MESSAGGIO DEL VESCOVO PADRE GIANFRANCO TODISCO ALLA COMUNITA’ DEGLI UCRAINI PRESENTI NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA


Carissimi,

            vi giunga sincera e affettuosa l’espressione dei sentimenti di vicinanza e solidarietà miei e del popolo cristiano di questa diocesi, per i violenti fatti che accadono nel vostro Paese in questi giorni.

Non è difficile immaginare quanto il timore che la situazione  precipiti verso la guerra, finora scongiurata, faccia trepidare i vostri cuori per le persone in patria a voi care, e per il destino futuro dell’unità Paese. 

            I  vostri rappresentanti religiosi della Chiesa Cattolica di Ucraina di rito latino e bizantino, della Chiesa ortodossa di Kiev e della Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca, con una voce sola hanno parlato al loro popolo, condannando le provocazioni allo scontro e alla secessione, definita “un peccato davanti a Dio e davanti alle future generazioni del nostro popolo”,  e le violenze da qualunque parte fossero perpetrate.

Stando “al fianco di chi soffre o è in pericolo”, e gridando forte che  “non si può tollerare la morte di persone innocenti”, essi hanno assicurato l’impegno delle Chiese per la pace in Ucraina e per l’integrità del Paese, invitando a non radicalizzare le posizioni e a non sostenere alcun movimento radicale. Hanno, invece, incoraggiato il dialogo tra le parti in conflitto e tra le persone, sollecitando la partecipazione dal basso al processo “di presa di decisioni cruciali…”  per il futuro del Paese. , chiedendo “un maggiore coinvolgimento della Comunità internazionale non in termini di armi ma a livello politico e diplomatico, perché spingano tutte le parti a sedere attorno ad un tavolo per cercare una soluzione non violenta, pacificamente”.

            In questi ultimi giorni si è levata alta la voce di Mons. Jacek Pyl, vescovo ausiliario della Diocesi cattolica di Odessa- Sinferopoli e responsabile per la Crimea. Lanciando una vera e propria campagna di riconciliazione fatta di preghiera e digiuno, egli ha ricordato che la storia della Crimea è storia di pacifica convivenza di differenti etnie e religioni, ha richiamato le parole scritte nello stemma della Repubblica di Crimea  - Fioritura nell’unità - e, in una lettera-appello alle persone di tutte le religioni, opinioni politiche e appartenenza etnica, ha scritto: “Chiedo in nome della solidarietà con l’eredità dei nostri padri…di stare lontano dagli estremismi… Non possiamo permettere che la nostra appartenenza etnica né la nostra religione ci dividano proprio ora. Noi siamo figli dello stesso Dio, l’unico Dio, che è nostro Padre comune”.


            Sappiate che  non siamo indifferenti davanti al dramma della vostra nazione; a voi, alle persone  di nazionalità russa  presenti sul nostro territorio  in numero meno rilevante, ma ugualmente nostri  fratelli e sorelle, assicuriamo la nostra preghiera, cordialità  nell’accoglienza, disponibilità alla condivisione della vostra sofferenza, anche nella preghiera comune.

Come Popoli di un’Europa che più volte in passato ha dovuto sperimentare il flagello della guerra, abbiamo il dovere di non dimenticare e di imparare ad accogliere, a riconciliare continuamente le nostre differenze, a riconoscerle e a viverle come ricchezza e opportunità per tutti, a lavorare insieme per costruire prospettive sociali ed economiche dignitose per ogni uomo e per ogni popolo della terra, smascherando  poteri ed interessi economici che “scatenano nuovi scenari di guerra…, alimentando il mercato delle armi,  a spese dei più poveri”( Appello di Mons. Giovanni Giudici Presidente di Pax Christi Italia -  Pavia - 3 marzo 2014).

            Cristo, nostra pace  “Colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione, cioè l´inimicizia" (Ef. 2,14).”… ci aiuti tutti, come più volte ha ricordato papa Francesco,  “a riscoprire in chi consideriamo un nemico da abbattere, il nostro fratello” e a rinnovare, intensificare l’impegno a “ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a noi”

Glielo chiediamo per intercessione di San Giosafat, vescovo e martire ucraino, che diede la vita per l’unità della Chiesa e la costruzione di ponti di fraternità.

Di cuore, vi abbraccio,  e su tutti voi imploro la benedizione del Signore.  

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