ADAMO (ASRL): NOI NON SCEGLIAMO SCORCIATOIE



“Mentre altri socialisti scelgono scorciatoie per approdare nel Pd noi che da sempre abbiamo fatto la scelta di percorrere la strada principale verso il PSE ci teniamo stretti e con orgoglio la nostra storia e cultura socialista”: Franco Adamo presidente dell’Associazione Socialisti Riformisti Lucani presenta così l’evento di martedì 29 aprile a Potenza con Claudio Martelli, autore di “Ricordati di vivere”. Con l’autore e Adamo discuterà anche Gianni Pittella vice presidente vicario al Parlamento Europeo.

Martelli, socialista nel cuore prima che nella testa, già vice-presidente del consiglio e ministro della giustizia, a suo tempo delfino di Bettino Craxi, nel libro racconta trent’anni di storia italiana ed una ricca galleria di personaggi. Una testimonianza sulla fine di ideologie che sembravano eterne e la nascita di nuove istanze, non si sa quanto durature.

“Mi piace ricordare – dice Adamo – che Claudio sul dualismo PCI-PSI basa l’analisi di quella che definisce “la nostra giovinezza politica, l’epopea laica e socialista  che per dieci anni tenne in scacco le due chiese italiane, il dolore e il perché del suo schianto”.  Un racconto amaro ma non astioso, anche se ricorrono  spesso le domande senza risposta che mi sono posto anch’io tante volte e con me tanti compagni socialisti: “Cosa sarebbe cambiato se  Craxi e io non avessimo rotto se avessimo lottato insieme fino alla fine”.  Oppure:“Cosa avrei dovuto fare  di più e di diverso  da quel che ho fatto per il mio Paese, per il PSI, per la Giustizia, e anche contro la malagiustizia?”.

Ci sono state le stagioni degli ideali, quella del cambiamento, quella del compromesso storico, l’Italia ha attraversato gli anni di piombo, si sono avvicendati premier di varie estrazioni del pentapartito. Poi la furia iconoclasta ha distrutto progressivamente i partiti, per “sostituirli con il nulla”. Una “follia che non ci porterà da nessuna parte”, secondo Martelli, “pretendere di costruire una democrazia senza partiti. Non può esistere una democrazia senza partiti e non esistono partiti corrotti, ma uomini di partito corrotti”, La prima Repubblica è fallita perché non ha assicurato il ricambio politico, “frequente, continuo” che è indispensabile, ma è stata sostituita da una “seconda” che voleva cancellare i difetti politici di quei decenni ed ha finito per aggravarli: “l’instabilità è addirittura maggiore, le forze politiche si sono moltiplicate, la corruzione è aumentata e c’è più personalismo”, che prevale sugli interessi collettivi. Sono guasti che si potranno correggere, come si potrà uscire dalla crisi, ma “la ripresa non sarà né semplice né breve”.

Dunque una “lezione politica” – conclude Adamo – di forte attualità su cui il popolo socialista farebbe bene a riflettere perché, almeno questa, non ammette scorciatoie.

Commenti