco, presidente FeNASP Basilicata


Cambiano gli orchestrali ma la musica è sempre la stessa

Cambia il Governo Regionale, con un aspetto più professionale, cambiano i Consiglieri, con la promessa elettorale che faranno scintille, ma il carattere che manifestano è sempre lo stesso.
Anche questa volta siamo fuori tempo massimo, la domanda che da un po' di tempo ci poniamo è: qual è il nostro futuro e cosa succederà agli utenti e alle centinaia di operatori della sanità privata accreditata?

Abbiamo assistito per l'ennesima volta a sonori proclami pre e post elettorali sulla necessità di potenziare la medicina del territorio e ancora una volta abbiamo assistito al gioco di chi la spara più grossa!

Non sappiamo più come chiederlo! Da anni auspichiamo una riorganizzazione della medicina territoriale e domiciliare perchè è il filtro preventivo da cui passa la domanda, un riassetto che coinvolga il momento prescrittivo e quello erogativo e valorizzi l'azione operativa delle strutture ambulatoriali deputate ad operare come fornitori. Da qui la necessità di fare sistema, non possiamo immaginare di ragionare fuori da questa condizione che continua a vedere le strutture sanitarie private solo come momento erogativo. Il sistema è un unico segmento a monte del quale vi è il Medico di famiglia, lo Specialista e il Pediatra di libera scelta,  coloro cioè che generano la domanda attraverso il momento prescrittivo e bisogna mettere in sinergia il momento prescrittivo con quello erogativo. Il territorio è la continuità e  la capacità di accesso e di presa in carico del paziente in tutte le realtà che lo compongono ma, questo territorio deve essere organizzato: così come si immagina la diversificazione della funzione degli ospedali così si deve immaginare anche una diversificazione dell'attività del territorio.

Gli Stati Generali della Sanità a Roma hanno ripetuto quanto andiamo dicendo da anni: bisogna entrare nell'ordine di idea che il paziente ha bisogno di un riferimento unico, la realizzazione della cosiddetta presa in carico, che deve essere qualcosa di sistemico in una nuova logica di organizzazione moderna, che non sia solo una sommatoria di prestazioni erogate.

Da anni assistiamo impotenti ad interventi e comportamenti che non solo non favoriscono l'integrazione pubblico-privato ma che continuano a mantenere in vita un modello vecchio e sprecone di due comparti a cui ambiamo: specialistica ambulatoriale e riabilitazione e su cui nessuno interviene se non con provvedimenti punitivi per i soli centri accreditati.

Qual è il ruolo dei privati e il rapporto tra pubblico e privato in tutto questo?

E' bene ribadire che il privato non è qualcosa da cui tenersi alla larga, il privato non è residuale rispetto all'attività pubblica, il privato è la funzione sanitaria pubblica svolta con capitale privato, per cui l'integrazione non è l'eccedente cioè quanto rimane della fetta che il pubblico è riuscito a garantire ma è qualcosa che deve entrare nell'organizzazione globale.

Noi abbiamo un ruolo da compiere e lo vogliamo fare in sinergia e dialogo costante con la parte pubblica e la parte pubblica deve comprendere che non può continuare ad organizzarsi a prescindere da noi e che non può continuare a sprecare risorse. Le due macroaree: Specialistica Ambulatoriale e Riabilitazione-socio-sanitaria, vanno riorganizzate subito attraverso composizioni di reciproco interesse e comunque per il bene della collettività che è quello di assicurare un servizio all'altezza delle aspettative dei cittadini.


Corre l'obbligo rammentare che la partecipazione del privato all'attività della P.A. è un dovere; la nostra non è un'attività di contrasto ma la naturale funzione che svolgiamo come erogatori di un pubblico servizio al pari della P.A. che deve esercitare il Pubblico potere.

Il contenzioso è un aspetto patologico non usuale che la P.A. dovrebbe evitare e non favorire, in un rapporto di lealtà, trasparenza e imparzialità sancita e tutelata dalla legge, art. 97 della Costituzione.

Il dispendio di tante energie non solo economiche ma mentali che vengono impiegate per andare nelle aule del tribunale, potrebbero essere più proficuamente utilizzate per trovare reale soluzioni ai problemi.

Cosa sta facendo il nuovo governo con tutto l'apparato apicale per il futuro di questo sistema? per i problemi incancreniti delle strutture?

Non comprendiamo le motivazioni della mancata convocazione da parte del nuovo assessore più volte sollecitato, così come non comprendiamo l'indugio di TUTTI a realizzare velocemente la riqualificazione delle attività sanitarie riabilitative pubbliche e private, attraverso una fattiva attività che favorisca la crescita e lo sviluppo nel territorio regionale di una corretta attività riabilitativa sanitaria.

Il futuro non si aspetta, si prepara, e questo futuro ci preoccupa molto.



Antonia Losacco, presidente FeNASP Basilicata

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