La primavera del centro storico

 

Con l'arrivo della Primavera, ognuno di noi auspica di lasciarsi alle spalle stagione delle giornate buie e tempestose. Ne abbiamo bisogno come individui e come cittadini. La città di Potenza, come del resto l’intera regione, attende l’arrivo di aria nuova, come metafora di una spinta emotiva e progettuale che sia nuova fiducia nella rinascita. Ne sono certa: un lunghissimo inverno freddo e buio lo sta vivendo il nostro centro storico, insieme agli operatori commerciali che con grande fatica cercano una nuova primavera per quello che dovrebbe essere il cuore economico pulsante della città e che, ad oggi, è invece completamente abbandonato a sé stesso. Un deserto ma paradossalmente ricoperto dal ghiaccio della stagione fredda che congela ogni processo evolutivo. Le politiche che hanno portato anche alla chiusura al traffico (ZTL) hanno influito sulla riorganizzazione, sì programmata da tempo ma attuata in piena crisi economica, che ha costretto a rivedere le abitudini dei potentini. Il calo degli acquisti unito alla mancanza di parcheggi, infatti, ha cambiato la frequentazione a beneficio di altre aree traducendosi in mancati introiti per i negozi, innescando ingiuste contrapposizioni e polemiche tra centro storico e periferia cittadina. Vanno accolte positivamente le iniziative poste in essere già nel breve periodo dagli esercenti stessi, ovvero privati, che ogni giorno alzano e chiudono la saracinesca con il serio rischio di farlo per l’ultima volta e che hanno deciso di fare massa critica unendosi in associazioni e movimenti, da affiancare alla macchina amministrativa da qui ai prossimi mesi. Diventa auspicabile, dunque, restituire al centro storico il ruolo che gli spetta, per mezzo di un progetto serio ed attuabile fin da subito, che ricrei quel perfetto mix tra funzione commerciale, residenziale e dei servizi, finalizzato alla presenza di negozi e locali pubblici di qualità. Bisogna anche restituire la curiosità data dal semplice struscio in Via Pretoria, fulcro principale delle attività culturali, economiche, sociali e non ultimo per le sedi operative ed istituzionali presenti. Lo era ancor prima del terremoto dell’80’ e poi rimodulato negli anni a venire per via di nuove costruzioni, trascinatosi stancamente verso la perdita d’identità attuale. “Potenza è innanzitutto centro storico” - questo è il mio convincimento personale è accompagnato dall’evidente malumore vissuto tra la gente che non riconosce più il centro storico come il cuore della città da cui far partire ogni spinta propulsiva, economica ma anche sociale e culturale. Scongeliamo questo deserto e popoliamolo con i colori della primavera. Il messaggio è diretto alle persone prodighe per un futuro di rinnovato entusiasmo, che decidano di farlo tra la società civile o, con coraggio, con lo strumento democratico delle urne.

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